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5G, il 2023 sarà l’anno del sorpasso

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Fra quattro anni, i dispositivi in grado di supportare il 5G avranno superato in percentuale quelli ancora fermi al “vecchio” 4G, per il 51,4% del totale. Strumentale nel sorpasso sarà la Cina: sempre nel 2023, il 34% delle consegne sarà infatti destinato a Pechino.

Rubrica settimanale SosTech, frutto della collaborazione tra Key4biz e SosTariffe. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

Il momento cruciale sarà il 2023. Fra quattro anni, i dispositivi in grado di supportare il 5G avranno superato in percentuale quelli ancora fermi al “vecchio” 4G, per il 51,4% del totale. Strumentale nel sorpasso sarà la Cina: sempre nel 2023, il 34% delle consegne sarà infatti destinato a Pechino, seguita dal Nord America al 18,8% e la regione dell’Asia-Pacifico al 17,4%. Insomma, a trainare il progresso saranno ben precise scelte politiche da parte dei governi, considerando gli investimenti necessari nelle infrastrutture. A sostenerlo sono le analisi elaborate dagli esperti di Canalys, una delle più note società di ricerche di mercato nel campo delle telecomunicazioni. Il tutto mentre non accenna a sgonfiarsi lo scandalo sulla presunta pericolosità del 5G.

I ritardi di Apple
Questo 2019 per molte aziende di smartphone è l’anno del passaggio, a piccoli passi, al 5G, con qualche significativa eccezione (Apple, su tutte). Una discreta fetta dei dispositivi venduti l’anno prossimo (l’11,8%, ma il 17,5% in Cina, contro lo 0,9% di quest’anno) saranno in grado di supportare la nuova rete, percentuale destinata a più che raddoppiare nel 2021 (27,3%) e ad arrivare al 39,5% nel 2022. Sempre in Cina nel 2023 gli smartphone 5G saranno addirittura il 52,7%.

Secondo Nicole Peng, Vice President of Mobility presso Canalys, «gli smartphone 5G si diffonderanno in fretta in Cina, grazie a una strategia governativa forte e alle capacità finanziarie delle società. Inoltre la Cina è la patria di diversi fornitori di primo piano in materia di apparecchiature 5G, oltre che di molte marche note nella mobilità, e per questo nei prossimi anni ci sarà una notevole spinta di marketing». Va rilevato, però, che dire “adozione in massa degli smartphone 5G” non è esattamente la stessa cosa di un’efficace introduzione del nuovo approccio, in modo da bilanciare il rapporto tra costi e benefici per le aziende, che già ora patiscono non poco la concorrenza dei MVNO nell’ambito della telefonia mobile (basta dare un’occhiata alle offerte disponibili su SosTariffe.it per rendersi conto di come le offerte a costi stracciati da parte di operatori come Iliad e Ho. abbiano rapidamente compresso le tariffe di mercato).

Come andranno le cose in Cina
In altre parole, aggiungere ulteriori spese per sfruttare al meglio le potenzialità del 5G – anche in chiave concorrenziale, considerando che per il 4G e il 4.5G siamo ormai ai limiti fisici, mentre il 5G partirà relativamente “piano” e poi crescerà rapidamente con il miglioramento delle infrastrutture – sarà una sfida non da poco per gli operatori. Inutile dire che a uscirne meglio saranno quelli che sono riusciti a mettere da parte una cospicua riserva liquida, tra cui ovviamente i grandi player cinesi: gli operatori dell’Estremo Oriente, infatti, investiranno nella nuova tecnologia di rete più 5 miliardi di dollari solo quest’anno, per costruire tra 70.000 e 90.000 stazioni 5G.

Sarà soprattutto China Mobile, tra i tre principali operatori cinesi, ad aumentare il proprio vantaggio di mercato, grazie alla grande quantità di utenti e alla propria forza finanziaria. Secondo l’analyst di Canalys Mo Jia, «China Mobile ha il più ampio portfolio di smartphone 5G al lancio. Considerando che il governo ha appena implementato la policy, attesa da lungo tempo, per la portabilità del numero, tutti e tre gli operatori diventeranno ancora più aggressivi, con promozione rivolte ai “pionieri” del 5G e ai clienti del segmento più alto». Come fa notare Canalys, i produttori di smartphone cinesi come Huawei, Oppo, Xiaomi e ZTE sono tutti partner dei tre operatori telefonici, e anche Samsung approfitterà dell’occasione per ricavarsi una più alta quota di mercato in Cina. Apple, come detto, è in ritardo: «i fedeli acquirenti dell’iPhone saranno costretti ad aspettare ancora un anno, e questo significa che ci sarà rischio di perderli verso competitor più aggressivi», ha sottolineato Jia.

Ma il 5G è davvero pericoloso?
Tutto questo mentre aumentano i dibattiti sui possibili pericoli legati all’uso del 5G. Com’è noto, le ricerche sui danni da radiazioni relative agli smartphone hanno portato, negli ultimi anni, a risultati spesso contraddittori, e ancora oggi non c’è un consenso scientifico univoco sugli eventuali danni a lungo termine causati dai nostri dispositivi portatili. Il 5G, inoltre, si affida a uno spettro ad altissima frequenza, che secondo alcuni studi potrebbe avere effetti particolarmente deleteri. Lo scorso aprile, il governo belga ha interrotto alcuni test sul 5G a Bruxelles, e anche diversi parlamentari dei Paesi Bassi hanno esortato le istituzioni a dare un’occhiata più da vicino alla nuova tecnologia; la Svizzera, dal canto suo, ha creato un sistema di monitoraggio apposito per verificare gli effetti. E anche negli Stati Uniti, dal New Hampshire – che sta decidendo se sia il caso o meno di formare una commissione per studiare gli effetti delle reti 5G – alla California (a Mill Valley, il consiglio cittadino ha bloccato lo sviluppo delle nuove celle per il 5G wireless), chi si preoccupa non appare certo in minoranza.

Teoricamente, le radiazioni dannose per la salute sono quelle ionizzanti (come i raggi ultravioletti, i raggi X, i raggi gamma e così via), che possono rompere i legami chimici nel DNA, causando danni alle cellule e a lungo andare anche il cancro. Per questo l’esposizione a tali radiazioni deve essere il più breve possibile.

Le radiazioni non ionizzanti, che hanno frequenze minori e lunghezze d’onda maggiori, non producono energia sufficiente per danneggiare il DNA (ad esempio la luce visibile, le onde radio e, appunto, i cellulari che utilizzano servizi 3G e 4G). Le microonde e la cosiddetta banda millimetrica – quest’ultima è appunto alla base dello spettro che verrà utilizzato dalla tecnologia 5G – sono ancora considerate non-ionizzanti, e quindi non dannose così come i router Wi-Fi o gli scanner negli aeroporti. Alcuni studiosi, però, hanno parlato di uno “stress ossidativo” per le cellule – in grado di infiammarle e di causare anche il cancro, il diabete e varie malattie cardiovascolari, neurologiche e polmonari – che può essere causato dai dispositivi come i telefonini portatili. Secondo l’American Cancer Society, la maggior parte degli studi non ha evidenziato un collegamento tra l’utilizzo degli smartphone con il 3G e il 4G e lo sviluppo di tumori, ma essendo una tecnologia emergente, ancora si sa molto poco del 5G e dei suoi effetti. Secondo uno dei tossicologi coinvolti negli studi per il National Toxicology Program statunitense, Michael Wyde, «da quel che ci è dato di capire, il 5G differisce in modo drastico con quanto abbiamo studiato finora».