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Web tax, la Ue avvia consultazione pubblica (e si lascia andare a nuove proposte…)

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Cittadini, imprese e organizzazioni dell'UE sono invitati a partecipare alla consultazione pubblica per individuare il giusto approccio per tassare i giganti del web. L'iniziativa è della Commissione Ue, che nel 2018 proporrà nuove norme.

I profitti delle aziende sono tassati secondo il Fisco del Paese in cui si fa business. Questa regola, purtroppo, non è stata applicata all’economia digitale, favorendo, così, negli ultimi anni i giganti del web. Ma da quest’anno, finalmente, (come mostra la nostra infografica) la web tax è diventata, non solo un problema economico, ma anche politico ed è stata inserita nell’agenda europea. La Commissione Ue ha addirittura avviato una consultazione pubblica aperta a cittadini, imprese e organizzazioni dell’Ue “per individuare il giusto approccio alla fiscalità dell’economia digitale che possa garantire una tassazione più equa e più efficace, a sostegno delle entrate pubbliche, della crescita e della competitività dell’UE attraverso il mercato unico digitale”, si legge nel testo che introduce la survey.

Nella compilazione delle domande la Commissione Ue si lascia andare a nuove proposte, mai comunicate prima. Quella da realizzare “nel lungo periodo” prevede una web tax unitaria: un’imposta su una quota dell’utile mondiale delle società digitali da ridistribuire a ciascun Paese membro in base alla percentuale di utili ottenuti in tale Stato. Invece, la seconda “soluzione” proposta sarebbe quella applicabile nel breve termine: “Gli Stati membri potrebbero introdurre una tassa sugli utili provenienti dall’attività o servizi digitali”, come la vendita di annunci pubblicitari. Potrebbero anche, si legge in una delle risposte multiple fornite nel sondaggio, “trattenere alla fonte una parte dei pagamenti digitali o prevedere una tassa sulle transazioni digitali per quelle società che vendono i dati personali degli utenti”.

Ecco altre domande, alle quali si può rispondere anche in forma anonima: “In che misura ritiene che le norme fiscali internazionali siano adatte all’economia digitale?”
“C’è bisogno di rivedere le attuali norme internazionali per la tassazione dell’economia digitale? Se sì, in che modo? A livello internazionale, nazionale o all’interno dell’Ue?”

La strada comunitaria è quella intrapresa dalla Commissione Ue, Pierre Moscovici, il commissario agli affari economici e finanziari, ha infatti dichiarato: “Nessuno può negarlo: il nostro quadro fiscale non si adatta più con lo sviluppo dell’economia digitale o con nuovi modelli di business. Gli Stati membri vogliono tassare i profitti generati dall’attività economica digitale nel loro Paese. Abbiamo bisogno di una soluzione a livello comunitario, offrendo soluzioni efficaci per le imprese e gli investitori nel mercato unico”.

La Commissione Ue il 21 settembre ha presentato tre proposte per “una tassazione equa per l’economia digitale in generale”, ma non c’è stato l’accordo dei 27 Paesi nel recente Digital Summit a Tallinn, in Estonia, così Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione Ue, è stato costretto ad affermare: La Commissione europea proporrà nuove norme nel 2018 per tassare in modo equo i giganti d’Internet, come Google, Apple, Facebook e Amazon”.

E si spera che la Commissione per le nuove norme prenda in considerazione anche le risposte raccolte attraverso la consultazione pubblica, i cui risultati saranno pubblicati nel primo trimestre del 2018, garantisce Bruxelles.

Il questionario richiede circa 20 minuti per essere completato e c’è tempo fino al 3 gennaio 2018: consente anche di allegare un position paper o qualsiasi tipo di documento ritenuto rilevante per spiegare meglio le opinioni. Al momento è accessibile solo in inglese, ma a breve sarà disponibile in tutte le lingue ufficiali dell’UE.