5G e GDPR

5GItaly. ‘La protezione dei dati non un costo. 5G e GDPR possono convivere’. Videointervista a Giovanni Buttarelli (Garante Europeo Privacy)

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La videointervista a Giovanni Buttarelli, Garante Europeo dei dati personali, in occasione della lezione che ha tenuto il 6 dicembre 2018 alla '5G International PhD School': la scuola internazionale di dottorato che il CNIT ha concepito come evento di prestigio ad alta connotazione scientifica aggregato alla conferenza 5G Italy.

5G e protezione dei dati come potranno convivere? 

Lo abbiamo chiesto a Giovanni Buttarelli, Garante europeo per la protezione dei dati personali, al termine della lezione che ha tenuto il 6 dicembre 2018 alla 5G International PhD School: la scuola internazionale di dottorato che il CNIT ha concepito come evento di prestigio ad alta connotazione scientifica aggregato a ‘5G Italy – The Global Meeting in Rome’, la tre giorni di Conferenza sulla futura rete 5G, che si è tenuta al CNR di Roma: è stata promossa dal CNIT (Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni) e organizzata da Supercom insieme a Key4biz.

“Servizi 5G e protezione dei dati potranno convivere”, ha risposto ai nostri microfoni Buttarelli, “a condizione che si comprenda la necessità di avere più rispetto per gli utenti, abbonati, consumatori e cittadini in quella che si profila essere una nuova sfida. Giuristi e ingegneri dovranno parlarsi di più e tutte le aziende che iniziano a investire nel 5G devono realizzare tecnologie in grado di rispettare a priori i principi del GDPR di privacy by design e privacy by default.

5G Italy, guarda la videointervista a Giovanni Buttarelli, Garante europeo per la protezione dei dati personali

“Non si può pensare che la sicurezza sia un costo e quindi viene minimizzato, invece si dovrebbe investire esponenzialmente in questo”, ha aggiunto Buttarelli.

“Il GDPR sarà anche nella società connessa 5G la principale cornice normativa di riferimento perché è stata disegnata per durare almeno un ventennio, è un Regolamento neutrale, infatti non parla di 5G, ed è orientata al futuro. Considero un successo la mia organizzazione perché 25 su 47 delle disposizioni che parlavano di leggi aggiuntive (i cosiddetti atti delegati alla Commissione Ue) sono state sostituite dalle linee guida adottate ora dai Garanti privacy degli Stati membri in consultazione con le categorie interessate, comprese quella del 5G. Dunque c’è possibilità di fare chiarezza, sfruttando il principio dell’accountability senza essere troppo prescritivi e senza inseguire lo sviluppo tecnologico, ma occorre un input da parte del mondo ingegneristico e aziendale per trovare la normativa migliore per il 5G, prima che sia troppo tardi”, ha concluso il Garante europeo per la protezione dei dati personali.