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3-I Spa. Bloccata la software house di Inps, Istat e Inail in attesa della valutazione del governo 

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Secondo la ricostruzione di Key4biz, è stata bloccata la costituzione della società 3-I S.p.A, in attesa della valutazione del governo Meloni. Cosa si è già mosso e perché i lavoratori di Inps, Inail e Inps sono contrari. Luigi Romagnoli (USB): “È una privatizzazione dell’informatica pubblica”.

Ancora nessuna traccia della prima software house pubblica a servizio del welfare.

Pensate, Vittorio Colao nelle sue “raccomandazioni” al nuovo Governo, a pagina 22, ha scritto: “Costituita il 12 ottobre la società di sviluppo 3-I”.

Ma ad oggi, secondo la ricostruzione di Key4biz, è stata bloccata la costituzione della società 3-I S.p.A, in attesa della valutazione del governo Meloni. 

Le tre “I” sono quelle di INPSINAIL e ISTAT e con l’articolo 28 del decreto-legge per le misure urgenti di attuazione del PNRR, approvato dal governo Draghi, si attribuisce a 3-I il compito dello sviluppo, della manutenzione e la gestione di soluzioni software e di servizi informatici a favore di:

  • INPS, INAIL e ISTAT
  • nonché della Presidenza del Consiglio dei ministri,
  • del Ministero del lavoro e delle politiche sociali,
  • dell’Agenzia Nazionale per la cybersicurezza nazionale (ACN)
  • e delle altre pubbliche amministrazioni centrali.

Tutto di corsa, poi l’improvviso stop

Dopo il rinvio della data del 12, oggi avrebbe dovuto esserci la firma davanti al notaio per la nascita di 3-I, ma i vertici dei tre Istituti, a partire dall’Inps, hanno deciso di bloccare tutto per capire se il nuovo governo ha la volontà di far nascere la prima software house pubblica a servizio del welfare. 

Nei mesi scorsi, si è comunque andato di corsa per costituire la società. I CdA di Inps, Inail e Istat hanno già designato i propri consiglieri che dovrebbero sedere nel consiglio di amministrazione di 3-I Spa e, come risulta a Key4biz, l’ex ministro del Lavoro Andrea Orlando a luglio aveva predisposto con un decreto ministeriale già la nomina del presidente della nuova società: Roberto Lancellotti, attuale componente del CdA di Inps. Poi tutto è saltato.

Inps, con il suo presidente Pasquale Tridico, è stato il principale promotore di 3-I Spa.

Secondo Tridico e il direttore generale dell’Istituto Nazionale Previdenza Sociale, con la nascita della prima software house pubblica a servizio del welfare si riuscirebbe ad essere autosufficienti al 50% in Inps per la necessità di sviluppo di software già nei prossimi anni.

Ma con quale personale fare software nella nuova società?

È prevista l’assegnazione temporanea di un primo nucleo di risorse umane dai 3 Istituti alla 3-I. Nella road map indicata da Colao da fare entro dicembre 2022.

Luigi Romagnoli (USB): “È una privatizzazione dell’informatica pubblica”

“Ma a cosa serve il trasferimento di personale informatico da Inps, Inail e Istat a una nuova società, sì pubblica, ma per azioni, se queste competenze possono lavorare, come stanno facendo, nei rispettivi Istituti?”, si chiede Luigi Romagnoli, coordinatore nazionale pubblico impiego dell’Unione Sindacale di Base (USB).

“Chi ha pensato alla costituzione di una società per azioni”, continua Romagnoli,“vuole solo privatizzare l’informatica pubblica con 3-I”. I lavoratori stessi dei 3 Istituti sono contrari, come abbiamo raccontato il 16 giugno.

“Con la nuova software house quotata in Borsa sono a rischio i dati degli italiani, che possono finire nelle mani dei privati”, è l’allarme lanciato dai lavoratori dei 3 Istituti.

Inoltre, la software house 3-I Spa è “la sovrapposizione e concorrente con SOGEI”, ha scritto il segretario generale FLC CGILFrancesco Sinopoli, nella lettera indirizzata ai membri delle Commissioni I e VII del Senato della Repubblica.

“Se c’è la necessità di assumere personale con alte competenze nel settore dell’ICT”, osserva ancora Romagnoli, “è possibile farlo anche ora, distribuendolo in Inps, Inail e Istat, senza la necessità di creare una società nuova, per di più una SPA”.

“Ci è stata motivata la 3-I”, ci ha raccontato ancora il coordinatore nazionale pubblico impiego dell’USB, “con la necessità di risparmiare in ambito ICT, ma anche questo obiettivo è possibile ottenerlo oggi favorendo anche una più fattiva collaborazione tra gli informatici di Inps, Istat e Inail”.

In questo modo si andrà a tutelare anche l’occupazione. Perché che fine faranno questi se dovesse nascere la nuova società? 
“La società recluterà nuove risorse sul mercato delle competenze”, ha detto il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, il principale ideatore di 3-I Spa.

Ma ora, vedremo cosa deciderà il Governo Meloni e tutti i ministri che hanno la competenza sulla materia, a partire da quella del Lavoro Marina Elvira Calderone.