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5G, perché (a sorpresa) non decolla in Cina?

Nella corsa globale per il 5G, la Cina è considerata spesso la prima della classe. La tecnologia di quinta generazione fa parte del mega-piano ‘Made in China 2025′ e Pechino prevede di spendere fino a 224 miliardi di dollari entro la scadenza, secondo un report ufficiale. La seconda più grande economia del mondo può contare anche su Huawei e ZTE, società all’avanguardia sul 5G.

Eppure, in Cina il 5G non decolla. Mentre in Corea del Sud e in due città degli Usa è iniziata la commercializzazione dei servizi 5G, nel Paese asiatico c’è un investimento prudente da parte degli operatori locali. Gli investimenti di China Mobile, il primo operatore al mondo con 925 milioni di utenti di telefonia mobile, caleranno di oltre il 10% nel 2019, e saranno pari a 22,3 miliardi, secondo l’ultima relazione annuale. Così China Mobile prevede di investire 2,6 miliardi di dollari nel 5G, Citibank prevede di mettere sul piatto il doppio. Comunque, pochi soldi.

Perché da parte degli operatori locali cinesi c’è un investimento prudente e progressivo sul 5G?

Perché in un mercato gigantesco ma competitivo, gli operatori devono anche trovare il “modello di business” di 5G prima che possano investire su larga scala.
L’industry è stata, inoltre, penalizzata da uno standard chiave emesso lo scorso mese, con tre mesi di ritardo.
Le tlc hanno subìto economicamente gli effetti della guerra commerciale con gli Stati Uniti.
L’Autorità cinese di regolamentazione delle telecomunicazioni ha optato a gennaio per rilasciare licenze temporanee di 5G.

Edison Lee, analista delle telecomunicazioni di Jefferies, ha spiegato il ritardo nel lancio del 5G in Cina dovuto a “vincoli tecnologici e ad una visione forse più razionale da parte del governo”.

A Huawei un solo contratto commerciale in Cina per il 5G

Huawei, da parte sua, ha ottenuto 40 contratti commerciali per il 5G nel mondo, di cui 23 in Europa, 10 dal Medio Oriente, 6 dall’Asia, uno dall’Africa e solo uno in Cina, nella Regione Amministrativa Speciale (SAR) di Hong Kong. “In Cina, sebbene abbiamo effettuato molti trials…questi non sono commerciali”, ha detto Yang Chaobin, il “signor 5G” della tlc cinese al Financial Times.

Parlando ad un summit annuale degli analisti a Shenzhen, Yang non ha spiegato perché Huawei non ha ancora vinto più contratti in Cina.

Anche Ericsson ha le mani legate in Cina? Il produttore svedese di apparecchiature di telecomunicazioni è sotto inchiesta da parte delle autorità cinesi in merito alle sue licenze per i diritti di proprietà intellettuale. Secondo il Wall Street Journal, circa 20 investigatori dell’Amministrazione statale cinese per la supervisione del mercato (SAMR) hanno effettuato controlli alla fine della scorsa settimana negli uffici della sede di Pechino.

Infine, anche Qualcomm è accusata di mettere a disposizione di terzi le sue tecnologie brevettate, anche se paga licenze molto costose, ma l’accusa è stata smentita dal gruppo.

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