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5G, Basso (Wind Tre): “Troppi ostacoli burocratici. Anche 9 mesi di attesa per l’ok ai permessi”

Roberto Basso_windtre

Il Dl Semplificazioni non è sufficiente ad evitare i ritardi burocratici per lo sviluppo delle reti 5G. A svelarlo è Wind Tre.

Dopo l’intervento su MF – Milano Finanza di Marco Bellezza, Ad di Infratel, che ha ricordato la strategia per la diffusione delle reti di nuova generazione, Roberto Basso – direttore Relazioni esterne & sostenibilità di Wind Tre, dallo stesso quotidiano, parla di un significativo segnale dell’impegno italiano a contribuire alla realizzazione della European Gigabit Society entro il 2025.

Gigabit Society entro il 2025? Strada disseminata di ostacoli burocratici

La strada per conseguire questo obiettivo”, precisa però Basso, “è disseminata di ostacoli burocratici che resistono alle pur importanti semplificazioni introdotte di recente e frenano gli investimenti privati, spesso nel generale disinteresse della politica”.

“Per lo sviluppo del 5G nel 2020, attesa per Wind Tre di 79 giorni in media fino a 9 mesi per approvazione dei permessi. E molte richieste vanno formulate a più enti pubblici”

“È molto utile per il dibattito pubblico, quindi”, aggiunge Roberto Basso, “che a ricordare questi ostacoli sia l’amministratore delegato di una società pubblica, impegnato in modo trasparente a conseguire obiettivi chiari, con risultati e scadenze precisi.

Provo a contribuire a questo sforzo”, dichiara,  “con i dati relativi agli interventi pianificati da Wind Tre per lo sviluppo della rete 5G: nel 2020 è stato approvato soltanto il 64% delle richieste di permesso, con tempi medi di 79 giorni (ci sono casi in cui l’attesa arriva a 9 mesi). Particolarmente frustrante è che molte di queste richieste vanno formulate a più enti pubblici.

Le amministrazioni centrali dello Stato allergiche al principio del silenzio-assenso”

L’avvocato Bellezza”, continua il manager di Wind Tre, “indica nella conferenza dei servizi il metodo su cui insistere per superare la frammentazione delle responsabilità amministrative, ma non manca di evocare il principio del silenzio-assenso, al quale risultano allergiche le amministrazioni centrali dello Stato. In analogia alla conferenza dei servizi”, chiarisce Basso, “stiamo proponendo alle amministrazioni, con alterne fortune, una pianificazione complessiva degli interventi infrastrutturali, che ridurrebbe l’onere burocratico per le imprese e le stesse amministrazioni”.

“Incrementare gli investimenti, obiettivo comune”

Al di là dello strumento”, prosegue, “l’obiettivo che dobbiamo darci tutti, nel pubblico e nel privato, è l’incremento degli investimenti fissi lordi, che risultano piatti o in contrazione nel tempo, come ricordato dall’amministratore delegato di Infratel. In questo quadro”, rileva Basso, “va ricordato che le imprese di tlc hanno fatto la loro parte, investendo 65 miliardi di euro nel decennio 2010-2019, al netto delle licenze”.

Semplificare non costa nulla allo Stato

Grazie a questo sforzo le reti hanno potuto reggere a un incremento improvviso del traffico nell’ordine del 50% a causa della pandemia. Semplificare non costa nulla allo Stato, anzi rende più efficiente il lavoro di tutti gli attori sul campo e favorisce l’attrazione di investimenti dall’estero. Senza dimenticare”, conclude Roberto Basso, “che l’intervento a costo zero con il miglior rendimento resta l’armonizzazione dei limiti alle emissioni di radiofrequenza agli standard europei”.

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