Cyberbullismo: fenomeno in crescita. Colpito in Italia il 25,3% degli adolescenti

di Antonietta Bruno |

Depressione, ansia, paura, frustrazione, problemi scolastici e pensieri suicida nei casi più gravi, sono solo alcuni degli effetti negatici che i bulli del web possono causare alle loro vittime.

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Cyberbullismo

Un adolescente su quattro è oggi vittima del bullismo in chat. Un fenomeno che sta prendendo sempre più piede per via dell’utilizzo senza regole dei tanti mezzi elettronici a disposizione, in primis email, messaggeria istantanea, blog e telefoni cellulari. E’ attraverso questi mezzi che i bulli del web mettono a segno i loro crimini facendo circolare in rete foto o materiale compromettente della vittima di turno. Vere e proprie aggressioni online i cui effetti possono portare a depressione, ansia, paura, frustrazione, problemi scolastici e familiari o, nei casi peggiori a pensieri suicida, e che hanno ancora una volta incontrato l’interesse di esperti ed analisti.

Sul Cyberbullismo, sui suoi effetti e sull’aumentare dei casi, se ne è parlato a Roma in occasione della presentazione dell’indagine conoscitiva sulla Condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza in Italia messa a punto da Eurispes e Telefono Azzurro.
 

Dopo un breve excursus sull’annoso fenomeno del bullismo – oggi ‘sostituito’ dal cyberbullismo poiché considerato più ‘pratico e facile’ dai bulli della rete – che già negli anni ’90 nel nostro Paese viene considerato una delle tanti, purtroppo, forme di disagio giovanile dirette o indirette. Prevaricazione fisica e verbale verso la vittima nel primo caso, e più subdole e sottili, attuate con l’esclusione di alcuni soggetti dal gruppo dei pari, nella manipolazione dei rapporti di amicizia, nelle calunnie e nella diffusione di notizie false sul conto di soggetti più deboli nel secondo, il cyberbullismo ha raggiunto cifre preoccupanti.

 

Da quanto emerso dall’indagine, infatti, pare che il 25,3% degli adolescenti italiani è stato più volte vittima di provocazioni e prese in giro da parte di uno o più compagni (in particolare i ragazzi di età compresa tra i 12 e i 15 anni con il 29,7%, rispetto al 19,8% di età compresa tra i 16 e i 19 anni).

Percentuale simile, pari al 25,2% afferma di essere stata offesa ripetutamente e senza motivo (in particolare il 28,9% degli 11-15enni e il 20,5% dei 16-19enni). Ad essa si aggiungono quanti sono venuti a conoscenza dell’esistenza di informazioni false diffuse sul proprio conto (23,5%).

 

Nella maggior parte dei casi (32,5%), i ragazzi provano un forte senso di rabbia nei confronti di chi prevarica fisicamente o psicologicamente un compagno. Una percentuale particolarmente elevata dimostra che, tra gli adolescenti, è molto alto il grado di empatia che essi riescono a stabilire in circostanze di questo tipo: il 26,8% degli intervistati, infatti, afferma di provare pena per la vittima o di disapprovare completamente il comportamento del bullo (16,4%). La vittima ideale per il bullo, secondo il parere degli adolescenti italiani, è principalmente un soggetto debole che non ha sviluppato meccanismi di auto protezione tali da permettergli di reagire all’abuso subito (52,2%).

 

A tale punto di vista fanno seguito percentuali meno marcate di ragazzi per i quali le prepotenze toccano maggiormente i compagni stranieri (6,5%), quelli che presentano qualche difetto fisico evidente (5,5%), nonché quanti si distinguono per il buon rendimento scolastico (5,1%).

Gli studi condotti da Telefono Azzurro ed Eurispes evidenziano la tendenza da parte di alcuni adolescenti del nostro Paese a perpetrare attraverso l’uso sbagliato del telefonino o di internet veri e propri atti di violenza psicologica nei confronti di ‘soggetti deboli’. I dati rilevati a riguardo mostrano che il 4,3% del campione ha utilizzato spesso (1,8%) o qualche volta (2,5%) il cellulare o il web per escludere una persona da gruppi della realtà virtuale o, nel 4% dei casi, per diffondere informazioni false e cattiverie ai danni di qualche compagno (qualche volta: 2,4%; spesso: 1,6%).

 

Infine, come evidenziato dall’elaborazione delle risposte fornite dai ragazzi, al 7,4% del campione è capitato di scoprire, navigando in rete, la presenza di informazioni false diffuse sul proprio conto (qualche volta: 5,5%, spesso: 1,9%). A tale percentuale si aggiungono quanti hanno ricevuto messaggi o altri contenuti mediali (video e foto tra i più gettonati) a carattere offensivo o di minaccia (3,2% di cui: qualche volta 2,4% e spesso 0,8). Inoltre, il 2,4% degli adolescenti ha subito l’esclusione intenzionale all’interno di gruppo sorto su internet.

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