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  Per rafforzare il proprio portfolio di brevetti e mettersi al riparo da   ulteriori cause legali contro Android, Google ha acquisito una   serie di brevetti da IBM.
     “Come molte compagnie hi-tech, acquisteremo brevetti rilevanti per la nostra   attività”, ha sottolineato la società in una nota.
I brevetti, circa un migliaio, coprono una gamma di tecnologie che va dalla produzione e l’architettura dei chip di memoria e microprocessori e altre aree dell’architettura dei computer, compresi router e server. Altri brevetti riguardano i database relazionali, la programmazione orientata agli oggetti e una vasta gamma di processi aziendali.
Il sistema operativo mobile di Android è stato preso di mira in sei cause legali. Per questo la società sta puntando ad acquisire brevetti così da difendersi da questi contenziosi.
“L’industria hi-tech ha un problema significativo“, ha detto il General Counsel di Google Kent Walker. “I brevetti software stanno impantanando il lavoro di innovazione nel settore”.
I   rivali di Google hanno però sottolineato che la questione centrale è che Google   non possiede molti brevetti e utilizza nel suo sistema operativo tecnologie di   altri. Secondo i dati pubblicati dall’istituto IFI   Patent Services relativi alle 50 aziende che dispongono di più brevetti   negli Usa nel 2010, mentre Samsung e Microsoft compaiono ripetitivamente in   seconda e terza posizione (con  4.551 brevetti depositati la prima e   a quota 3.094 la seconda) e Apple in 46esima, Google non   compare proprio.
       IBM è comunque salda in vetta alla classifica da 18 anni a questa parte, con ben    5.896 ‘patent’ depositati, quattro volte più di HP e più di quelli depositati da   Microsoft, HP, Oracle, Apple, Emc e Google insieme.
La società di Mountain View, che ha a disposizione 39,1 miliardi di dollari cash, ha tentato all’inizio di giugno di acquisire i brevetti di Nortel presentando un’offerta da 900 milioni di dollari. Il portfolio Nortel, tuttavia, è stato acquistato dai rivali di Google – Apple, RIM e Microsoft, tra gli altri – per 4,5 miliardi di dollari.


