Clamoroso il Germania. L’asta tedesca per l’assegnazione delle frequenze 5G che si è tenuta nel 2019 va rifatta.
La BundesNetzAgentur (BNetzA), l’Agcom tedesca, sarà costretta a riesaminare l’asta dello spettro 5G della Germania del 2019 dopo la sconfitta in tribunale, che ha imposto di rivedere le condizioni di assegnazione delle frequenze per l’eccessivo condizionamento politico subito dal regolatore all’epoca, in particolare dal Ministero dei Trasporti di Berlino. Ma oggi le frequenze valgono molto meno di 6 anni fa.
Cosa succederà?
Saranno assegnate a prezzi più contenuti?
Ancora non è chiaro.
La nota della BNetzA
“L’Agenzia Federale per le Reti prevede che le reti mobili in Germania continueranno a espandersi rapidamente. Sia la decisione di assegnazione delle frequenze 5G che le attuali assegnazioni di frequenze alle aziende rimarranno valide finché non saranno revocate o modificate dall’Agenzia Federale per le Reti”, ha aggiunto. BNetzA ha osservato che le regole per l’assegnazione delle frequenze nelle bande di spettro 2GHz e 3,6GHz “devono essere riconsiderate. Il processo sarà obiettivo, trasparente e non discriminatorio. Dopo aver valutato la motivazione scritta del Tribunale Amministrativo Federale, l’Agenzia Federale per le Reti riprenderà il procedimento”. (Qui la nota in tedesco).
Le telco tedesche chiedono di cambiare le regole
L’associazione che rappresenta le telco tedesche Breko lo ha descritto come un “duro colpo per la BNetzA”.
Ha aggiunto che BNetzA deve adottare misure efficaci per rafforzare la concorrenza nelle comunicazioni mobili in fase di riassegnazione delle frequenze. Breko ha affermato che il mercato si è evoluto da quando si è tenuta l’asta nel 2019, con prodotti ibridi e bundle di telefonia mobile e fissa che hanno acquisito un’importanza significativa e con discussioni in corso sul consolidamento tra gli operatori di rete mobile.
L’autorità di regolamentazione deve ora ridefinire retroattivamente il quadro normativo che all’epoca sosteneva l’asta delle frequenze. “Riavvieremo tempestivamente il processo di assegnazione delle frequenze 5G per garantire alle aziende certezza del diritto e affidabilità nella pianificazione il più rapidamente possibile”, ha sottolineato il responsabile dell’agenzia Klaus Müller.
5G, le regole dell’asta vanno rifatte
L’autorità di regolamentazione tedesca delle telecomunicazioni, Bundesnetzagentur, nota come BNetzA, deve ridefinire il quadro normativo che ha sostenuto l’asta per le frequenze 5G del 2019. Questo dopo che il Tribunale Amministrativo Federale di Lipsia ha respinto il ricorso presentato da BNetzA dopo aver perso la causa intentata dagli operatori di rete Freenet ed EWE Tel presso il Tribunale Amministrativo di Colonia lo scorso anno.
Il tribunale di Colonia aveva stabilito che le condizioni per l’asta delle frequenze erano state stabilite illegittimamente. I giudici hanno riscontrato che il Ministero Federale dei Trasporti aveva influenzato i termini e le condizioni delle licenze, compromettendo così l’indipendenza dell’autorità federale di Bonn. All’epoca, il Ministero dei Trasporti era guidato da Andreas Franz Scheuer, del partito dell’Unione Cristiano Sociale (CSU).
Perché è stata intentata la causa?
La Germania ha condotto una delle aste di spettro più costose per il 5G nel 2019 e ha dovuto tenerla più tardi rispetto a molti altri paesi europei. Deutsche Telekom, Vodafone, O2 Telefónica e 1&1 si sono impegnate a pagare un totale complessivo di circa 6,6 miliardi di euro per le licenze di spettro.
Le licenze non includevano un “obbligo di fornitore di servizi“, ovvero non erano tenute a vendere contratti di telefonia mobile e affittare l’accesso alla rete a concorrenti MVNO, come EWE Tel e Freenet. Il tribunale ha ritenuto che ciò avesse indebolito la loro posizione negoziale.
Freenet ha accusato BNetzA di tattiche dilatorie presentando ricorso contro la sentenza del tribunale di Colonia. Il suo CEO, Rickmann von Platen, avrebbe affermato: “La riallocazione deve includere misure per proteggere la concorrenza”, ha dichiarato il CEO di Freenet.
E ora?
La causa non ha messo BNetzA sotto buona luce. Secondo Market Screener, esistono diverse opzioni su come l’agenzia potrebbe procedere: può sviluppare in modo indipendente e libero una nuova serie di condizioni e giungere infine alla stessa conclusione di prima dell’asta del 2019, nel qual caso adotterebbe lo stesso quadro normativo per l’assegnazione delle frequenze di allora. In tal caso, l’asta non dovrebbe essere ripetuta e non cambierebbe nulla.
Un’altra possibilità è che la BNetzA stabilisca retroattivamente regole diverse, richiedendo una nuova asta. Le implicazioni finanziarie per il governo federale – ad esempio, se riceverebbe meno fondi per le frequenze – rimangono del tutto poco chiare. Gli osservatori del settore ritengono che una ripetizione dell’asta non sia particolarmente probabile. Ma non impossibile.
