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Lettera aperta al Governo: ecco perché l’Informatica giuridica è sempre più importante

Comunicazione e Giustizia

Lettera aperta di un gruppo di giuristi e associazioni ai ministri Stefania Giannini, Andrea Orlando e Marianna Madia sul ruolo fondamentale dell’Informatica Giuridica nella formazione del Giurista 

L’Italia sta imprimendo una forte accelerazione alla sua Strategia Digitale per colmare il divario rispetto agli altri stati membri dell’Unione europea nell’utilizzo della rete, e più in generale nell’uso delle tecnologie dell’informazione in ogni ambito della società, nelle

Strutture pubbliche come in quelle private, nell’amministrazione come nel tessuto produttivo e associativo. Emerge l’urgenza di formare nuove generazioni di dirigenti, impiegati pubblici, avvocati, magistrati, notai, operatori del diritto nelle aziende, capaci di cogliere le opportunità della società dell’informazione e della conoscenza, e di promuovere l’innovazione.

In questo quadro di “Rinascimento digitale” si ritiene che l’Informatica Giuridica e il Diritto dell’Informatica siano divenute discipline fondamentali per la comprensione, la regolazione, la gestione delle tecnologie applicate al diritto. Esse sono riferimento primario di ogni iniziativa volta a rendere più razionale ed efficiente l’applicazione del diritto, nell’amministrazione della giustizia così come nella pubblica amministrazione. Si ritiene altresì che la Logica Giuridica oggi debba essere sviluppata alla luce delle sue applicazioni computazionali e che molte ricerche informatiche, come quelle sulle interazioni tra agenti e sulle ontologie sociali, possano trarre fondamentali indicazioni da modelli logico e teorico-giuridici. Infine, la complessità delle risorse giuridiche disponibili in formato digitale impone una riflessione sui temi di teoria del diritto, in particolare sui temi di teoria delle fonti giuridiche, per l’elaborazione di un framework sostenibile con l’evoluzione delle tecnologie e i fondamenti del diritto.

In particolare relativamente alle Università, l’intento è di promuovere l’Informatica Giuridica nelle Scuole di Giurisprudenza, quale elemento necessario della formazione giuridica, possibilmente in annualità successive alla prima data la necessità di una propedeutica base formativa per comprendere appieno la materia. Ci si propone, inoltre, di intraprendere un dialogo con i dipartimenti, le scuole e le facoltà scientifiche (e.g., Ingegneria, Scienze dell’Informazione, Medicina, etc.) per proporre l’Informatica Giuridica e il Diritto dell’Informatica come insegnamenti opzionali, al fine di rafforzare le competenze giuridiche di chi opera nelle tecnologie dell’informazione.

Il giurista deve, quindi, acquisire padronanza e consapevolezza dei fondamenti dell’Informatica, delle sue applicazioni in ambito giuridico, e dei relativi problemi giuridici e teorico-giuridici per meglio esercitare il suo ruolo professionale sia nel settore privato sia nel settore pubblico. Il giurista deve, inoltre, acquisire consapevolezza delle tecnologie dell’informatica per contribuire allo sviluppo delle applicazioni informatico-giuridiche e per far sì che esse operino nel rispetto delle norme che regolano l’uso delle tecnologie dell’informazione.

Nell’ambito del settore disciplinare IUS 20, l’Informatica Giuridica promuove ricerche su temi di Informatica, Logica e Diritto, ne coltiva gli aspetti interdisciplinari, cura i collegamenti con studiosi di discipline connesse. Non a caso l’Informatica Giuridica nasce all’interno del settore disciplinare IUS/20, affiancandosi alla filosofia e alla sociologia del diritto. Per studiare i fenomeni emergenti delle nuove tecnologie, analizzare con senso critico l’azione del diritto positivo nell’introdurre le tecnologie all’interno della società civile, e proporre soluzioni di innovazione tecnologica e sociale efficaci ed eticamente corretti, l’informatica giuridica deve applicare conoscenze tecnologiche e giuspositive con consapevolezza filosofico- e sociogiuridica.

Nelle pubbliche amministrazioni, l’Informatica Giuridica contribuisce allo sviluppo delle applicazioni del governo digitale (e.g., il Codice dell’amministrazione digitale, il fascicolo elettronico sanitario, lo SPID, i regolamenti eIdas e Privacy) e nella democrazia elettronica secondo i principi di trasparenza e partecipazione (e.g., FOIA, decreto trasparenza). È aspetto essenziale della formazione dei funzionari pubblici, che abilita all’uso consapevole e creativo delle tecnologie dell’amministrazione digitale integrando sapere giuridico e informatico. In particolare le nascenti figure professionali quali il Responsabile della protezione dei dati (di cui al nuovo regolamento Privacy), il Chief Digital Officer, il Difensore civico digitale (art. 17 del nuovo CAD), il responsabile della conservazione digitale e altre figure deputate alla trasformazione digitale delle pubbliche amministrazioni richiedono competenze interdisciplinari nelle quali si coniugano saperi tecnologici e giuridici. L’informatica giuridica per sua vocazione definisce interpreta queste competenze e le diffonde con metodo scientifico all’interno delle università soprattutto all’interno delle scuole di giurisprudenza, sede d’elezione per la formazione dei dipendenti pubblici di domani. Se si vuole una nuova classe dirigente digitale occorre includere questa disciplina nel programma curriculare dei corsi, così come si fece per l’inglese a suo tempo.

