SpaceX, Anduril e Palantir per una costellazione di satelliti difensivi
A distanza di oltre tre mesi dall’annuncio del Presidente Donald Trump, il “Golden Dome”, lo scudo spaziale per la difesa missilistica degli Stati Uniti continentali, sembra prendere lentamente vita.
Secondo quanto riportato dalla Reuters, sono tre al momento le aziende che si sono fatte avanti per la gara: SpaceX dell’onnipresente Elon Musk e le startup Anduril (sistemi autonomi e di intelligenza artificiale per le Forze amernate) e Palantir (software company).
Secondo l’agenzia di stampa, sono sei le persone a conoscenza dell’argomento che hanno confermato la notizia. A guida questo primo gruppo di imprese ci sarebbe SpaceX, già nota per la costellazione Starlink, che si sarebbe offerta di costruire alcune “parti fondamentali” del Golden Dome.
Centinaia di satelliti, anche armati
Negli ultimi giorni, le tre aziende avrebbero incontrato alti funzionari dell’amministrazione Trump e del Pentagono per presentare un primo piano operativo che prevede, sempre stando a quanto riportato dalla Reuters, una costellazione composta tra 400 e 1.000 satelliti per la difesa degli Stati Uniti che andrebbero ad orbitare attorno alla Terra per rilevare in tempo reale qualsiasi minaccia missilistica, tracciandone origine, traiettoria e velocità.
Una seconda flotta di circa 200 satelliti, invece, sarebbe preposta all’attacco, grazie ad armamenti missilistici e laser, con il fine di abbattere tutte le eventuali minacce individuate e tracciate dalla prima costellazione.
Per quel che riguarda i satelliti armati, non sembra sia prevista la partecipazione di SpaceX. Il problema, comunque, è che quando si affronta il tema costellazioni satellitari è sempre della stessa azienda che si parla, il che solleva preoccupazioni sul fatto che questo progetto rappresenti un ulteriore modo per Musk di trarre evidenti vantaggi nell’accesso alle risorse pubbliche previste dai programmi federali.
Il Golden Dome
Secondo quanto previsto nell’ordine esecutivo firmato da Trump lo scorso 27 gennaio, entro 60 giorni il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Pete Hegseth, avrebbe dovuto presentare al Presidente una bozza di architettura di base, un piano di attuazione e delle soluzioni avanzate ed efficaci per la difesa del Paese da missili balistici, ipersonici, da crociera e di nuova generazione, nonché da attacchi aerei.
Secondo le fonti raggiunte dalla Reuters, il processo decisionale per “il Golden Dome di Trump è comunque ancora nelle sue fasi iniziali”, precisando che “la sua struttura definitiva e chi verrà selezionato per lavorarci potrebbero cambiare radicalmente nei prossimi mesi”.