UNICO CASO?

5G. In Germania università e PMI possono chiedere le frequenze per le proprie reti private

di FRANCESCA CEDERNA |

Destinatari dell’iniziativa saranno università (cui saranno destinate le frequenze 3.7/3.8, rimaste fuori dall’asta tedesca dello scorso giugno) e piccole e medie aziende. Gli importi difficilmente supereranno le poche migliaia di euro all’anno.

Da oggi, 21 novembre, aziende ed università possono richiedere l’uso di frequenze 5G per costruire la propria rete. È quanto ha dichiarato ieri il ministro tedesco dell’economia.

Questo vuol dire che aziende ed università non dipenderanno più dagli operatori di telecomunicazioni e saranno in condizione di costruire la propria rete 5G autonoma da internet.

Il percorso giuridico, operativo ed amministrativo (denominato Frequency Fee Ordinance) è dettagliatamente descritto sulla Federal Law Gazette, che lo pubblica questa mattina.

Destinatari dell’iniziativa saranno università (cui saranno destinate le frequenze 3.7/3.8 GHz, rimaste fuori dall’asta tedesca dello scorso giugno) e piccole e medie aziende. Per queste ultime il costo d’uso delle frequenze sarà determinato in base all’ampiezza di banda necessaria, alla grandezza dell’area di copertura, infine all’arco di tempo richiesto. Gli importi difficilmente supereranno le poche migliaia di euro all’anno.

Molte aziende, non solo tra quelle medie e piccole, hanno espresso alto livello di apprezzamento e interessamento alla costruzione di proprie reti 5G. Tra queste, i produttori d’auto assieme a società di servizi come Deutsche Messe e Lufthansa.

Al recente Mobile World Congress di Barcellona aveva fato scalpore il progetto di rete 5G destinata ad un campus presentato da OSRAM nella scorsa primavera.

Gli operatori di telecomunicazioni si sono espressi in modo negativo verso la decisione del governo. Da un lato temono di perdere parte del business, ma in realtà saranno in molti casi i partner per la costruzione delle reti private locali.

Il caso, unico per il momento, apre la strada ad una riformulazione di ruoli che potrebbe vedere presto coinvolti anche gli enti locali.