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Vivendi pronta a scendere in Mediaset per chiudere il conflitto legale

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Vivendi potrebbe a breve tagliare la sua quota del 29,8% in Mediaset, per chiudere il conflitto con la famiglia Berlusconi che potrebbe così portare a termine la fusione con la filiale spagnola.

Vivendi potrebbe a breve tagliare la sua quota del 29,8% in Mediaset, così da mettere una buona volta la parola fine al perdurante conflitto con la famiglia Berlusconi che potrebbe così portare a termine la fusione con la filiale spagnola. Lo rende noto la Reuters, citando tre fonti separate, mentre il Tribunale di Milano ha dato tempo alle due parti fino al 22 novembre per raggiungere un accordo prima di decidere sulla richiesta di Vivendi di congelare la revisione aziendale. Un accordo potenziale potrebbe vedere Vivendi ridurre la sua quota in Mediaset, per mantenere invece una quota di minoranza in MediaForEurope (MFE) la nuova entità paneuropea con sede in Olanda voluta dai Berlusconi, secondo quanto riferito dalle fonti.

Mediaset offre 2,77 euro per riacquisto 20% azioni proprie da Vivendi

Secondo il Sole 24 Ore, invece, Mediaset ha offerto di acquisire una quota del 20% delle sue azioni da Vivendi ad un prezzo di 2,77 euro per azione, un euro in meno rispetto al prezzo di carico, per quanto al momento non sia stato raggiunto ancora alcun accordo fra le parti.

Il fondo d’investimenti Peninsula potrebbe partecipare all’operazione con Mediaset, mentre anche il tycoon ceco Daniel Kretinsky sarebbe interessato ad acquistare quote nel broadcaster. La scadenza dell’offerta, come detto, è fissata per il 22 novembre.

Il 22 novembre la deadline

Se l’operazione andrà in porto si potrà finalmente superare l’impasse nel quale si trova Mediaset dopo il dietrofront di Vivendi all’acquisizione di Premium nel luglio del 2016 e il successivo tentativo di scalata ostile dei francesi bloccato dal Biscione e la cessione alla fiduciaria Simon nelle quote di circa il 20% sul 29,8% detenuto dei francesi in Mediaset richiesta da Agcom.

Il gruppo di Vincent Bolloré non vorrebbe tuttavia cedere l’intera quota, ma si sta trattando sul 20% intestato appunto alla Simon Fiduciaria.

Se i francesi dovessero accettare, incasserebbero circa 700 milioni, a fronte di un investimento che al costo storico vale 838 milioni, con una perdita di circa il 30%. Nella valutazione della quota rientrerebbe anche la rinuncia ai contenziosi in corso.