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Papa Leone XIV ai media: “L’AI sia orientata al bene comune. Promuovere un uso etico”

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“Disarmiamo la comunicazione da ogni pregiudizio e odio”. Il Pontefice invita giornalisti e media a costruire ambienti digitali di ascolto, dialogo e responsabilità etica.

L’intelligenza artificiale col suo potenziale immenso richiede responsabilità e discernimento”, ha affermato Papa Leone XIV rivolgendosi ai rappresentanti dei media internazionali riuniti in Vaticano. Nel suo primo intervento ufficiale alla stampa, il nuovo Pontefice ha posto l’accento su un uso consapevole della tecnologia, capace di generare benefici reali per l’umanità.

«Questa responsabilità riguarda tutti, in proporzione all’età e ai ruoli sociali», ha aggiunto, evidenziando come l’AI non possa essere considerata neutra o lasciata al caso: deve diventare uno strumento al servizio della dignità umana, della verità e della giustizia.

Comunicazione che crea cultura

Papa Leone XIV ha ampliato la riflessione oltre la tecnologia, sottolineando la dimensione culturale e sociale della comunicazione: «La comunicazione, infatti, non è solo trasmissione di informazioni, ma è creazione di una cultura, di ambienti umani e digitali che diventino spazi di dialogo e di confronto».

Un appello alla costruzione di un ecosistema comunicativo più umano, attento alle parole e allo stile: «Non serve una comunicazione fragorosa, muscolare, ma piuttosto una comunicazione capace di ascolto, di raccogliere la voce dei deboli che non hanno voce».

Libertà di stampa e giornalismo di verità

“Permettetemi allora di ribadire oggi la solidarietà della Chiesa ai giornalisti incarcerati per aver cercato di raccontare la verità”, ha dichiarato il Pontefice, chiedendone apertamente la liberazione. Un riconoscimento al ruolo dei media indipendenti, soprattutto nei contesti di guerra: “La Chiesa riconosce in questi testimoni – penso a coloro che raccontano la guerra anche a costo della vita – il coraggio di chi difende la dignità, la giustizia e il diritto dei popoli a essere informati”.

In un mondo segnato da conflitti e disinformazione, il Pontefice ha chiesto di rifiutare ogni forma di violenza verbale e ideologica: “Dobbiamo dire “no” alla guerra delle parole e delle immagini, dobbiamo respingere il paradigma della guerra”.

“Non possono esistere una comunicazione e un giornalismo fuori dal tempo e della storia”

Il discorso si è concluso con un richiamo ispirato all’ultimo messaggio di Papa Francesco: «Disarmiamo la comunicazione da ogni pregiudizio, rancore, fanatismo e odio; purifichiamola dall’aggressività».

Per il nuovo Papa, comunicare oggi significa anche “uscire dalla torre di Babele”, dalla «confusione di linguaggi senza amore, spesso ideologici o faziosi». Il suo invito ai giornalisti è di “scegliere con consapevolezza e coraggio la strada di una comunicazione di pace”.

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