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5G cavallo di Troia nelle Tlc per i giganti americani del cloud? Scarica il report

cloud Act

Amazon, Microsoft o Google alla conquista del 5G per diventare degli elementi insostituibili per gli operatori Tlc nel mercato del cloud. Questa la tesi, alquanto allarmistica, lanciata oggi su Le Monde, che riprende un report appena pubblicato dall’Associazione nazionale della ricerca e delle tecnologie (ANRT) secondo cui il nuovo standard di comunicazione potrebbe rappresentare la porta d’ingresso, il cavallo di Troia, dei giganti americani del cloud come appunto Amazon, Microsoft e Google sul mercato delle telecom. “Le loro avanzate e abbondanti competenze informatiche li rendono una risorsa essenziale, anche per gli operatori di telecomunicazioni”, avverte il rapporto.

Se il 5G rappresenta un punto di “rottura” è per una ragione tecnica, sottolinea il report: le reti di telecomunicazioni “si informatizzano”: alcune funzioni assicurate da tecnologie materiali sono ormai “virtualizzate” e questo cambiamento può trasformare alla radice la catena del valore dei dati industriali.

Rischio di favorire i propri servizi

Amazon, Microsoft o Google sono ben posizionati su due livelli, prosegue Le Monde. Le loro competenze informatiche e i data center posso servire per pilotare le reti di telecomunicazioni 5G. Più in generale, la loro attività di servizi alle imprese li può favorire nei nuovi mercati digitali che saranno aperti con il 5G: auto a guida autonoma, Internet delle cose, Industria 4.0 per la gestione digitale degli impianti di produzione.

Insomma, i giganti americani del cloud potrebbero usare il 5G come nuova freccia al loro arco per “rafforzare il loro potere di mercato”.

E “non possono essere considerati concorrenti come gli altri”, perché “il loro predominio comporta rischi di pratiche anticoncorrenziali (autoreferenzialità e comportamenti differenziati)”, si legge. Ad esempio, questi giganti potrebbero promuovere i propri servizi utilizzando il 5G o quelli dei propri clienti. Oppure trarre un vantaggio competitivo dal loro accesso ai dati sugli usi delle reti di telecomunicazioni, per affinare le loro offerte commerciali tramite profilazioni sempre più approfondite.

Per prevenire i rischi, la relazione raccomanda di “rendere le piattaforme verificabili” da “un’autorità competente indipendente”. Ciò verificherebbe la sicurezza dei servizi cloud, ma anche la loro qualità o interoperabilità, ovvero la possibilità di cambiare provider o di utilizzarne diversi. Questi requisiti potrebbero essere implementati nell’ambito dell’iniziativa cloud europea GAIA-X o nel progetto di regolamentazione della piattaforma europea Digital Markets Act, ritengono gli autori.

Guadagni e più guadagni

Queste preoccupazioni sono di grande attualità, prosegue Le Monde, che snocciola una serie di partnership fra giganti usa del cloud e operatori Tlc in Europa e Usa.

Così, nel luglio 2020, Orange e Google hanno annunciato una “partnership strategica” per “accelerare la trasformazione digitale [dell’operatore francese] e sviluppare nuovi servizi cloud“. A marzo Google aveva già rivelato accordi con l’operatore americano AT&T e l’italiana Telecom Italia. Da parte sua, Amazon ha stretto una partnership con Verizon negli Stati Uniti. E Microsoft con l’americana AT&T, la giapponese NTT o la britannica Vodafone.

Gli operatori di telecomunicazioni ei fornitori di servizi cloud considerano questi accordi “vantaggiosi per tutti” (“win win”). Ma questi accordi “presuppongono la condivisione di un valore che attualmente è molto imperfettamente conosciuto”, avverte l’ANRT. L’equilibrio di potere potrebbe in definitiva favorire gli attori globali del cloud. Uno scenario oscuro li vedrebbe rafforzarsi ulteriormente nei servizi alle imprese. Anche competere con gli operatori di telecomunicazioni, soprattutto perché hanno una seconda porta di accesso al mercato: Internet via satellite.

Il rapporto spera in un risultato migliore, in cui il 5G spinge le aziende a stipulare accordi di scambio dati con altri attori del loro “ecosistema aziendale”, fornitori e clienti. La politica industriale dovrebbe aiutarli a “strutturare condizioni quadro favorevoli”. Tali accordi sono una priorità anche per il Commissario europeo per il mercato interno, Thierry Breton, per il quale “l’Europa deve essere il primo continente a sfruttare appieno l’ondata” di dati industriali trasportati dal 5G. Con l’arrivo dei giganti digitali americani nel mondo delle telecomunicazioni, la posta in gioco è solo maggiore.

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