Cybersecurity

6 attacchi hacker che hanno fatto scalpore

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Il recente cyberattacco al Parlamento tedesco è soltanto l’ultimo di una lunga serie di attacchi che hanno colpito l’opinione pubblica.

Il recente data breach in Germania che ha colpito centinaia di politici e sindacalisti è soltanto l’ultimo evento di una serie di attacchi hacker che hanno sconvolto l’opinione pubblica negli anni. Di seguito altri 5 cyberattacchi che hanno fatto scalpore.

1999: il quindicenne che violò la Nasa e il Dipartimento della Difesa Usa

Si chiamava Jonathan James il quindicenne che nel 1999 a più riprese ha attaccato e violato il cyberspace del Dipartimento della Difesa, in particolare l’ufficio delegato a combattere la minaccia nucleare e degli attacchi biologici e di armi chimiche, e della Nasa.  Il ragazzo ha rubato password e indirizzi email di 3mila dipendenti governativi. Il minorenne ha passato 6 mesi in rifrmatorio, per poi suicidarsi nel 2008 in seguito a nuove accuse di coinvolgimento in un altro cyberattacco da parte dei servizi segreti Usa.

2014: Corea del Nord sospettata per l’attacco alla Sony

La Sony Pictures subì un cyberattacco a novembre del 2014 da parte di un gruppo hacker battezzato “Guardians of peace” penetrati nella rete di pc del gruppo. La Corea del Nord ha sempre negato il suo coinvolgimento, pur definendo l’attacco un gesto virtuoso in risposta al film della Sony “L’intervista”, una commedia sulla morte violenta del leader nordcoreano Kim Jong Un.

Il Dipartimento di Giustizia Usa alla fine nel 2018 ha accusato quale mente dell’attacco il nordcoreano Park Jin Hyok. Secondo l’FBI Hyok lavorava per conto di una società governativa nordcoreana.

2015: attacco alla rete elettrica in Ucraina

Nel dicembre del 2015 circa 230mila persone sono rimaste al buio senza elettricità per sei ore dopo l’attacco hacker a tre diverse compagnie energetiche del paese, che hanno provocato il black-out temporaneo in tre regioni del paese. Si tratta del primo attacco cibernetico ad una rete di distribuzione energetica.

I servizi di sicurezza ucraini hanno subito accusato il governo russo dell’attacco. Senza essere così diretti, anche alcune società investigative private americane hanno concluso che l’attacco è partito dalla Russia.

  

2016: presunto attacco russo ai Democratici Usa

Hacker presumibilmente russi sarebbero gli autori dell’enorme ‘leak’ di documenti, migliaia di mail, rubate dal Comitato nazionale dei Democratici, il board del partito, durante le elezioni presidenziali del 2016. Le rivelazioni diffuse in rete hanno compromesso la campagna dei democratici, che hanno espresso sdegno per alcune mail di Bernie Sanders, concorrente di Hillary Clinton per candidarsi alle elezioni.

In seguito il Dipartimento americano di Giustizia ha accusato del cyberattacco 12 cittadini russi, ritenuti membri dei servizi segreti del Cremlino, favorevole all’elezione dell’allora candidato repubblicano Donald Trump poi eletto presidente.

2017: Wanna Cry

A maggio del 2017 un maxi attacco ransomware ha colpito 300mila computer in 150 paesi, richiedendo poi un riscatto di diverse centinaia di dollari per la chiave di decrittazione dei file trafugati alle vittime.

L’attacco ha creato seri danni a ospedali, molti dei quali appartenenti al sistema sanitario nazionale britannico, a banche e diverse compagnie. La FedEx ha subito danni per centinaia di milioni. Usa e Regno Unito hanno accusato per il cyberattacco la Corea del Nord, che ha negato la “grave provocazione politica”.

 

2019: attacco al Parlamento tedesco

A gennaio del 2019 l’agenzia tedesca per la cybersicurezza ha fatto sapere che stava investigando su un cyberattacco ai danni di centinaia di politici tedeschi, fra cui anche la cancelliera Angela Merkel. Colpiti tutti i partiti presenti in Parlamento, tranne quello di estrema destra Alternative fuer Deutschland (AfD).

Trafugate informazioni finanziarie, carte d’identità e chat private poi pubblicate online su Twitter, insieme al numero di fax della Merkel, il suo indirizzo mail e alcune sue lettere.

Il colpevole è stato arrestato ieri, si tratta di un ventenne che vive ancora con i genitori.