Spettro radio

5G, nuove raccomandazioni Ue. Banda C e 26 Ghz libere entro il 2020

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Il Radio Spectrum Policy Group punta fra le altre cose sulla deframmentazione della Banda C e su sistemi di assegnazione alternativi alle classiche gare per velocizzare l’avvento del nuovo standard wireless nella Ue.

Il Radio Spectrum Policy Group, il gruppo di alto livello che consiglia la Commissione Ue in materia di frequenze, mette nero su bianco nuove raccomandazioni per gli Stati membri in materia di 5G. La “secondo opinion” dell’Rspg (scarica qui il documento in Pdf), dopo quella del novembre 2016, si concentra su due bande di frequenza, la banda C (3.4-3.8 Ghz) e i 26 Ghz, ribadendo che dovranno essere liberate entro il 2020 per lo sviluppo dei nuovi servizi wireless legati all’Internet of Things.

Queste due bande “pioniere”, insieme ai 700 Mhz, erano già state identificate come prioritarie per il 5G nella “first opinion” dell’Rspg.

La banda 700 Mhz è già stata assegnata in Francia, Germania e Finlandia e andrà all’asta anche in Italia quest’anno, con assegnazione definitiva nel 2022.

 

Banda C

Per quanto riguarda la banda C (3.4-3.8 Ghz) diversi paesi della Ue, fra cui Austria e Regno Unito, stanno organizzando le gare per l’assegnazione, già avvenuta ad esempio in Irlanda. La raccomandazione dell’Rspg è quella di lavorare alla deframmentazione della Banda C.

In Italia, una porzione della banda C (3.6-3.8 Ghz) andrà all’asta quest’anno mentre sulla porzione compresa fra 3.4-3.6 Ghz è in corso una consultazione Agcom per prorogare al 2029 i diritti d’uso in Fixed Wireless e Lte Advanced richiesta da diversi player (Linkem, Aria controllata da Tiscali, Go Internet, Mandarin e Tim).

Per quanto riguarda la banda 26 Ghz, l’Italia ha inserito un Gigahertz (26.5-27.5 Ghz) nell’asta che si terrà quest’anno.

Se l’Unione Europea potrà assicurare la disponibilità di queste tre bande (700 Mhz, 3.4.8 Ghz e 26 Ghz) entro il 2020, il 5G potrà partire con migliori presupposti rispetto al 4G, secondo il direttore generale della Dg Connect della Commissione Ue Roberto Viola, che parlando alla European Conference sul 5G a Bruxelles ha detto che si tratta del più importante “rilascio di spettro coordinato” che si sia mai visto in Europa, e che sia il Parlamento sia il Consiglio europeo sono d’accordo sull’importanza di rendere il 5G una realtà in tempi stretti.

 

Ipotesi deadline europea per rilascio 3.4-3.8 Ghz e 26 Ghz

La Commissione Ue peraltro punta a fissare una deadline per il rilascio della banda 3.4-3.8 Ghz e 26 Ghz, con una data ben precisa per il rilascio armonizzato delle frequenze valido per tutti gli stati membri. Un obbligo che potrebbe rientrare nel nuovo Codice Europeo delle Comunicazioni Elettroniche, oggetto di negoziati fra Commissione, Parlamento e Consiglio Ue che dovrebbe essere pubblicato entro pochi mesi, forse già ad aprile, visto che circa “l’80% delle questioni che riguardano lo spettro” sono state concordate.

Non solo gare, assegnazioni più flessibili

Dal punto di vista dell’assegnazione dello spettro, la “second opinion” dell’Rspg raccomanda l’utilizzo di sistemi più flessibili rispetto alle classiche gare con rilanci economici, come ad esempio quella prevista per i 700 Mhz.

Nel caso di altre bande di frequenza si pensa a criteri di assegnazione su base locale e geografica, per coprire ad esempio aree limitate come aeroporti o impianti di produzione e aziende. Questa soluzione più flessibile potrebbe valere in primo luogo per la banda 26 Ghz, per consentire agli operatori satellitari di continuare a usare le porzioni di questo spettro già occupate per i loro servizi.

 

Coordinamento transfrontaliero in ottica IoT

Un altro aspetto affrontato dall’Rspg nella sua “second opinion” riguarda la necessità di coordinare con chiarezza l’utilizzo transfrontaliero delle frequenze, in relazione ad esempio a nuovi servizi IoT che implicano una necessaria compatibilità di bande di frequenza fra i diversi stati della Ue per essere fruibili allo stesso modo nei diversi paesi. Un esempio per tutti è quello delle connected cars, che dovranno poter contare su frequenze comuni nella Ue per funzionare dappertutto nella Ue.

Permessi più facili

Per quanto riguarda i permessi e la burocrazia per il via libera a nuovi siti per ripetitori e antenne, la Commissione ha proposto di inserire nel nuovo Codice Europeo delle Comunicazioni Elettroniche norme per semplificare l’autorizzazione delle microcelle, che saranno sempre più diffuse in ambito urbano per la copertura 5G.

Infine, l’Rspg indica nella banda 66-71 Ghz come prossimo candidato per liberare nuove porzioni di spettro per il 5G.