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5G, il caso Bologna: il Tar dà ragione al Comune e blocca l’antenna

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Le resistenze dei comuni alla realizzazione delle nuove reti 5G si stanno diffondendo a macchia d’olio in Italia, tra falsi allarmi e carenza di informazioni.

Le resistenze dei comuni alla realizzazione delle nuove reti 5G si stanno diffondendo a macchia d’olio in Italia, creando non pochi problemi agli operatori. La situazione si sta facendo caotica, con molti piccoli comuni che bloccano i permessi e consigli comunali dove spuntano delibere per bloccare tutti i permessi alla realizzazione di nuove antenne, in attesa di non meglio precisate rassicurazioni sui rischi per la salute dei cittadini.

Gestire la situazione è difficile, perché circolano diverse informazioni sbagliate se non false. L’Anci sta intervenendo, a livello di singoli comuni, per diffondere un clima più sereno ed evitare che la situazione peggiori ulteriormente.

Anci e FUB a braccetto

Un’opera di sensibilizzazione e comunicazione dedicata partirà dal 19 al 21 novembre ad Arezzo, in occasione dell’associazione annuale dei comuni italiani, dove l’Anci, in collaborazione con la Fondazione Ugo Bordoni (Fondazione Ugo Bordoni), avvierà un’attività di comunicazione ad hoc, per dire chiaro e tondo ai comuni che i limiti di emissione elettromagnetica in Italia sono i più bassi della Ue, che l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) non ha mai riscontrato rischi per la salute connessi alle antenne 5G e che aumentando il numero di antenne sul territorio diminuiscono i livelli di emissione. In altre parole, maggior è il numero di antenne, minore è il livello di emissioni elettromagnetiche (vedi l’intervista al Professor Nicola Blefari Melazzi, presidente del CNIT ‘5G, più antenne ci sono e minori sono le emissioni’).

Il CNIT (Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni, https://www.cnit.it), dal 3 al 5 dicembre a Roma nella sede del CNR organizza la seconda edizione del 5G Italy, il principale evento nazionale sul 5G. 

Gli operatori, ma anche i comuni, hanno già chiesto l’intervento diretto del Mise per organizzare una campagna di sensibilizzazione sul territorio.

Il caso di Bologna: il Tar dà ragione al Comune e blocca l’antenna 5G

Il Tar ha dato ragione al Comune di Bologna che aveva rifiutato una richiesta da parte di iliad per riconfigurare alcune antenne di telefonia in chiave 5G.

Al rifiuto del Comune, l’operatore di telefonia mobile, attivo in Italia da circa un anno e mezzo, aveva fatto ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (il TAR), chiedendo l’annullamento del provvedimento con cui era stata rifiutata la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) presentata lo scorso 30 maggio per la realizzazione di un impianto di telefonia mobile in via del Genio (sui Colli Bolognesi).

Ma il Tribunale ha deciso di dare ragione al Comune.

[..] Rilevato che parte ricorrente ha impugnato, chiedendone la sospensione cautelare, il provvedimento P.G. n. 295097/2019, trasmesso a mezzo p.e.c. il 25 giugno 2019, con il quale il Comune di Bologna – Area Economia e Lavoro – U.I. Attività Produttive e Commercio – U.O. Procedimenti ambientali, ha disposto l’inefficacia della Segnalazione Certificata di Inizio Attività presentata da Iliad Italia il 30 maggio 2019 ai sensi dell’art. 87 bis del d.lgs. n. 259/2003 per la realizzazione di un impianto di telefonia mobile in via del Genio, nonché il provvedimento P.G. n. 362478/2019 trasmesso a mezzo p.e.c. l’8 agosto 2019, con il quale il Comune di Bologna ha respinto l’istanza di annullamento in autotutela del provvedimento sopra indicato; ritenuta l’insussistenza dei presupposti per l’accoglimento della domanda cautelare, apparendo prima facie legittima la decisione adottata dal Comune, alla luce delle puntuali argomentazioni difensive articolate dall’Ente in giudizio e tenuto anche conto della circostanza di fatto consistente nella data di disponibilità del diritto d’uso della frequenza 700 MHZ in favore della ricorrente (dal 1° luglio 2022), che appare incompatibile rispetto al termine ultimo di 12 mesi per l’eventuale realizzazione dei lavori; quanto al periculum in mora, nel bilanciamento degli interessi proprio di questa fase, deve ritenersi prevalente l’interesse pubblico sotteso ai provvedimenti contestati rispetto a quello di parte ricorrente, considerato altresì che dalla mera sospensione dell’atto impugnato, non deriverebbe comunque l’automatica possibilità per la ricorrente di realizzare l’attività segnalata;

ritenuto che le spese di questa fase debbano seguire la soccombenza, liquidate come in dispositivo;

P.Q.M.

Il Tribunale Amministrativo Regionale per l’Emilia Romagna (Sezione Seconda):

– respinge la domanda cautelare;

– condanna parte ricorrente alla rifusione delle spese di lite di questa fase, liquidate in € 2.000,00 oltre accessori di legge in favore della controparte costituita.

La presente ordinanza sarà eseguita dall’Amministrazione ed è depositata presso la segreteria del tribunale che provvederà a darne comunicazione alle parti.

Così deciso in Bologna nella camera di consiglio del giorno 30 ottobre 2019 [..]

A Bologna iliad aveva inviato richiesta di riconfigurazione di alcune antenne per il 5G su frequenza 700 MHz (la cui disponibilità d’uso partirà dal 1° luglio 2022), quindi non si trattava di installare nuovi impianti, ma soltanto di cominciare a riconvertire quelli già esistenti.

5G, tavolo metropolitano nel bolognese

A Bologna la Conferenza metropolitana dei sindaci ha approvato la proposta di attivare un Tavolo metropolitano di concertazione, che coinvolge anche Arpa, Asl e Lepida, sulla tecnologia 5G, allargando quello già predisposto dal Comune di Bologna il 2 aprile scorso. Il voto favorevole è stato all’unanimità, dopo le polemiche delle ultime settimane, in particolare dopo che la sindaca renziana di San Lazzaro Isabella Conti ha vietato le nuove antenne 5G.

“È positivo – ha sottolineato il sindaco metropolitano Virginio Merola che le competenze maturate all’interno del Tavolo del Comune di Bologna, vengano estese a tutti i comuni della città metropolitana per mantenere un’attenta attività di monitoraggio e dare risposte su questo tema. Cercheremo anche di coinvolgere l’Anci perché questa nostra esperienza possa essere allargata a livello nazionale”.

Tanto più che anche la città metropolitana di Venezia sta preparando un tavolo tecnico sul modello di Bologna.