Il mandato

Transizione digitale nell’Ue: accordo del Consiglio sulla revisione delle norme ePrivacy

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Il Consiglio europeo ha approvato un mandato negoziale per la “revisione delle norme in materia di tutela della vita privata e della riservatezza nell'uso di servizi di comunicazione elettronica”. L’approvazione del testo definitivo sarà negoziata con il Parlamento europeo.

La digitalizzazione della vita quotidiana, il nostro continuo esporci ai nuovi mezzi tecnologici e soprattutto alle piattaforme web e alla loro economia, implica da parte delle Istituzioni un aggiornamento della direttiva ePrivacy vigente.

Riguardo questi delicati argomenti, proprio nell’avvio della transizione digitale dell’Unione, il Consiglio europeo ha approvato un mandato negoziale per la “revisione delle norme in materia di tutela della vita privata e della riservatezza nell’uso di servizi di comunicazione elettronica”.

Il mandato odierno è stato approvato dagli ambasciatori riuniti in sede di Comitato dei rappresentanti permanenti (Coreper) del Consiglio. il testo definitivo sarà negoziato successivamente con il Parlamento europeo.

L’accordo per la revisione del regolamento

L’accordo in questione, come si legge sul sito del Consiglio, favorirà il lavoro della presidenza portoghese per avviare i colloqui con il Parlamento europeo necessari all’approvazione di un testo definitivo.

È fondamentale disporre di norme solide in materia di tutela della vita privata al fine di creare e mantenere la fiducia in un mondo digitale. Il cammino verso la definizione della posizione del Consiglio non è stato facile, ma abbiamo ora un mandato che trova un buon equilibrio tra una solida tutela della vita privata delle persone e la promozione dello sviluppo di nuove tecnologie e dell’innovazione. La presidenza portoghese è molto lieta di avviare ora i colloqui con il Parlamento europeo su questa proposta fondamentale”, ha dichiarato in una nota stampa Pedro Nuno Santos, presidente del Consiglio e ministro portoghese delle Infrastrutture e dell’edilizia abitativa.

L’aggiornamento del regolamento sulla vita privata e le comunicazioni elettroniche abrogherà l’attuale direttiva e-privacy, andando a precisare ed integrare il quadro normativo del GDPR: “Ad esempio – si legge nel comunicato – a differenza del GDPR, molte disposizioni in materia di e-privacy si applicheranno sia alle persone fisiche che alle persone giuridiche”.

In base al mondato approvato dal Consiglio, le modifiche al regolamento riguarderanno “il contenuto delle comunicazioni elettroniche trasmesse utilizzando reti e servizi accessibili al pubblico”, nonché “i metadati relativi alla comunicazione” (relativi a informazioni sul luogo, sull’ora e sul destinatario della comunicazione).

Centralità dei metadati

Sui metadati è stato proposto un approfondimento, in quanto possono essere elaborati per diverse finalità, tra cui la fatturazione o il rilevamento (e blocco) di un uso fraudolento degli stessi.

I fornitori di servizi potrebbero, sempre con il consenso dell’utente, utilizzare metadati “per mostrare i movimenti del traffico al fine di aiutare le autorità pubbliche e gli operatori dei trasporti a sviluppare nuove infrastrutture dove sono più necessarie”.

Questi, inoltre, possono inoltre essere elaborati per proteggere gli interessi vitali degli utenti, come nel caso del monitoraggio delle epidemie e della loro diffusione o le situazioni di emergenza umanitaria, in particolare catastrofi naturali e provocate dall’uomo.

Il regolamento riguarderà inoltre i dati trasmessi da macchina a macchina su rete pubblica, quindi l’internet delle cose.

Trattamento dei dati e riservatezza

Il trattamento di tali dai sarà esteso anche ai cittadini europei fuori dall’Unione e ai fornitori di servizi anche se ubicati al di fuori degli Stati membri, mentre i dati delle comunicazioni elettroniche saranno sempre riservati, proibendo qualsiasi interferenza, compresi l’ascolto, il monitoraggio e il trattamento dei dati da parte di persone diverse dall’utente finale.

Riguardo i nostri smartphone, tablet, pc e altri device elettronici di uso comune, che in fin dei conti sono accumulatori di dati personali: “lo sfruttamento delle capacità di trattamento e conservazione e la raccolta di informazioni dal dispositivo saranno consentiti solo con il consenso dell’utente”.