Smart mobility

5G CARMEN, intervista a Roberto Riggio (Fondazione Bruno Kessler): “Automobile futuro centro della connettività”

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Progetto “5G CARMEN” per sperimentare e portare la mobilità autonoma e connessa sulle nostre autostrade e un domani anche sulle strade urbane. Riggio: “Ad aprile 2020 avremo i primi test nazionali e ad ottobre dello stesso anno quelli transnazionali. Grazie al 5G, l’automobile diventerà il centro della connettività, della sicurezza, della mobilità sostenibile e anche dell’intrattenimento”.

Il progetto “5G-CARMEN” (5G for Connected and Automated Road Mobility in the European uNion), co-finanziato dalla Commissione europea nell’ambito del Programma Horizon2020, affronta le sfide della mobilità futura, cooperativa, connessa ed automatizzata, sfruttando il concetto di “corridoi della mobilità” (mobility corridors).
Il “5G-CARMEN” è sostenuto da un consorzio di 25 realtà, tra centri di ricerca, università, industrie e Pmi innovative europee, guidato dalla Fondazione Bruno Kessler, che si impegna a conseguire un impatto a livello mondiale conducendo studi approfonditi su un corridoio importante (per volumi di traffico passeggeri / merci), da Bologna a Monaco, lungo 600 km e che collega tre regioni europee (la Baviera, il Tirolo ed il Trentino Alto Adige) in tre Paesi (Germania, Austria e Italia).
Abbiamo chiesto a Roberto Riggio, Coordinatore del progetto “5G CARMEN” e responsabile dell’Unità di Ricerca WiN (Wireless and Networked Systems) presso il Centro CREATE-NET della Fondazione Bruno Kessler, in che modo questa iniziativa cambierà il mondo dei trasporti ei rapporti transfrontalieri e quali soluzioni sono impiegate in questa sperimentazione che, grazie al nuovo standard delle telecomunicazioni e alle tecnologie emergenti, trasformerà radicalmente il nostro modo di muoverci, non solo sulle smart road extraurbane, ma presto anche su quelle urbane.

Key4biz. Che cos’è il progetto “5G CARMEN” e qual è la sua importanza nel quadro europeo della mobilità connessa ed automatizzata?
Roberto Riggio. Si tratta di un progetto finanziato dalla Commissione europea, all’interno del programma Horizon 2020, in particolare una innovation action a forte leadership industriale. 5G CARMEN si inquadra in una serie di progetti finanziati dalla Commissione per i corridoi connessi, con cui si indica le vie marittime, ferroviarie e le maggiori arterie autostradali.
La Commissione ha finanziati diversi corridoi, come quello tra Francia, Germania e Lussemburgo e uno nell’Est Europa. Il 5G CARMEN va da Bologna, dalla Motor Valley emiliana, fino a Monca di Baviera, dove c’è la BMW e altri importanti industrie.
Un futuro, grazie al 5G, l’automobile diventerà il centro della connettività, della sicurezza, della mobilità sostenibile e anche dell’intrattenimento. Questo vuol dire che l’automobile avrà diversi livelli di autonomia, fino ai più alti, come il livello 3 o 4 di automazione. In questo caso, la tecnologia 5G diventa effettivamente abilitante, perché al momento le auto connesse e autonome possono affidarsi solo ai loro sensori di bordo che sono limitati dal punto di vista temporale e spaziale, un po’ come gli occhi del guidatore.
Il 5G qui ha la funzione particolare di sensore addizionale della macchina, che consente di connettersi con i veicoli intorno e con l’infrastruttura, così da avere un orizzonte temporale e spaziale molto più ampio.
Grazie all’alta latenza e capacità di banda del 5G è possibile per la macchina raccogliere molte più informazioni sull’ambiente in cui si muove, anche in termini temporali, come conoscere in anticipo come si comporteranno gli altri veicoli in corsia.

