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5G, previste 690 milioni di connessioni nel 2025

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Dopo gli standard tecnologici attesi nel 2020, la nuova tecnologia wireless sarà trainata in una prima fase da Usa, Giappone e Cina.

Le connessioni globali 5G raggiungeranno quota 690 milioni a livello globale nel 2025, cinque anni dopo l’approvazione degli standard internazionali del nuovo paradigma wireless atteso per il 2020. La previsione arriva da Strategy Analytics, secondo cui nel 2025 le connessioni 5G rappresenteranno il 7% delle connessioni globali, trainate da Usa, Cina e Giappone. La Cina ha fissato al 2020 il lancio della nuova tecnologia, il che contribuirà alla diffusione delle connessioni, mentre sul fronte degli operatori

NTT DoCoMo, SK Telecom, Verizon e AT&T sono già al lavoro per bruciare le tappe. Più indietro la Ue, dove la frammentazione renderà più complesso il decollo del nuovo standard.

Secondo la società di analisi saranno 300 milioni i nuovi terminali 5G in circolazione nel 2025, dopo un primo lancio limitato nel 2020 in Corea del Sud e Giappone in tempo per le Olimpiadi. Nel 2021 altri paesi fra cui gli Stati Uniti, il Regno Unito, la Svezia, gli Emirati Arabi Uniti e la Cina lanceranno i primi terminali, le cui vendite su larga scala nell’ordine dei milioni di nuovi esemplari decollerà nel 2022.

Le prime sperimentazioni sui nuovi device 5G sono attese nel 2018, fra i problemi da risolvere a livello tecnico presumibilmente in fase iniziale la durata della batteria, instabilità di connessione e problemi di collegamento con le reti 4G esistenti. Problemi che secondo Strategy Analytics saranno risolti una volta che i terminali raggiungeranno il mercato di massa e il prezzo dei terminali calerà progressivamente.

Secondo stime della società di analisi Ovum, nel 2021 ci saranno 24 milioni di clienti 5G a livello globale.

Tanto più che il mercato del 4G al momento conta 1,4 miliardi di sottoscrizioni a livello globale secondo gli ultimi dati di Ericsson e mostra quindi ancora margini di crescita, che gli operatori vorranno certamente sfruttare per rientrare degli investimenti massicci fatti a suo tempo per l’assegnazione delle frequenze Lte.