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5G, Strand Consult ‘Nella Ue gap di 150 miliardi di euro per le nuove reti’

Torri telecom

Torri telecom

Nella Ue si dovrà fronteggiare un gap di 150 miliardi di euro di investimenti in nuove reti ultrabroadband per raggiungere gli obiettivi fissati dalla Commissione Europea in termini di connettività 5G fissati per il 2025. Questa la premessa dell’analisi sulle prospettive continentali del 5G, condotta dalla società di consulenza Strand Consult, che dipinge un quadro tutt’altro che roseo per le telco europee, chiamate a compensare i ritardi di connettività che rischiano di pesare nella corsa globale al 5G, che vede in vantaggio la Cina, seguita da Usa e Corea del Sud.

Tlc, contesto regolatorio sfavorevole nella Ue

Prospettive difficili, secondo Strand Consult, secondo cui la industry dovrà peraltro fare i conti con un contesto regolatorio poco favorevole a nuovi investimenti a causa delle policy sostenute da Bruxeless che, lungi dal sostenere e semplificare il settore, appesantisce gli operatori con nuove regole e paletti che frenano la realizzazione dei nuovi network.

OTT pigliatutto

La regolamentazione del settore Tlc, secondo Strand Consult, non ha ancora colto dal punto di vista normativo il processo di convergenza in atto da diversi anni nel mercato. Un trend che si continua a tastare con mano, basti pensare ai casi oramai un po’ datati di Skype e WhatsApp che hanno rosicchiato fino al 20-30% dei ricavi delle telco senza che si riuscisse a realizzare un level pay field con gli Ott (Over the top). Ott che continuano a godere di regimi fiscali favorevoli, con perdite secche in termini di elusione fiscale per diversi paesi Ue, a fronte di uno strapotere in Rete dove rappresentano la stragrande maggioranza del traffico, veicolato nella sua quasi totalità verso paesi extra Ue.

 

Spin off della rete

Lo spin off della rete sta diventando un’opzione sempre più perseguita dai grandi operatori europei. Secondo Strand Consult, tutti i grandi carrier ci stanno pensando, a partire da Telefonica, BT e Tim. Ma si tratta davvero di una soluzione opportuna? Secondo Strand Consult gli aspetti negativi di questo trend non sono pochi.

Anche il sempre più diffuso trend di outsourcing delle infrastrutture mobili (pali, torri ecc) da parte degli operatori a player specializzati è basato su un business modello che rende più caro per le telco munirsi della capacità trasmissiva per offrire il servizio.

5G, evitare troppe regole per le microcelle

In tempi di grossi esborsi per le telco, anche lo sviluppo delle nuove reti 5G rischia di diventare una spesa molto elevata anche in termini di eccesso di burocrazia per la richiesta di permessi che rallentano di mesi la costruzione di nuovi tralicci e ripetitori, per i quali si arriva ad attendere fra 12 e 36 mesi per il via libera, a fronte di costi che possono variare fra 150mila e 300 milia euro per singola antenna.

“Il legislatore europeo vorrebbe replicare il paradigma utilizzato per le torri 4G alle più snelle e agili reti urbane di microcelle del 5G, uno sviluppo che rischia di ammazzare il 5G nella culla”, sostiene senza mezze misure Strand Consult, tanto più che i prodotti commerciali del 5G saranno una combinazione di tecnologie 4G, 5G e NB-Lte. Un mix tecnologico che non semplifica le cose.

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