Debunking

5G, le più fantasiose teorie complottiste spiegate (e smascherate)

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Le più strampalate teorie complottiste sul 5G illustrate e smascherate per sgomberare il campo da malintesi e false credenze e fare chiarezza sul nuovo standard.

Che cosa è realmente il 5G? Ci vorrà ancora qualche tempo per vedere l’impatto reale del nuovo standard sulle nostre vite. Ma quel che è certo è che il 5G arriverà presto. I carrier stanno realizzando le nuove reti e sono nel mezzo del rollout per raggiungere gli obiettivi di copertura nazionale. Come tutte le grandi novità tecnologiche, anche il 5G ha dato adito a una serie molto ricca e variegata di teorie cospirazioniste e complottiste, che vanno dall’idea (infondata) che possa provocare il cancro a quella ancor più fantasiosa che possa portare con sé il coronavirus. Di seguito una carrellata di casi raccolti su Digital Trends.

Ma tutte queste teorie sui presunti pericoli legati al 5G hanno qualche valido fondamento?

E da dove arrivano tutte queste teorie tanto fantasiose quanto infondate?

Di seguito un’opera di debunking per capire come sono nate tutte queste voci sul 5G.

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La fisica del 5G

Prima di addentrarci nelle teorie cospirazioniste, è importante notare che il 5G riguarda diverse tecnologie e che coinvolge diverse frequenze dello spettro radio. Ci sono basse frequenze, che garantiscono velocità di trasmissione relativamente più lenta ma che possono coprire distanze più lunghe (700 Mhz). D’altro canto, ci sono altre frequenze che si trovano nella parte più alta dello spettro (26,5-27,5 Ghz), dette anche onde millimetriche (mmWave) che garantiscono connessioni molto più veloci, ma che possono viaggiare per tratti più brevi perché nono sono in grado di superare ostacoli fisici. Ci sono poi le frequenze in banda media (3.6-3.8 Ghz) che hanno connessioni ad una velocità intermedia che possono coprire distanze medie.

Il 5G ha provocato il coronavirus?

Una teoria che è andata per la maggiore è che l’anno scorso il 5G potrebbe aver contribuito alla diffusione della pandemia da coronavirus.

Secondo questa teoria, il rollout del 5G sarebbe andato a braccetto con i primi casi di coronavorius che si sono manifestati a livello globale, alla fine del 2019.

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A parte il fatto che in realtà il rollout del 5G è iniziato nel 2018, questa teoria nasce dal fatto di mettere in connessione il nuovo standard con la scoperta del coronavirus a Whuan, in Cina, dove il 5G era già stato realizzato.

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Una connessione quanto meno fantasiosa. Ma non è la sola. In primo luogo, c’è da dire che quando il 5G ha cominciato ad essere realizzato in Cina, Corea del Sud e Usa avevano già iniziato. Quindi, se il coronavirus fosse davvero causato dal 5G, allora avrebbe dovuto manifestarsi prima in Corea del Sud e Usa dove le prime reti sono state realizzate prima che in Cina.

Ovviamente, questo ragionamento va al di là della vera natura dei virus e del fatto che le onde radio non hanno alcun impatto sullo sviluppo di un virus.

Goccioline

Come è noto, la diffusione del coronavirus è legata in primo luogo alle goccioline generate quando qualcuno starnutisce o tossisce.

Queste goccioline possono sopravvivere sulle superfici per qualche ora, e possono anche fluttuare nell’aria per alcuni minuti dopo che qualcuno ha starnutito.   

Ma le onde radio sono una forma di onda elettromagnetica e non hanno nulla a che vedere con delle goccioline di alcun che. Possono viaggiare nell’acqua, anche se è per loro è molto più semplice viaggiare nell’aria.

Densità di popolazione

Ora, può anche darsi che aree ad alta diffusione del coronavirus siano le stesse aree con il 5G. Ma se è davvero così, dipende soltanto dal fatto che gli operatori sono partiti con le nuove reti in città ad alta densità di popolazione. Le zone densamente popolate sono anche quelle dove il virus si diffonde più facilmente, visto che le persone stanno a più stretto contatto fra loro.

Infine, all’epoca la Cina non aveva ancora cominciato a usare le onde millimetriche per il 5G ma stava usando le frequenze sub-6 GHz, che si trovano nella parte bassa e media dello spettro. Si tratta però di frequenze che erano già state utilizzate per altre tecnologie da anni, tutte le torri 4G ad esempio usano frequenze in questa fascia di spettro, riproposte anche per il 5G.

Il 5G sta contribuendo alla diffusione del coronavirus?

C’è poi una teoria leggermente diversa, secondo cui il 5G non avrebbe causato la diffusione del coronavirus all’inizio della pandemia, ma che starebbe contribuendo a diffondere il virus adesso perché avrebbe un impatto sul sistema immunitario, peggiorando i sintomi potenziali e accelerando la diffusione del virus.