Nella pratica legale e nella giustizia, l’Informatica Giuridica contribuisce alla razionalizzazione e all’efficienza del sistema giudiziario, grazie alla digitalizzazione di atti e procedure volte a anche la qualità (e.g. Processo civile telematico). Gli avvocati, notai, magistrati di domani devono avere una solida base di informatica giuridica per poter leggere gli eventi della società attraverso la lente del giurista, ma consapevoli dei fenomeni tecnologici. Gli stessi operatori della giustizia, cancellieri delle corti, addetti di sorveglianza, addetti di polizia, etc. devono avere i rudimenti di Informatica Giuridica per prevenire illeciti e reati e aiutare i cittadini ad avere fiducia nel cambiamento digitale. A questo proposito si fa notare che il recente schema di decreto in merito alla formazione degli avvocati non coinvolge i temi di informatica giuridica e chiediamo con forza di modificare il punto e) come segue:

e) Informatica giuridica e forense , disciplina del trattamento dei dati personali giudiziari e delle prove informatiche e tecnologie di ricerca ed elaborazione informatica di documentazione normativa e giurisprudenziale”.

 

Nel settore privato, l’Informatica Giuridica avvicina le imprese ai temi dell’Informatica Giuridica e del Diritto dell’Informatica, svolge un’azione di divulgazione e formazione permanente ed agevola ricerche applicative con il coinvolgimento delle imprese. La partecipazione alla creazione e alla applicazione di tecnologie giuridiche rappresenta un nuovo sbocco occupazionale per i giovani giuristi (e.g., studi legali specializzati nel LegalTech Forum). Sempre più sorgono in Europa e in Italia studi legali specializzati sui temi tecnologici per rispondere all’esigenza di mercato di regolare fenomeni emergenti. La sicurezza, la privacy sono solo alcuni temi urgenti da affrontare e inclusi per altro negli e-skill che la Commissione Europea ha incluso nelle nuove professioni nell’elenco e-CF 3.03 e che UNINFO 112614 ha recepito in Italia e che AGID sta adottando come schema per valutare le competenze digitali necessarie al cambiamento.

L’Informatica Giuridica si occupa dei fondamenti teorici dell’argomentazione giuridica e della teoria del diritto, collegando le ricerche sulla rappresentazione della conoscenza giuridica e la costruzione di modelli computazionali del ragionamento giuridico agli studi di ontologia, logica ed epistemologia giuridica. Inoltre essa approfondisce i temi di natura etica, morale, filosofica sollevati dall’uso delle tecnologie dell’informazione (e.g., si vedano gli studi in tema di robotica e Internet of Things). La società digitale anche in relazione alla quarta rivoluzione industriale (e.g., Industria 4.0), deve svilupparsi con strutture socio-tecnologiche che rispettino diritti e le opportunità, e ne facilitino l’esercizio (e.g., Carta dei diritti di Internet, cittadinanza digitale, etica del computer, eDemocracy). A tal fine sono necessarie riflessioni e progettazioni che integrino aspetti tecnologici, teorico-giuridici e filosoficogiuridici.

 

Per questi motivi riteniamo come ricercatori e docenti di Informatica Giuridica che tale disciplina debba essere inserita fra gli insegnamenti obbligatori per la formazione delle future generazioni di giuristi, e forse anche degli operatori informatici, al fine di sviluppare le competenze richieste dalla società dell’informazione al pari di quanto accade nel resto d’Europa e a livello internazionale.

 

Chiediamo quindi che il Governo nell’ambito della più ampia azione della Strategia per la crescita digitale 2014-2020, dell’Agenda Digitale, delle Competenze digitali, delle azioni di riforma del paese possa introdurre, e in alcune realtà preservare (e.g., l’Università di Bologna e l’Università degli Studi di Roma Unitelma Sapienza hanno introdotto l’Informatica Giuridica obbligatoria dal 2005-2006 –D.M. 270/0410), l’insegnamento di queste competenze digitali fondamentali per la crescita della cittadinanza digitale, per l’economia della società dell’informazione e l’industria 4.0.

Firmatari

 

 

Associazioni aderenti

 

Per un approfondimento dell’informatica giuridica

 

Ginevra Peruginelli, Mario Ragona (a cura di)

L’INFORMATICA GIURIDICA IN ITALIA.

Cinquant’anni di studi, ricerche ed esperienze

Napoli, Esi, 2014, 700 pp.; ISBN: 978-88-495-2799-5

htmlhttp://www.ittig.cnr.it/InformaticaGiuridicaInItalia/sed-12.html

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