Report

5G, nuove politiche dello spettro nella Ue. Dal mercato secondario all’uso temporaneo o condiviso

di |

L’ultimo studio della Commissione Ue sul 5G ipotizza nuove e diversificate modalità di assegnazione delle frequenze a seconda delle esigenze dei nuovi mercati verticali. Spunta l’ipotesi mercato secondario dello spettro e quella di assegnazioni temporanee e/o condivise.

L’ultimo studio della Commissione Ue sul 5G ipotizza nuove e diversificate modalità di assegnazione delle frequenze a seconda delle esigenze dei nuovi mercati verticali. Spunta l’ipotesi mercato secondario dello spettro e quella di assegnazioni temporanee e/o condivise. Lo studio (“Study on Spectrum Assignment in the European Union” qui la sintesi in Pdf), realizzato da PolicyTracker in collaborazione con LS Telecom e VVA per conto della Commissione Ue, considera se per i servizi 5G sia consigliabile lo stesso modello di assegnazione delle licenze sul modello tradizionale delle Tlc o se invece non sia consigliabile un modello di assegnazione senza licenza, come nel caso del WiFi, o ancora se non siano da considerare approcci intermedi, con licenze cosiddette “soft”.

L’analisi si occupa inoltre sulla modalità di assegnazione, tramite asta, e conclude di fatto che per sbloccare e dare il via a nuovi servizi e nuove modalità di utilizzo dello spettro 5G serviranno modalità di assegnazione e autorizzazioni d’uso diversificate.

In generale, i paesi con un approccio favorevole agli investimenti nello spettro radio ottengono risultati migliori per i consumatori.

Questo tipo di approccio allo spettro potrebbe risultare vantaggioso per tutti gli stati membri, in particolare favorendo un accesso più rapido allo spettro radio; la presenza di una più ampia gamma di operatori; disponibilità di un’ampia gamma di nuovi servizi in aree geografiche ampie.

I paesi che assegnano lo spettro per periodi più lunghi di tempo raggiungono risultati migliori in termini di copertura e servizi, secondo il report.

In particolare, le caratteristiche di accesso allo spettro dei servizi verticali, che hanno specificità di performance e tecnologiche particolari, sono alquanto diverse da quelle dei servizi mobili delle telco tradizionali. E’ per questo, secondo lo studio, che i servizi verticali per il 5G segneranno il modo in cui lo spettro verrà usato e il regime con cui dovrà essere assegnato e autorizzato. Il regime di assegnazione andrà armonizzato a livello europeo e specialmente per le bande ad alta frequenze (26 Ghz) si dovrà decidere una congrua quantità di spettro da assegnare in termini di blocchi, che dovrà essere diversa a seconda dei servizi cui saranno destinate le frequenze.

Alcune raccomandazioni presenti nel report consigliano gli stati membri di:

  1. Individuare porzioni di spettro da mettere a disposizione su base non esclusiva, per sostenere i casi di utilizzo 5G di questo tipo. Un approccio di questo tipo si può realizzare con la tecnica del network sharing, dello slicing, della messa a disposizione temporanea e del mercato secondario dello spettro.
  2. La Commissione dovrebbe prendere in considerazione tutte le bande dello spettro per il 5G.
  3. Una volta individuato lo spettro, andrebbe armonizzato a livello Ue tenendo conto dell’estensione transfrontaliera di molti mercati verticali, come ad esempio i trasporti, la sanità che si estendono oltreconfine (e necessitano delle stesse bande di frequenza per funzionare).
  4. La durata delle licenze d’uso dovrebbe essere armonizzata a livello Ue, per consentire di riorganizzare lo spettro in prossimità della scadenza. Un esempio pratico sono i 700 Mhz.
  5. Sarebbe consigliabile, soprattutto per le bande alte (26 Ghz) stabilire dei piani armonizzati di assegnazione di quantitativi minimi di banda coerenti fra tutti gli stati membri.
  6. Considerare nuove formule di spectrum trading e spectrum leasing fra privati, senza dover necessariamente passare dal regolatore per riassegnazioni di frequenze.
  7. Prezzo, obblighi di copertura e durata delle licenze sono elementi importanti per lo sviluppo di nuovi servizi. Più lunga è la durata delle licenze, maggiore è la disponibilità a investire.
  8. Sarebbe utile da parte del regolatore considerare l’assegnazione di licenze 5G non nazionali, ma regionali soprattutto per la parte alta dello spettro.
  9. Gli Stati dovranno infine vigilare affinché lo sviluppo di nuovi servizi di nicchia o personalizzati non sia penalizzato.