Lo scontro

Vivendi-Mediaset, il giudice dà ragione al Biscione. Via libera a MediaForEurope

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Dopo una battaglia legale che va avanti da mesi, il Tribunale di Milano dà ragione a Mediaset e respinge tutti i ricorsi contro MFE avanzati dal gruppo francese nei mesi scorsi .

 Il giudice del Tribunale civile di Milano Elena Riva Crugnola, ha rigettato tutti i ricorsi cautelari d’urgenza presentati nei mesi scorsi da Vivendi e dal trust Simon Fiduciaria contro il progetto MediaForEurope, la holding di diritto olandese in cui Mediaset intende far confluire tutte le sue attività italiane e spagnole. Vivendi e Simon Fiduciaria si erano rivolte in Tribunale nella speranza di ottenere l’annullamento delle delibere approvate dai soci del Biscione riuniti nelle assemblee del 4 settembre e del argomentazioni delle parti nell’udienza di sabato scorso, ha dato ragione al gruppo di Cologno Monzese.

Il giudice del Tribunale di Milano, al termine di un’udienza convocata sabato, aveva deciso di riservarsi una decisione.

Vivendi rimane pienamente convinta che il piano di fusione di Mediaset danneggi gravemente gli interessi degli azionisti di minoranza. Continua anche a ritenere che la decisione del Consiglio di amministrazione di Mediaset di escludere ripetutamente dal voto determinati azionisti di minoranza, basandosi su un’interpretazione della legge italiana sui media che è stata gravemente contestata dall’avvocato generale della Corte di giustizia dell’Unione europea alla fine sarà respinta in tribunale”. E’ quanto scrive Vivendi in una nota diffusa dopo la decisione del giudice del tribunale di Milano che ha rigettato il ricorso di Vivendi sull’assemblea Mediaset del 4 settembre 2019 che ha dato il via libera alla fusione con la controllata spagnola e al progetto Mfe.

Le posizioni in campo

Da un lato Mediaset ha ribadito che i cambiamenti allo statuto di MediaforEurope più favorevoli alle minoranze sono sufficienti a respingere i ricorsi dei francesi.

Vivendi dal canto suo scommette in primo luogo sull’illegittimità del Testo unico della radiotelevisione (Tusmar) della legge Gasparri, sulla base del quale l’Agcom ha imposto al gruppo francese di scegliere tra la partecipazione rilevante in Tim o quella in Mediaset. È il passaggio che ha costretto Vivendi, che nell’inverno 2016 ha rastrellato quasi il 30% di Mediaset con una scalata definita ostile dal Biscione, a congelare quasi il 20% nella fiduciaria Simon. Simon che non è mai stata ammessa al voto in assemblea dal Biscione perché il gruppo televisivo italiano ritiene che tutta la scalata dei francesi sia illegale.

Tre opzioni

Il giudice aveva tre possibilità: rigettare il ricorso di Vivendi e liberare le delibere dell’assemblea Mediaset di avvio di Mfe; accogliere le istanze dei francesi e quindi mantenere sospesa la validità delle delibere; oppure, infine, aspettare la decisione della Corte di giustizia europea sul ricorso di Vivendi contro il Tusmar, che ha registrato di recente le critiche dell’Avvocatura generale europea che in genera anticipa l’orientamento della Corte. Ha scelto la prima opzione.