Consultazione

5G, la Ue allarga il tiro: consultazione aperta non solo alle telco

di |

L’Unione Europea ha avviato il sondaggio online aperto a tutti i player interessati al nuovo standard per raccogliere suggerimenti per il manifesto del 5G.

Mettere nero su bianco un piano d’azione condiviso, un manifesto europeo per l’avvio armonizzato del 5G e il suo sviluppo oltre l’orizzonte temporale del 2020 (per allora saranno attive le prime reti commerciali 5G in alcuni paesi della Ue). Questo l’obiettivo della Ue, che ha appena lanciato una consultazione pubblica sul 5G destinata ai 28 stati membri (quindi la Brexit non sembra contemplata), sotto forma di questionario online, per raccogliere suggerimenti, opinioni, spunti da tutti i player coinvolti. Una consultazione a 360° rivolta a tutti i settori industriali (verticals) e non soltanto alle telco, da completare e consegnare entro l’11 luglio al commissario Ue all’Economia Digitale Gunther Oettinger, grande promotore del 5G in seno alla Commissione Juncker.

Resta da capire in che modo un’eventuale Brexit impatterà sul 5G europeo e soprattutto, in caso di vittoria del sì, in che modo l’addio di Londra rischia di impattare sul versante caldo dello spettro radio europeo, un terreno che vede i singoli stati muoversi in ordine sparso.

L’obiettivo della consultazione, rivolta a “ogni settore che prevede dei benefici derivanti da una maggiore connettività per migliorare i suoi processi, prodotti e servizi”, è coinvolgere in questa fase progettuale non soltanto il settore delle Tlc ma anche altri attori fra cui il settore Energy, Automative ma anche il settore dei servizi, logistica, media, entertainment, sanità produzione industriale, turismo ecc.

Il risultato della consultazione diventerà un vero e proprio ‘manifesto’ del 5G e il commissario Oettinger lo inserirà certamente nel pacchetto di riforme del framework europeo del settore Telecom, che sarà presentato in autunno ed è uno dei punti nevralgici della strategia Ue per il Mercato Unico.

  • Un’agenda completa per l’introduzione del 5G nella Ue
  • Aspetti legati all’introduzione del servizio e a quali nuovi servizi saranno introdotti
  • Abilitatori del 5G: spettro, standard, investimenti

Parlando della consultazione, il commissario Oettinger ha detto che l’Europa ha bisogno di più “flessibilità nell’individuazione di rilevanti porzioni di spettro” da destinare al 5G. Un’esigenza ancor più sentita dal commissario, che punta sul nuovo standard per l’Europa ad un rinnovato primato nel wireless perso ormai dai tempi del 2G, visto il vantaggio in cui si trovano già gli Usa e il Giappone nello sviluppo del 5G. I due paesi hanno già identificato le bande di frequenza da destinare al nuovo standard wireless, per questo l’Europa deve accelerare e non perdere tempo.

Fra i temi affrontati nella consultazione ci sono il timing del 5G – la Commissione punta sul 2020 per la liberazione dei 700 Mhz, l’Italia dal canto suo chiede tempo fino al 2022 per la migrazione dei broadcaster; l’introduzione di nuovi tipi di servizi; l’identificazione di precondizioni tecniche fondamentali per lo sviluppo del 5G come standard tecnologici, spettro e tabella di marcia degli investimenti necessari all’implementazione delle reti.

Anche Andrus Ansip, vice presidente della Commissione per il Digital Single Market, ha ricordato la scorsa settimana che il punto centrale sarà la disponibilità “di spettro radio coordinato per fare progressi nella nuova era del 5G”.

Senza una maggior disponibilità di banda larga mobile gli obiettivi del Digital Single Market non saranno raggiungibili.

La presenza di spettro coordinato a livello comunitario è quindi vitale per un’economia digitale degna di questo nome.

E per quanto riguarda il 5G, la Commissione resta ferma sulla data del 2020 per la liberazione dei 700 Mhz per la banda larga mobile e chiede nella consultazione di fissare le tappe dello sviluppo dei nuovi servizi.

Per raggiungere questi obiettivi Ansip si rende conto che qualcosa dovrebbe cambiare sul fronte degli investimenti. Servirebbero regole più favorevoli agli investimenti in nuove reti e un quadro regolatorio meno complesso per chi vuole investire nella Ue.

eu-vision-for-5g-2666