L'evento

5G, convegno alla Federico II di Napoli: fra ruolo sociale dello Stato e reti private per il business

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Cosa si è detto alla Facoltà di Ingegneria della Federico II di Napoli, con la promozione del Rotary Club Campania D2101, capitale del 5G per un giorno sabato 27 maggio, per un confronto a 360° con i massimi esperti del settore Tlc.  

La Facoltà di Ingegneria dell’Università Federico II di Napoli, con la promozione del Rotary Club Campania D2101, capitale del 5G per un giorno sabato 27 maggio, per un confronto a 360° con i massimi esperti del settore sulle prospettive sociali e di business legate al nuovo standard di comunicazione mobile.  

“Il #5G ha potenzialità che nessuna tecnologia di telefonia mobile ha avuto fino ad oggi, – ha detto Alessandro Castagnaro, Governatore Rotary D2101, – ed il Rotary, che ha sempre grande attenzione verso i fenomeni che coinvolgono la comunità, ha voluto organizzare, con Università e Ordini Professionali, un convengo in cui discutere delle ricadute della nuova tecnologia sul territorio, affrontando alcuni fra i temi di maggior interesse per la popolazione”.

Un evento di grande sostanza, organizzato dal Professor Nicola Pasquino, professore di Eelettromagnetismo alla Federico II, rotariano: “Il 5G, pur nelle difficoltà che stanno vivendo le telecomunicazioni in Italia, si sta diffondendo con sempre maggiore capillarità nelle nostre città, e tante sono le domande che i cittadini si pongono. Ci è sembrato naturale perciò – commenta Nicola Pasquino, professore alla Federico II – che Rotary, Università e Ordini Professionali si unissero per offrire ai cittadini e ai professionisti un incontro nel quale discutere del perché questa tecnologia sia così importante e di quali vantaggi essa porterà alla società”.

Il tutto, nel quadro di una prossima approvazione di un decreto legge da 1,5 miliardi in aiuto del settore delle Tlc, che fra le altre cose comprende anche l’innalzamento dei limiti elettromagnetici.

Partecipanti

Al dibattito, moderato da Paolo Anastasio di Key4biz, parteciperanno Nicola Pasquino, Università degli Studi di Napoli Federico II; Marzia Minozzi, Responsabile Regolamentazione e Normativa Asstel – Assotelecomunicazioni; Antonello Angeleri, Segretario Generale ANFoV; Marco Bussone, Presidente Uncem; Luigi Stefano Sorvino, Direttore Generale ARPA Campania; Giuseppe Sartorio d’Analista, Avvocato Amministrativista; Luisa Guida, 5G Program Director di OpNet SpA; Antonia Tulino, 5gAcademy Unina. Il convegno, che ha come main sponsor OpNet SpA, beneficia anche del supporto di Bit4id, DBA PRO., Netlab Srl e LabTv, ed ha ricevuto il patrocinio di ANIAI Campania, CEI-Comitato Elettrotecnico Italiano e FERPI – Federazione Relazioni Pubbliche Italiana.

Alcuni numeri

L’80% del traffico è indoor, una percentuale che dimostra l’importanza delle coperture wireless in futuro e “la necessità di diffondere il 5G negli edifici, si stanno diffondendo sempre più i DAS (Distributed Antenna Systems)”, ha detto Pasquino. Ma bisognamigliorare la performance delle nostre reti mobili, che in termini di velocità di download sono basse rispetto alla media europea (107,3 Mbps).

Il settore italiano delle Tlc è in crisi. A fronte di un costante aumento del traffico, la industry ha perso 14 miliardi di ricavi negli ultimi 10 anni secondo dati di Asstel. Gli investimenti degli operatori in reti 5G restano però molto consistenti, pari a 7 miliardi all’anno. In tutto questo, il 5G è a rischio perché gli operator versano in gravi ristrettezze e il caso della rete Tim rallenta l’intero settore. A rischio ci sono 20mila posti nella filiera, e il 6 giugno è stato indetto uno sciopero nazionale, il primo del genere nel settore Tlc in passato gallina dalle uova d’oro.

5G, saper connettere tanti device

Marzia Minozzi, Responsabile Regolamentazione e Normativa di Asstel, ha ricordato l’importanza della rete 5G in relazione ai nuovi utilizzi basati sull’IoT e lo sviluppo di una serie di applicazioni verticali, come ad esempio l’agricoltura di precisione. La copertura indoor 5G sarà diversa da quella attualmente in essere, con bande di frequenze più alte diverse più efficienti. “Una caratteristica importante del 5G è quella di saper connettere tanti device – ha detto Marzia Minozzi – un’altra è la latenza. Il 5G stand alone può arrivare a latenze paragonabili a quelle del cervello umano. E questo consente di immaginare tutta una serie di applicazioni in tempo reale”.

