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16 Tlc europee chiedono alle Big Tech la condivisione dei costi per fibra e 5G. La lettera

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"I generatori di traffico devono contribuire in modo equo ai notevoli costi imposti alle reti europee".

I principali operatori in streaming (Netflix, Disney+, Amazon Video…) rappresentano il 60% del traffico web, senza tuttavia contribuire al roll-out di fibra e 5G. 

Il settore tlc, che investe ogni anno circa 50 miliardi di euro in infrastrutture, ha bisogno di maggiori finanziamenti e con urgenza. Così, Fastweb, TIM, Vodafone, Deutsche Telekom, Orange, Telefonica, BT Group e altri 9 provider tlc europei continuano a chiedere alla Commissione europea che ci sia la condivisione dei costi della rete con i giganti del video. Questa volta l’appello è arrivato con questa lettera

“I costi di progettazione e costruzione stanno aumentando. I prezzi dei cavi in fibra ottica, ad esempio, sono quasi raddoppiati nel primo semestre del 2022. Allo stesso modo, gli aumenti dei prezzi dell’energia e di altri fattori produttivi stanno colpendo il settore della connettività”, hanno scritto i 16 CEO.

“È necessario agire tempestivamente”, hanno aggiunto. “L’Europa ha perso molte delle opportunità offerte da Internet per i consumatori. Ora deve costruire rapidamente le forze per l’era dei metaversi”.

“Affinché ciò avvenga e sia sostenibile nel tempo”, riteniamo”, si legge nella lettera, “che i maggiori generatori di traffico debbano contribuire in modo equo ai notevoli costi che attualmente impongono alle reti europee”.

L’appello dei 16 operatori tlc europei giunge mentre la Commissione europea ha annunciato di dare il via alla consultazione sul potenziale contributo dei colossi tecnologici statunitensi alle infrastrutture di telecomunicazione. Il commissario europeo per il Mercato interno Thierry Breton ha precisato che la consultazione sarà avviata all’inizio del 2023 e che durerà circa 5 e 6 mesi. In seguito, ci sarà una proposta della Commissione.

Le Big Tech hanno respinto la richiesta di condivisione dei costi per il roll-out di fibra e 5G, affermando di stare già investendo in attrezzature e tecnologie per fornire contenuti in modo più efficiente.

Problema di Net Neutrality?

Queste aziende replicano sostenendo che ogni tipo di contributo finanziario alle modificherebbe alla radice i principi della net neutrality, secondo cui i service provider dovrebbero consentire l’accesso a tutti i tipi di contenuto ed applicazione online indipendentemente dalla fonte.

Gli Internet provider, dal canto loro, sostengono che queste compagnie hanno un conflitto di interessi perché forniscono servizi concorrenziali come voce e Tv sfruttando le loro reti in maniera gratuita, a free riders.

I ceo firmatari

  1. Christoph Aeschlimann, CEO, Swisscom
  2. Thomas Arnoldner, CEO, A1 Telekom Austria Group
  3. Victoriya Boklag, CEO, United Group
  4. Edward Bouygues, Chairman, Bouygues Telecom
  5. Guillaume Boutin, CEO, Proximus Group
  6. Sigve Brekke, President and CEO, Telenor Group
  7. Alberto Calcagno, CEO, Fastweb
  8. Joost Farwerck, CEO and Chairman of the Board of Management, KPN
  9. Ana Figueiredo, CEO, Altice Portugal
  10. Christel Heydemann, CEO, Orange Group
  11. Timotheus Höttges, CEO, Deutsche Telekom
  12. Philip Jansen, CEO, BT Group
  13. Allison Kirkby, President and CEO, Telia Company
  14. Pietro Labriola, CEO, TIM Group
  15. José María Alvarez Pallete, Chairman and CEO, Telefónica
  16. Nick Read, CEO, Vodafone Group