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5G, Blefari Melazzi (CNIT) ‘La vera rivoluzione è che la rete diventa software’

Rete software e slicing in 5G, questo il tema dell’intervento del Professor Nicola Blefari Melazzi, ordinario di telecomunicazioni – Università di Roma Tor Vergata e direttore del CNIT (Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni) (www.cnit.it) al webinar organizzato da Comarch e Key4biz dal titolo “Intelligenza Artificiale per 5G & Network Slicing”. Si ricorda che l’1, 2 e 3 dicembre 2020 il CNIT organizza la terza edizione del 5G Italy (www.5gitaly.eu), la conferenza internazionale di riferimento sul 5G nel nostro paese. Al webinar ha preso parte anche Massimo Luciani, sales director Telecommunications Italy di Comarch.

5G, guardare all’ecosistema

“L’Intelligenza Artificiale è molto importante oggi, ma dobbiamo sempre avere una visione di insieme – dice il Professore – Quindi, non guardiamo solo a tecnologie specifiche o seguiamo buzzwords. IA senza le reti di telecomunicazioni non può sviluppare tutto il suo potenziale; così come una rete di TLC senza dati o una blockchain senza prima aver creato servizi; sarebbe insensato, come creare il Telepass senza le autostrade. Circa l’IA questa serve poi sia a far funzionare meglio e a gestire la rete sia a sviluppare applicazioni che girano su di essa”.  E’ quindi necessario guardare all’intero ecosistema del 5G, ricordando che le reti sono la componente fondamentale della trasformazione digitale: “Digitalizzare significa trasformare processi”, ha sottolineato Blefari Melazzi, secondo cui è quindi necessario fornire reti 5G e in fibra che siano sicure, affidabili e ubiquitarie.

5G non soltanto interfaccia radio

Il 5G non è soltanto l’interfaccia radio, aggiunge il Professore: “C’è tutta la rete software dietro, sulla quale poi si applicherà lo slicing e le tecnologie di Intelligenza Artificiale – dice – quindi, non guardiamo ai cellulari soltanto nella nostra percezione del telefonino e dell’antenna”. In tema di emissioni, peraltro, l’ondata di proteste irrazionali degli ultimi mesi sta a poco a poco rientrando, tanto più che va ribadito come “avere più antenne è un bene – ribadisce Blefari Melazzi – è dimostrato che più antenne mettiamo, più si riducono le emissioni e aumenta la capacità delle reti”.

Mercato 5G alla fase di sviluppo. Servono laureati e tecnici

Con il recente lancio dell’iPhone 12, poi, quasi tutti i produttori hanno immesso sul mercato smartphone compatibili con il 5G aprendo di fatto la via alla fase di sviluppo del mercato. Servono quindi laureati e tecnici nel nostro paese, dal quale troppi sono i “cervelli in fuga” ed è questa purtroppo “la problematica principale da risolvere”, dice Blefari Melazzi.

5G, la rete diventa software

Con il 5G, nel solco delle altre generazioni, migliorano le prestazioni in termini di velocità e latenza, consentendo di supportare più cellulari in una rete. “Ma abbiamo anche una rivoluzione, che consiste nel fatto di diversificare i servizi, di avere nuovi scenari (con lo slicing ndr) – sottolinea – con la rete si possono fare tante cose diverse. La rete consente di diversificare i servizi, e soprattutto diventa software”. In sostanza, con le nuove reti 5G oltre al telefonino e all’antenne della stazione radiobase, che compongono l’interfaccia radio, dietro ci sono diverse altre componenti che formano la rete nel suo complesso: dall’Edge Cloud al Core della rete 5G fino ad arrivare al Cloud centrale.

Anche per verticale le reti sono fatte a strati, dice il Professore: “In basso ci sono i sistemi fisici, le fibre, i doppini, i cavi ethernet, WiFi, cellulari – dice – in alto abbiamo gli Over the Top (GAFA) ma in mezzo c’è tutto un mondo, nel quale dobbiamo andare a lavorare per la creazione di servizi”.

I servizi

Tutti i servizi di cui si parla in relazione al 5G, dall’Industria 4.0, alla sanità – che oggi sarebbe fondamentale avere per combattere il virus consentendo agli ospedali di operare a distanza – si possono realizzare perché andiamo a intervenire su tutta la rete. “La vera rivoluzione è che la rete diventa software – dice – ed è una rivoluzione epocale anche per le persone, anche per gli studenti. Il software nelle telecomunicazioni è sempre più importante. La rete diventa come un sistema informativo, come un personal computer, senza per questo sminuire la radio”.

La rete che diventa software significa che sarà più facile cambiarla in futuro, che è più flessibile, che è più efficiente, che costa meno, che può essere personalizzata.

Slicing e classi di utenti

La rete può essere fatta a fette. “Si possono scegliere fette diverse della rete a seconda di cosa si vuole mettere in rete – dice il Professore – se vorrò mettere in rete dei sensori, sceglierò una certa fetta adatta a questo tipo di prestazioni. Se si vorranno fare comunicazioni multimediali con video in HD si avrà bisogno di un altro tipo di prestazioni. Se si vogliono fare servizi in tempo reale a bassissima latenza ci saranno altri tipi di esigenze”. Questi diversi servizi possono essere realizzati grazie allo slicing. Le risorse di rete possono essere virtualizzate ed offerte in modo diverso a diverse classi di utenti. La rete viene suddivisa fra più classi di utenti “con prestazioni diverse e di conseguenza costi diversi”. Servizi differenziati in base a diversi Service level agreements, a fronte di controlli di accesso tramite Intelligenza Artificiale per evitare l’affollamento di utenti che rischia di penalizzare le prestazioni di rete.  

Incentivi, finanziamenti ed agevolazioni devono quindi andare anche alla creazione di servizi per creare ecosistemi.

Luciani (Comarch) ‘Servizi creano business’

Sulla stessa linea Massimo Luciani, sales director Telecommunications Italy di Comarch: “Sono i servizi che creano business – ha detto Luciani – L’affidabilità dei nuovi servizi consentirà di creare correlazioni di dati in diversi ambiti, ad esempio in telemedicina o meteo, e i dati correlati possono creare nuovo business. Ovviamente c’è un tema di privacy e trattamento del dato che va rispettato”.  

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