Key4biz. Che tipo di tecnologie saranno abilitate dal 5G lungo il corridoio autostradale Bologna-Monaco?
Roberto Riggio. Le tecnologie principali inserite nel progetto riguardano tre settori principali, sicurezza, mobilità sostenibile e infotainment avanzato. Quest’ultimo consta di una fornitura di servizi streaming video ad alta risoluzione, in maniera continua e anche in casi cross border. Il progetto “5G CARMEN” è il primo del suo tipo al mondo che valuta e testa il 5G su scenari transnazionali, con l’obiettivo di favorire lo spostamento di un utente, anche in mobilità, tra un Paese e un altro, tra un operatore e un altro, mantenendo sempre alti i livelli di stabilità di connessione e servizi.
Vogliamo dimostrare al mondo che è possibile offrire un servizio di streaming video ad alta risoluzione di qualità, ad esempio, passando da un Paese ad un altro, che poi è uno dei principi guida delle politiche dell’Unione europea sulla libertà di movimento delle persone e la libertà di accesso ai servizi di mobilità senza nessuno ostacolo tra uno Stato e l’altro.
Per migliorare la sicurezza è invece utilizzata la manovra cooperativa che è possibile grazie al 5G, attraverso il mobile edge computing, il computing di prossimità, per permettere alle auto di negoziare manovre, come creare gli spazi necessari ad un auto che vuole inserirsi in carreggiata, o avvertire le altre auto che c’è un motociclista o un problema di sicurezza, con l’arrivo dell’ambulanza, che necessità di spazio di agibilità, tutti use case abilitati dal nuovo standard delle telecomunicazioni.
Per la mobilità sostenibile, infine, è necessaria un’interazione costante ed in tempo reale tra veicolo, operatore di rete e dell’infrastruttura autostradale, per identificare zone sensibili, dal punto di vista ambientale, invitando gli automobilisti a diminuire la velocità, passando dai 130 Km/h di limite massimo ai 110 Km/h, oppure di passare alla modalità batteria se è un veicolo ibrido, con incentivi per chi segue i suggerimenti, come uno sconto alla ricarica o al pedaggio autostradale.
Anche perché dal punto di vista ecologico e ambientale, il corridoio 5G Carmen attraversa territori molto sensibili e delicati, come l’area del fiume Po, le Alpi, con Trentino Alto Adige, il Tirolo e la stessa Baviera.

Key4biz. A che punto siamo con la sperimentazione?
Roberto Riggio. Sono stati appena definiti i dettagli dei piloti che si andranno ad effettuare, quindi quale tipo di scenario si piloterà sull’autostrada e le storyboard dei piloti. Contiamo entro aprile 2020 di fare i primi test nazionali, tra Italia, Austria e Germania, abbiamo già provveduto all’installazione dei primi equipaggiamenti 5G di tipo commerciale, grazie a Telecom Italia, Deutsche Telekom e Magenta, sono stati già individuati i siti dove installare le stazioni radio 5G.
Le piattaforme Mec o di mobile edge computing sono già state acquisite e sono attive, quindi a livello infrastrutturale c’è già una roadmap chiara. Ad aprile come detto avremo i primi test nazionali e ad ottobre 2020 quelli transnazionali.

Key4biz. A partire dall’autostrada del Brennero, cuore del corridoio italo-austriaco-tedesco, quale futuro avranno le “smart road” in Europa e in Italia?
Roberto Riggio. Dal punto di vista dei servizi, dell’infotainment ad esempio, c’è solo da attendere che le reti 5G giungano a maturazione. Pensiamo che entro il 2022, forse il 2025, quasi l’80% del traffico su queste reti sarà di contenuti video, quindi infotainment avanzato.
Per l’auto a guida autonoma e cooperativa serve qualcosa in più, come l’intervento del legislatore per normare la mobilità ad alto livello di automazione, dal livello tre in su.

Key4biz. Che impatto potranno avere i risultati del progetto “5G CARMEN” sulla mobilità in ambito cittadino?
Roberto Riggio. Quello che stiamo sperimentando e valutando in autostrada potrà anche essere tradotto, magari parzialmente, su strade urbane. Si è partiti dalle autostrade con l’dea di realizzare una grande vetrina dell’innovazione e della sperimentazione del 5G in Europa, per dimostrare al mondo intero come in Europa si affrontano scenari complessi e molto sfidanti in termini di applicazione del nuovo standard, tra cui il passaggio da un ambiente autostradale ad uno cittadino.
Tutto quello che stiamo testando per le manovre cooperative, ad esempio, possono portare grandi vantaggi nello sviluppo di nuovi standard di sicurezza in ambito di mobilità urbana, oppure il green driving, per la sostenibilità ambientale, anche grazie al geofencing, n perimetro virtuale associato ad un’area geografica ben circoscritta in cui si riscontrano effettivamente delle criticità ambientali che inducano il conducente a tenere una guida che rispetti determinati parametri green.