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4G, la rete sulla Luna che preoccupa la radio astronomia

I radio telescopi per scrutare lo spazio profondo vedono gli smartphone come un serio problema. I radio telescopi più moderni sono talmente sofisticati che sarebbero in grado di captare un segnale mobile da Marte, se ci fosse, dicono gli esperti.

Quindi, cosa potrebbe succedere se ci fosse un’intera rete 4G sulla Luna?

Rete 4G sulla Luna? La vuole la NASA

E qui il problema si pone realmente per gli astronomi, visto che Nokia America si è aggiudicata una commessa da 14,1 milioni di dollari per lo sviluppo del promo network mobile sulla Luna.

La casa finlandese è stata selezionata dalla NASA per realizzare una rete Lte/4G sulla superficie lunare, nel quadro del cosiddetto programma Artemis, finalizzato a rilanciare in grande stile l’esplorazione spaziale ed in particolare l’abitabilità lunare entro la fine del decennio.

Interferenze di rete

Le interferenze radio sono la nemesi degli astronomi, scrive Emma Alexander, candidata ad un PhD in Astrofisica dell’Università di Manchester sul sito The Conversation.

In ambito cittadino, i radio astronomi devono combattere con le interferenze dei tram cittadini e del traffico in genere. E’ per questo che di norma i radio telescopi vengono installati in aree extraurbane, in modo tale da evitare inoltre le potenziali interferenze delle reti mobili e dei forni a microonde.

Tuttavia, i radiotelescopi terrestri non possono evitare completamente le sorgenti spaziali di interferenze radio come i satelliti o una futura rete di telecomunicazioni lunari.

Il ruolo delle aziende private

L’interferenza può essere mitigata alla sorgente con un’adeguata schermatura e grazie alla precisione millimetrica nell’emissione dei segnali. Gli astronomi sviluppano costantemente strategie per tagliare le interferenze dai loro dati. Ma questo si basa sempre più sulla buona volontà delle società private per garantire che almeno alcune frequenze radio siano protette per l’astronomia.

Un sogno a lungo termine di molti radioastronomi sarebbe quello di avere un radiotelescopio sul lato più lontano della Luna. Oltre ad essere schermato dai segnali terrestri, sarebbe anche in grado di svolgere osservazioni alle frequenze radio più basse, che sulla Terra sono particolarmente colpite da una parte dell’atmosfera chiamata ionosfera. L’osservazione a frequenze radio basse può aiutare a rispondere a domande fondamentali sull’universo, come ad esempio com’era la situazione nei primi istanti dopo il big bang.

Il caso scientifico è già stato riconosciuto con il Low Frequency Explorer realizzato in tandem da Paesi Bassi e Cina, un telescopio inviato sulla Luna nella missione Chang’e 4. La Nasa ha anche finanziato un progetto sulla fattibilità di trasformare un cratere lunare in un radiotelescopio con un rivestimento di rete metallica.

Non c’è soltanto il 4G

Nonostante il suo interesse per questi progetti radiofonici, la Nasa ha anche le sue partnership commerciali. Nokia è solo una delle 14 società americane con cui la Nasa sta collaborando in una nuova serie di partnership, del valore di oltre 370 milioni di dollari, per lo sviluppo del suo programma Artemis, che mira a riportare gli astronauti sulla Luna entro il 2024.

Satelliti di Starlink

Il coinvolgimento di società private nella tecnologia spaziale non è nuovo. Ci sono pro e contro. Ad attirare maggiormente l’attenzione sono stati i satelliti Starlink di SpaceX, che hanno suscitato scalpore tra gli astronomi dopo il loro primo grande lancio.

Le immagini iniziarono rapidamente ad emergere con tracce di satelliti Starlink che le attraversavano, spesso oscurando o eclissando i bersagli astronomici originali.

Gli astronomi hanno avuto a che fare con i satelliti per molto tempo, ma i numeri e la luminosità di Starlink sono senza precedenti e le loro orbite sono difficili da prevedere. Queste preoccupazioni si applicano a chiunque faccia astronomia terrestre, sia che utilizzi un telescopio ottico o un radiotelescopio.

Servono regole nello spazio

Una recente analisi dell’impatto dei satelliti sulla radio astronomia è stata rilasciata dall’Organizzazione SKA ha evidenziato che i satelliti peggiorano il segnale per i radioastronomi fino al 70%.

Man mano che lo spazio diventa sempre più commercializzato, il cielo si sta riempiendo di un volume crescente di tecnologia. E’ per questo che servono regole chiare su come preservare il diritto di tutti a usare le frequenze nel modo più equo.

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