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700 Mhz alle telco: primo ok dell’Europarlamento per ritardare il passaggio al 2022

Vedremo come andrà a finire in sede di Consiglio, intanto l’Europarlamento dà l’ok alla possibilità di far slittare di due anni, fino al 2022, il passaggio dei 700 Mhz dalla Tv alle telco. Una decisione che sicuramente va bene all’Italia, sia sul fronte dei broadcaster sia su quello delle telco, uniti nel chiedere più tempo per organizzare il trasloco.

Primo via libera da parte dell’Europarlamento alle nuove regole Ue per il passaggio delle frequenze della banda da 700 Mhz attualmente occupate dal digitale terrestre televisivo alla banda larga mobile e in prospettiva al 5G.

La grande maggioranza dei gruppi politici ha concordato una serie di 27 emendamenti di compromesso che copre l’intero testo della proposta di decisione sull’uso della banda di frequenze 470-790 MHz nell’Unione (adozione del progetto di relazione).

Ora il dossier sarà negoziato con il Consiglio, prima di essere approvato definitivamente dall’Europarlamento.

Non è ancora chiaro quando questi negoziati avranno luogo.

La commissione industria ha approvato la relazione della vicepresidente Patrizia Toia (Pd) che prevede “tempi certi per tutti ma con regole che tengono in conto le specificità nazionali“.

Una decisione in linea con i desiderata dell’Italia, che da tempo chiede e ora sta ottenendo almeno due anni in più (fino al 2022) per effettuare il trasloco, rispetto al limite del 2020 fissato dalla Commissione Ue. La bozza conferma la disponibilità fino al 2030 di frequenze sub 700 per il digitale terrestre.

“La commissione industria ha accettato la proposta della. Commissione Ue” di liberare la banda entro il 2020, “ma ha specificato che gli Stati membri possono rimandare la liberazione dello spettro radio fino al 2022 per ‘ragioni giustificate'”.

Questa clausola era già passata nel testo adottato dal Consiglio e per l’Italia è fondamentale per consentire una transizione morbida dei broadcaster su nuove frequenze.

Inoltre, ha sottolineato Toia, “gli Stati membri saranno autorizzati a compensare eventuali sovraccosti per i consumatori finali”.

Ora, dopo l’emendamento del Parlamento Ue, i 28 Stati membri avranno un anno in più entro il 30 giugno 2018 per approvare una “roadmap nazionale”, ma il piano dovrà elencare nel dettaglio le misure adottate per la migrazione.

 “L’Europa”, ha quindi aggiunto la relatrice, “deve rimanere all’avanguardia sul fronte dell’innovazione tecnologica, utilizzando in modo efficiente il proprio spettro, supportando la tecnologia 5G e tutelando la diversità culturale garantita anche da servizi di trasmissione televisiva di qualità”.

Resta però contrario alla possibilità di slittamento al 2022 il vicepresidente della Commissione Ue al mercato digitale Andrus Ansip. “Dobbiamo agire ora, non negli anni a venire, per questo la liberazione puntuale della banda da 700 Mhz è così importante per la connettività futura dell’Europa”, ha sottolineato alla conferenza annuale dell’Ecta. E “questo è anche il motivo per cui”, ha insistito, “non dobbiamo aspettare oltre il 2020 per farlo, perché altrimenti saremmo indietro rispetto ad altre regioni e perderemmo una grande opportunità per sviluppare il 5G”.

Il voto dell’Europarlamento è invece stato “accolto con favore” dagli operatori tlc di Etno, che sottolineano anche l’importanza che gli stati membri mantengano “una flessibilità sugli obblighi di copertura e altre condizioni legate alle licenze”. Altrimenti il rischio è “distorcere la concorrenza e scoraggiare gli investimenti”.

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