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5G, il Governo Draghi esercita il golden power. Ma ormai la verifica è un obbligo di legge

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Il Governo Draghi due settimane fa ha esercitato i poteri speciali del golden power sull’acquisto da parte di Fastweb di tecnologie 5G dal vendor cinese ZTE e dalla taiwanese Askey. Il Governo ha poi posto delle prescrizioni all’operazione. Non è certo una novità, anzi. L’esercizio del golden power su tecnologie 5G provenienti da fornitori extra Ue è ormai un obbligo di legge nei contratti fra cliente e vendor, ed è già avvenuto diverse volte in passato con il Governo Conte Due. La verifica è obbligatoria.

Nessuno stop al progetto

Nessuno stop al progetto, quindi. Soltanto prescrizioni come è avvenuto in tutte le notifiche fin qui presentate da quando è entrata in vigore la normativa due anni fa.

Non è la prima volta che succede. Fastweb è stata oggetto di altri interventi di verifica su forniture tecnologiche da parte del Governo: la prima volta a luglio del 2019, in occasione dell’avvio di un progetto in collaborazione con Samsung per una rete Fwa.

Il set di prescrizioni imposte a Fastweb è quello standard, fissato dal caso di Samsung in poi.

La nuova normativa

La nuova normativa che estende il golden power al 5G rende obbligatoria la notifica da parte di aziende non europee quando sono intenzionate ad entrare nella progettazione o gestione della rete 5G. Ecco perché Fastweb si è attivata da subito con Palazzo Chigi sull’intesa con ZTE notificandola.

L’utilizzo del Golden Power negli ultimi due anni è esploso soprattutto nel mercato delle telecomunicazioni, anche per l’introduzione delle reti 5G nel suo perimetro, come peraltro segnalato dall’Osservatorio Golden Power (www.osservatoriogoldenpower.eu).

Nel 2018 le notifiche erano state una quarantina, nel 2019 sono raddoppiate a 83 e nel 2020 sono arrivate a più di 200. Il Governo Draghi si muove secondo le norme.

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