5G salto in avanti sociale e democratico

Marco Bussone, presidente dell’Uncem: “La situazione che riguarda 3.800 comuni montani italiani è molto difficile – ha detto Bussone – i sindaci devono conoscere i parametri di emissione per parlarne con i cittadini. Il tema del 5G è prima sociale che tecnologico. E’ un tema di ridurre le sperequazioni tecnologiche. Se qualcuno rimane indietro abbiamo un problema. Se il meridione rimane indietro abbiamo un problema. Se ci sono sacche di persone e territoriale che rimangono indietro è un problema. Per evitare un paese a troppe velocità serve uno Stato che faccia lo Stato e agevoli le imprese anche sulle scommesse tecnologiche avanzate. Lo Stato deve arrivare dove le imprese non arrivano. In questo paese arrivare ovunque nei contesti orograficamente più lontani è difficile”.   

Per quanto riguarda il piano Italia 5G, Bussone dice che serve una capacità di visione per portare le fibre a tutte le stazioni radiobase. “Ho detto al sottosegretario Butti di farlo insieme, serve una capacità di visione, in particolare collaborando con il capo dipartimento Angelo Borrelli. Chi meglio di lui dopo quello che ha fatto con la Protezione Civile – ha detto Bussone – ma servono degli interventi pubblici, con degli impianti di trasmissione pubblica”.  L’esempio è l’Emilia Romagna, che ha realizzato i tralicci tagliando così i tempi della burocrazia in luogo delle imprese private. E poi sul traliccio si mettono i ripetitori che si vuole: 4G, 5G ecc. “L’Emilia Romagna è un modello di Stato da replicare in questo senso”, dice Bussone.  

Gravi ritardi del Piano BUL

Purtroppo, il Piano BUL per la copertura delle aree bianche di Open Fiber ha subito gravi ritardi, con la fibra che lungi dall’arrivare alle facciate degli edifici si ferma ai pozzetti a 40 metri dalle case. “Noi avevamo da subito caldeggiato l’utilizzo dell’FWA per arrivare agli edifici – aggiunge Bussone – perché con la sola fibra non si risolve il problema. Lo stesso vale per il 4G, con 2.800 parti del paese dove non c’è la copertura, secondo una mappatura Uncem che abbiamo realizzato. Lo stesso vale per la televisione, con 6 milioni di italiani che non vedono i canali Rai con il passaggio sulle nuove frequenze”.  

Il ruolo sociale e “anti digital” divide nell’intervento di Antonello Angeleri, Segretario generale dell’Anfov: “L’Italia è sempre indietro nell’indice del DESI rispetto alla media europea – ha detto Angeleri – c’è il rischio di un grave gap nei territori degli 8mila comuni che sono il nostro patrimonio e che nessun altro paese ha. E’ qui che bisogna intervenire: nei comuni più distanti, nei comuni montani e nelle piccole ma fondamentali realtà del paese. Serve un lavoro di squadra”.   

5G, la rete privata di OpNet al Torino Jazz Festival

Detto questo, una soluzione che funziona è quella delle reti private 5G dedicate alle aziende.

Luisa Guida, 5G Program Director di Opent, ha illustrato la case history di una private network alle Officine Riunite di Torino in occasione del Torino Jazz Festival, in collaborazione con Nokia per conto di Raiway: “Il nostro obiettivo nella sperimentazione – dichiara l’Ing. Luisa Guida, 5G Program Director OpNet – è valutare la soluzione di Private 5G Stand Alone per la raccolta e la condivisione real-time di contenuti audio e video di alta qualità, garantendo un elevato grado di affidabilità della rete, capacità in uplink con latenza minima e costante. Una latenza tale, come nel caso del 5G Jazz Jam Session di Torino, da non essere percepita dall’orecchio umano e pertanto in grado di abilitare musicisti dislocati in aree fisiche distanti tra loro, all’esecuzione di una performance jazzistica della durata di oltre un’ora. Inoltre, la capacità della Private 5G di gestire efficacemente flussi di traffico eterogenei (anche con diversi livelli di servizio) e di interagire in maniera semplice con soluzioni di Edge Computing, consente di trasmettere, a utenti Broadband 5G, contenuti Live senza bisogno di predisporre strutture di regia in locale. Un’esperienza entusiasmante che ha permesso di misurare tutto il valore della tecnologia 5G SA nell’ambito delle Reti Private. La capacità di OpNet e dei suoi partner di progettare, configurare, integrare soluzioni di rete, ha consentito di sviluppare uno Use Case sfidante e a elevata complessità tecnologica”.

5G Academy, corso post laurea per specializzarsi in 5G

Altri esempi di Verticali sono stati illustrati da Antonia Tulino, ingegnere della 5G Academy dell’Università Federico II. Soluzioni legate ad esempio alla cura dei disabili, alla promozione turistica, alla gestione di disastri ambientali tramite droni as a service (clicca qui per vedere alcuni video di Verticali della 5G Academy). La 5G Academy organizza dei corsi post laurea di sette mese, con frequenze obbligatoria, per creare figure professionali volute dalle aziende nel 5G.

Leggi anche l’intervento dell’Avvocato amministrativista RC Napoli Chiaia Giuseppe Sartorio ‘D’Analista: Dal Tacs al 5G: impatto urbanistico ed evoluzione normativa