Il Rapporto

Transizione energetica, attesi 5,5 milioni di nuovi posti di lavoro nel mondo entro il 2023

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Un investimento annuo di 2 trilioni di dollari potrebbe portare in tre anni alla crescita del PIL globale dell’1% e alla creazione di 5,5 milioni di posti di lavoro legati alla transizione energetica. Fonti rinnovabili, sistemi di accumulo (quindi anche mobilità elettrica) ed efficienza energetica spina dorsale dei futuri mercati dell’energia.

Transizione energetica non vuol dire solamente costruire un mondo dove l’aria è più pulita, la qualità della vita in città migliore e un utilizzo diffuso delle fonti energetiche rinnovabili. Investimenti crescenti e innovazione “green oriented” trasformeranno anche il mondo delle imprese e del lavoro.

Un processo di cambiamento che è oggetto del nuovo Rapporto, “Post-COVID recovery: An agenda for resilience, development and equality, realizzato da Irena, l’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili.

Il Rapporto sulla transizione energetica

Il documento si occupa delle strategie economico-finanziarie messe a punto dalle Istituzioni locali e sovranazionali per fronteggiare il difficile periodo post-Covid, delineando un’azione di stimolo immediata per i prossimi tre anni (2021-2023), nonché misure per una prospettiva di recupero a medio termine per il 2030.

Aumentare la spesa pubblica e privata di energia a 4,5 trilioni di dollari all’anno, aumenterebbe l’economia mondiale di un ulteriore 1,3%, creando 19 milioni di posti di lavoro aggiuntivi legati alla transizione energetica entro il 2030”, si legge nel Rapporto.

Ogni milione di dollari investiti in energie rinnovabili creerebbe tre volte più posti di lavoro rispetto ai combustibili fossili”, è specificato.

La produzione di energia da fonti rinnovabili, i sistemi di accumulo (a cui è legata anche la mobilità elettrica – eMobility) e l’efficienza energetica potrebbero divenire la spina dorsale dei futuri mercati dell’energia.

Fonti rinnovabili

Le energie rinnovabili, durante l’attuale crisi, hanno dimostrato di essere le fonti di energia più resilienti. Questa evidenza dovrebbe consentire ai governi di prendere decisioni di investimento immediate e risposte politiche per superare la crisi”, ha dichiarato Francesco La Camera, direttore generale di Irena.

Visti gli odierni recovery plan dei governi – ha aggiunto il direttore – Irena utilizza il suo mandato globale sulle transizioni energetiche per informare il processo decisionale in questo momento critico, restando sulla rotta verso un sistema completamente decarbonizzato entro il 2050”.

Uno dei possibili scenari di investimento annuo di 2 trilioni di dollari, potrebbe portare in tre anni alla crescita del PIL globale dell’1% e alla creazione di 5,5 milioni di posti di lavoro legati alla transizione energetica.

Tecnologie emergenti e priorità

Tra le priorità immediate individuate dallo studio, troviamo: la riforma dei prezzi dei combustibili fossili, il ritiro dei fossil fuel assets, la messa in atto di finanziamenti verdi e di piani di salvataggio e gli investimenti strategici nella transizione energetica.

Fondamentale in questo percorso è l’inclusione delle tecnologie emergenti, come l’idrogeno verde, che permetteranno di arrivare a un sistema di energia netta zero e sui Governi e Istituzioni dovranno investire di più per stimolare la crescita e la competitività sui mercati internazionali.