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Traffico di armi e droga nel Dark Web, 179 arresti nell’operazione DisrupTor

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L'operazione DisrupTor, ha portato inoltre al sequestro di 6,5 milioni di dollari sia in contanti che in valute virtuali, insieme a circa 500 kg di droghe, tra cui fentanil, ossicodone, idrocodone, metanfetamina, eroina, cocaina, ecstasy, MDMA e 64 armi da fuoco. I dettagli dell'operazione.

Una coalizione di forze dell’ordine europee e americane ha arrestato 179 criminali ritenuti responsabili di traffico di droga e armi nel Dark Web.

Secondo un comunicato diffuso dall’Europol, l’operazione, denominata DisrupTor, ha portato al sequestro di 6,5 milioni di dollari sia in contanti che in valute virtuali, insieme a circa 500 chilogrammi di droghe, tra cui fentanil, ossicodone, idrocodone, metanfetamina, eroina, cocaina, ecstasy, MDMA e 64 armi da fuoco.

I dettagli dell’operazione DisrupTor

L’operazione DisrupTor era composta da una serie di operazioni congiunte separate ma complementari coordinate da Europol ed Eurojust, in collaborazione tra le forze dell’ordine e le autorità giudiziarie di Austria, Cipro, Germania, Paesi Bassi, Svezia, Australia, Canada, Regno Unito e Stati Uniti.

Gli arresti sono stati effettuati negli Stati Uniti (121), in Germania (42), nei Paesi Bassi (8), nel Regno Unito (4), in Austria (3) e in Svezia (1). Sono ancora in corso numerose indagini per identificare le persone dietro gli account del dark web, si legge nella nota dell’Europol.

Le forze dell’ordine sono più efficaci quando collaborano e l’annuncio di oggi lancia un forte messaggio ai criminali che vendono o acquistano beni illegali sul Dark Web: la parte di Internet che credete nascosta non lo è più e le vostre attività non sono più anonime. Siamo impegnati nel tracciare i criminali, non importa dove si trovino, nelle strade o dietro lo schermo di un computer.“, ha dichiarato Edvardas Šileris, capo del Centro europeo per la criminalità informatica (EC3) di Europol.

Cybercrime: tra ransomware e dark web

Nonostante l’impegno delle forze dell’ordine, il cybercrime non accenna a placarsi, anzi, nel 2020 si è evidenziato un aumento di crimini informatici.

Un risultato legato anche all’aumento considerevole delle persone che lavorano e studiano da casa, per via dell’epidemia di Covid-19, ma con le solite scarse protezioni informatiche e una maggiore esposizione ai cyber criminali.

Nel nuovo studio pubblicato da Immuniweb, dal titolo “Cybersecurity Industry Exposure at Dark Web”, nel 2020, il 59% delle imprese ha sofferto di azioni di data breach, con il risultato che 15 miliardi di record di dati, provenienti da oltre 100 mila incidenti informatici, sono finiti in vendita nel dark web.

Durante i primi 7 mesi dell’anno in corso, sempre secondo il Report, si sono registrati 631.512 incidenti informatici, di cui 160.529 classificati come “critici”.

Aziende e cybersecurity: il caso Luxottica

Le aziende, in questo 2020, sono state colpite duramente dai criminal hacker. L’ultima, in Italia, è stata Luxottica, la più grande produttrice mondiale di montature per occhiali da vista e da sole.

L’azienda bellunese è stata vittima di un grave attacco ransomware ai propri sistemi informatici che ha bloccato l’intera produzione nelle sedi di Agordo Sedico.

Per fortuna, seconda fonti sindacali, l’azienda è stata in grado di respingere l’attacco impedendo l’accesso e la conseguente sottrazione di dati e informazioni riservati su utenti, consumatori e proprietà intellettuali dell’azienda.