TalkFor5G

5G, il ruolo di Università e Ricerca nella trasformazione digitale. ‘Da Digital First a Digital by Default’

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Si è tenuto oggi il TalkFor5G organizzato da FOR e INWIT dal titolo “Università e ricerca nel mondo che cambia”.

Il ruolo centrale del mondo accademico e della ricerca nell’indirizzare il processo di profonda trasformazione digitale del paese, che nei prossimi 5 anni potrà contare sugli ingenti fondi del PNRR. Questo in estrema sintesi il tema del TalkFor5G che si è tenuto oggi, promosso da FOR, Fondazione Ottimisti & Razionali e da INWIT (Infrastrutture Wireless Italiane) intitolato appunto Università e ricerca nel mondo che cambia”. Durante il Talk Massimo Sideri, editorialista del Corriere della Sera, ha intervistato Maria Cristina Messa, Ministro dell’Università e della Ricerca, e  Maria Chiara Carrozza, Presidente CNR. Hanno partecipato al Talk Giovanni Ferigo, amministratore delegato di INWIT; Simonetta Iarlori, Chief People, Organisation and Transformation Officer Leonardo; Giovanni Lo Storto, Direttore Generale Università LUISS Guido Carli. Un occhio di riguardo anche al ruolo centrale del 5G come tecnologia abilitante del processo di digitalizzazione del mondo accademico.

5G, Ferigo (INWIT): ‘Abbiamo diverse collaborazioni con il mondo dell’Università’

INWIT ha in essere “diverse collaborazioni con il mondo dell’università”, ha detto l’amministratore delegato Giovanni Ferigo, ricordando la copertura tramite DAS delle 4 sedi della Luiss e la collaborazione con l’Università Federico II di Napoli. Si tratta di coperture molto adatte ad ambienti come quelli accademici, raggiunte grazie ad antenne di dimensioni molto piccole (“grandi come un foglio A4”, ha precisato Ferigo), dispositivi totalmente compliant in tema di sostenibilità. Sul fronte della ricerca e sviluppo, INWIT ha avviato diversi progetti di open innovation, che coinvolgono il mondo delle startup. Ma per accelerare la digitalizzazione del paese, è necessario semplificare e rendere più rapido l’iter per ottenere i permessi per le antenne. “Ci vogliono fino a sette permessi diversi” per montare un’antenna, mesi e mesi di attesa dice Ferigo: “Il Governo si sta impegnando molto per semplificare l’iter di rilascio”.

Lo Storto (LUISS): ‘Dal Digital First al Digital by Default’

“Siamo stati la prima Università 5G ready d’Italia – ha detto Giovanni Lo Storto, Direttore Generale Università LUISS Guido Carli – La pandemia ha consentito una accelerazione impensabile” nel processo di digitalizzazione anche in ambito accademico. “La tecnologia diventa un fattore abilitante anche nell’education, dobbiamo passare dal paradigma del digital first a quello del digital by default”, ha aggiunto Lo Storto. L’obiettivo è quindi quello di mixare i sistemi di apprendimento, tentando però di semplificare le cose per gli studenti. Come dice la ministra dell’Università e della Ricerca Maria Cristina Messa “In un paese come il nostro, che ha 5mila corsi di laurea, può essere complicato scegliere”.

Iarlori (Leonardo) ‘Da pandemia grande accelerazione digitale’

Leonardo è un’azienda permeata di tecnologia, dall’Intelligenza Artificiale al 5G. Lo ha detto Simonetta Iarlori, Chief People, Organisation and Transformation Officer Leonardo, aggiungendo che il processo di digitalizzazione ha subito una forte accelerazione con la pandemia. “A gennaio del 2020 c’erano 2mila persone in smart working, oggi ce ne sono ben 14mila”, ha detto Iarlori, sottolineando come però ci sia volute un fattore esterno forte e scatenante come la diffusione del virus per fare questo salto. Leonardo è fortemente improntata alla ricercar e sviluppo tecnologico, grazie a diversi laboratory organizzati i.n tal senso. Non manca nemmeno la formazione online, che raggiunge il 35% di adesione a corsi di varia natura. “Dobbiamo imparare a lavorare ed esprimerci in un modo diverso in un mondo digitale”, ha detto la manager, ricordando la collaborazione di Lenorado con università e mondo della scuola per la diffusione del digitale.

Cristina Messa (Miur) ‘Università e Ricerca come motore del mondo che cambia’

Il ruolo centrale dell’Università e della Ricerca nel mondo che cambia. E’ questo il messaggio diMaria Cristina Messa, Ministro dell’Università e della Ricerca, che a proposito del PNRR dice che proprio da qui “siamo partiti nella missione 4 del PNRR per superare i gap che consociamo bene e arrivare così a riassestarci fra 5 o 6 anni ad un livello più alto, in grado di auto sostenersi”. Le linee strategiche per arrivare a questo risultato vedono al centro la formazione. “Dobbiamo aumentare il numero di laureati e dobbiamo migliorare le competenze” per consentire lo sviluppo di nuove soluzioni ad esempio legate al 5G. Si tratta di obiettivi che non si possono improvvisare, è necessario investire e ci vuole tempo. “Lo dimostrano i vaccini, che sono nati dove la ricerca era già ben avviata da anni” come nel caso di quello sviluppato da Moderna, ha detto il ministro Messa. Ed è per quest che “dobbiamo dare ai nostri giovani gli strumenti per dominare i dati attraverso tecnologie come l’intelligenza artificiale”, ha aggiunto, indicando nella collaborazione fra atenei, enti di ricerca e industria la via maestra da seguire. Serve insomma una grande rete di collaborazione pubblico-privato da sviluppare con lo sforzo congiunto di tutti.

Carrozza (CNR) ‘Compito del Pubblico è favorire gli spin off’

In ottica di partnership pubblico-privato, “è importante favorire e semplificare la creazione di nuovi spin off”, ha detto Maria Chiara Carrozza, Presidente CNR, che vede il tema delle partnership come la chiave di sviluppo del PNRR. “Stiamo lavorando ad una strategia per la valorizzazione della ricerca e del trasferimento tecnologico”, ha aggiunto Carrozza. L’obiettivo è anche quello di superare le resistenze che a volte bloccano lo sviluppo delle idee. “A volte c’è un freno nelle università”, dice la presidente del CNR, secondo cui il ruolo propulsore dell’Università va spinto. Il CNR peraltro vuole ricoprire un ruolo da protagonista nell’ambito del CNR. “Per lo sviluppo di nuove tecnologie serve la ricerca, il CNR è un serbatoio enorme di competenze. Sono certa che il Governo ci chiederà dove vogliamo posizionarci con il PNRR”, ha detto Carrozza che in quanto esperta di biorobotica ha detto che il 5G è l’ecosistema perfetto per lo sviluppo dei robot: “Il 5G è una tecnologia molto importante per far comunicare fra loro i robot e i robot con gli esseri umani per i tempi bassissimi di latenza”.