Ora, è importante notare che in dosi molto elevate, le onde radio possono causare riscaldamento, e il sistema immunitario potrebbe fare fatica a funzionare se c’è un eccessivo surriscaldamento. Però c’è un piccolo quanto fondamentale problema: le onde radio emesse da una torre cellulare non sono mai nemmeno vagamente vicine in termini di riscaldamento alle temperature necessarie per provocare alcun problema di salute.

E’ vero che a frequenze estremamente alte, le onde elettromagnetiche potrebbero potenzialmente provocare dei disturbi alla salute. Ma le onde trasmesse dalle torri 5G sono molto ma molto più basse.

Tra l’altro una pletora di studi scientifici sul legame fra le onde non ionizzanti – le stesse utilizzate per le trasmissioni TV e anche per il 5G – e la salute umana.

Alcune organizzazioni sostengono la necessità di maggiori ricerche, ma ad oggi non c’è alcuna prova affidabile che suggerisca che le onde del 5G possano avere un impatto sul sistema immunitario umano.

Quindi, non bisogna dare ascolto a cosa si dice in proposito su Youtube.

Per avere consigli concreti e veritieri su come combattere il coronavirus si può andare al sito U.S. Department of Health and Human Services (HHS, Dipartimento statunitense per la salute e i servizi umani) oppure a quello dell’Organizzazione Mondale della Sanità.

Il 5G può provocare il cancro?

Alcune teorie secondo cui il 5G potrebbe causare il cancro sono in circolazione da qualche anno. Probabilmente ciò dipende dall’utilizzo della parola “radiazione”.  

Tutte le onde radio “irradiano”, ma ciò non significa necessariamente che abbiano un impatto negativo sulla salute umana.

Soltanto la parte alta dello spettro elettromagnetico, che comprende i raggi X e le radiazioni gamma, è “ionizzante”, il che signfica essenzialmente che è in grado di rompere i legami molecolari e danneggiare il DNA.

Il resto dello spettro radio è denominato non a caso “non ionizzante”, il che significa che queste onde hanno una lunghezza d’onda troppo lunga per poter di fatto danneggiare le cellule umane. Anche le onde 5G più alte sono di gran lunga al di sotto dei confini fra onde ionizzanti e non ionizzanti.

Ci sono dati concreti anche sull’impatto delle onde radio sul cancro. Onde su frequenze simili a quelle del 5G sono state utilizzate da decenni, e soltanto un numero esiguo di studi le ha collegate ad un incremento delle percentuali tumorali.

E’ vero che una torre 5G ha provocato la morte di centinaia di uccelli?

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La connessione fra il 5G e la morte di alcune decine di uccelli trovati morti sul Lungotevere a Roma è stata smentita dalla Lipu. Ideme per notizie analoghe diffuse in rete a proposito di una moria di uccelli all’Aia, visto che all’epoca non vi era in corso alcun test sul 5G.

Il 5G può essere usato per controllare le condizioni del tempo?

Magari. Se così fosse, grazie al 5G potremmo avere sempre il sole che splende. O anzi meglio, potremmo limitare le conseguenze del cambiamento climatico.

La radice di questa teoria dipende dall’idea che il governo Usa stia utilizzando il programma High-frequency Active Auroral Research Program, or HAARP per controllare le condizioni metereologiche.

HAARP è un laboratorio realizzato per studiare la ionosfera, e si trova in Alaska.

Subito dopo la fine del progetto, il governo aveva chiuso il laboratorio e trasferito la sua proprietà all’Università dell’Alaska. Ma cosa c’entra tutto ciò con il 5G?

Ebbene, per coloro che credono a questa teoria, la ionosfera è il luogo in cui si trovano i cosiddetti “satelliti 5G”. L’unico problema, il 5G per ora è più uno standard terrestre, e mentre i satelliti (dopo le dovute modifiche tecnologiche) potrebbero prima o poi essere utilizzati in teoria per la connettività 5G, oggi come oggi hanno una latenza troppo elevata per essere utilizzati per il 5G.   

Il 5G può essere usato per controllare il pensiero?

Questa è una delle teorie più pazze, e ovviamente non è vera. Come già ribadito, le onde del 5G non hanno alcun effetto osservabile sulla salute umana, per cui in alcun modo il 5g potrebbe essere utilizzato per controllare il pensiero delle persone.

In alcuni casi, però, questa teoria ha delle ulteriori varianti come ad esempio che il 5G venga usato per controllare dei mini robot che vengono iniettati nel corpo delle persone tramite i vaccini. Per quanto si tratti di pura science fiction, vale la pena precisare che anche questa teoria è falsa. Nessuno ha dei ini robot per il controllo della mente. Almeno per ora.