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3UK-O2, Ofcom si allinea a Bruxelles: ‘Ridurre gli operatori non aumenta gli investimenti’

3-O2

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Il regolatore britannico Ofcom si è allineato alla ferma posizione dell’Antitrust europeo in merito al consolidamento del mercato delle telecomunicazioni mobili.
Nel Regno Unito è in fase di analisi la proposta di acquisizione di O2 da parte di 3UK, operatore, quest’ultimo, di proprietà del conglomerato Hutchison Whampoa di Li Ka Shing, lo stesso che in Italia sta portando avanti l’integrazione tra 3 Italia e Wind.

Nel Regno Unito, la fusione tra 3 UK e O2 andrebbe a creare il primo operatore del paese, con una quota di mercato del 40%, e ridurrebbe il numero di player da 4 a 3.

Ora, secondo il Ceo di Ofcom, Sharon White, l’operazione potrebbe determinare un aumento dei prezzi per i consumatori, senza però avere un impatto positivo sugli investimenti nelle reti.
“La concentrazione del mercato potrebbe portare a un aumento dei prezzi e una minore scelta per i consumatori, senza la spinta agli investimenti e all’innovazione” promessa dagli operatori, sottolinea la White.

A produrre potenziali conseguenze negative per la concorrenza c’è anche la proposta di acquisizione di BT su EE, che segnerebbe il ritorno dell’operatore storico nel mercato mobile.

La posizione dell’Ofcom ricalca quindi, in toto, quella espressa pochi giorni fa dalla responsabile Antitrust europea Margrethe Vestager, che ha fatto notare come alcuni studi dimostrerebbero che diminuire il numero di operatori non gioverebbe agli investimenti nelle reti, come invece sostenuto dagli operatori.

“Gli operatori mobili sostengono di aver bisogno del consolidamento per incrementare ricavi e aumentare l’efficienza. Tuttavia, l’esperienza di Ofcom dice che è la concorrenza, non il consolidamento, a spingere gli investimenti e a garantire prezzi bassi” ha dichiarato la numero uno di Ofcom intervenendo alla London School of Economics.

Si fa tutta in salita, insomma, la strada per gli operatori mobile europei, che speravano nel proseguimento di quell’auspicato cambio di rotta impresso alle politiche antitrust di Bruxelles dall’ex Commissario Joaquin Almunia sul finire del precedente mandato, quando sembravano finalmente le ragioni di un’industria cardine per l’infrastrutturazione digitale dell’Europa e per il conseguimento degli obbiettivi della digital agenda al 2020.

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