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5G, catena del valore da 3.500 miliardi di dollari nel 2035. Il ruolo delle tecnologie NFV e SDN

Il 5G è un nuovo ecosistema tecnologico, basato su un’innovativa idea di rete di accesso radio (radio access network) e di rete di trasporto dati (core network). Grazie al 5G miglioreremo i servizi in banda ultralarga mobile, abiliteremo pienamente l’Internet of Things e avremo modo di sperimentare i servizi Urlls (Ultra-reliable low latency services), cioè applicazioni caratterizzate da bassa latenza per rendere maggiormente affidabile il controllo da remoto dei dispositivi (quindi sensori e robot ad esempio), anche per eseguire operazioni molto delicate.

Basti pensare, si legge in un recente studio IHS Markit, che lo sviluppo del 5G potrebbe garantire una crescita sostenibile a lungo termine del PIL reale globale. Dal 2020 al 2035, precisa il documento, il contributo totale del 5G alla ricchezza mondiale reale sarà equivalente a un’economia delle dimensioni dell’India (attualmente la settima più grande economia del mondo).

Ma non finisce qui, perché come spiegano Cinzia Amenta e Saverio Caracozzi, Pre-sales and Technical Marketing Managers di Italtel, in un articolo pubblicato sul sito dell’azienda, le reti 5G sono e saranno sempre più realizzate a partire dalle tecnologie NFV (Network Function Virtualization) e SDN (Software Defined Networking).

Prospettiva confermata anche dal consorzio NGMN (Next Generation Mobile Networks), secondo cui il 5G sarà la prima tecnologia radiomobile “nativamente virtualizzata” facendo leva sulle tecnologie NFV ed SDN.

In questo modo si potranno condividere pienamente le infrastrutture informatiche, anche per utilizzi specifici, con l’introduzione di un nuovo approccio basato sul network slicing. Quest’ultimo consente a ogni operatore di fornire, su una rete comune, delle reti virtuali dedicate a funzionalità specifiche per il tipo di servizio o cliente.

In pratica, si tratta di una funzionalità che oggi consente di fare dei test sul campo delle tecnologie future, ma che sarà fondamentale per creare servizi personalizzati e ad alto valore aggiunto da parte degli operatori una volta che il 5G sarà pienamente accessibile a tutti.

Italtel inoltre sta sviluppando il paradigma MEC (Multi-access Edge Computing), con l’obiettivo di supportare servizi che richiedono bassa latenza, anche in condizioni di piena mobilità, con l’elaborazione dati che avviene all’edge della rete.

L’azienda ha anche dedicato al 5G dei competence center a supporto dei provider di servizi e delle imprese, per progettare correttamente la propria porzione di rete, offrire prodotti e integrare quelli di altri fornitori.

Nel 2035 IHS stima che la catena del valore globale del 5G genererà 3.500 miliardi di dollari di output, per una produzione economica planetaria pari a 12.300 miliardi di dollari.

Immancabili le ricadute positive sull’occupazione, che grazie al nuovo paradigma potrebbe arrivare a contare 22 milioni di posti di lavoro.

Saranno infine investiti 200 miliardi di dollari l’anno dall’intera catena del valore del 5G, per espandere e rafforzare continuamente l’integrazione di questa tecnologia all’interno delle reti e dell’infrastruttura delle applicazioni aziendali.

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