Banda ultralarga

Tim-Vivendi, De Puyfontaine ‘Rete strategica’. Ma non chiude allo scorporo

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Parole concilianti verso il Governo di Arnaud De Puyofontaine, presidente di Tim e amministratore delegato di Vivendi.

La rete fissa è un asset strategico per Tim e l’operatore sta esaminando il dossier con il Governo italiano per trovare una soluzione che faccia l’interesse di tutti gli stakeholder, che non sono soltanto gli azionisti ma anche i consumatori, i dipendenti, le autorità regolatorie e soprattutto il Paese. Lo ha detto Arnaud De Puyofontaine, presidente di Tim e amministratore delegato di Vivendi, in ‘un’intervista a Repubblica, aggiungendo che “parlare di separazione della rete ha un senso se ci si pone l’obiettivo di migliorare ancora la neutralità e di arrivare prima alla digitalizzazione del Paese”. Nessun timore di Iliad, e una mano tesa a Mediaset.

Ipotesi scorporo

Parole concilianti verso Palazzo Chigi, dopo mesi di tensioni. Amos Genish (nuovo ad di Tim) e io capiamo l’interesse nazionale e studieremo insieme al Governo il dossier”, aggiunge De Puyfontaine, che tuttavia considera prematuro parlare dell’ingresso di un nuovo socio (Cassa Depositi e Prestiti ndr) nell’ipotesi di spin off della rete. Sull’altra questione, se non siano troppe due reti a banda larga in Italia, De Puyfontaine ha detto che la concorrenza (il riferimento è a Open Fiber ndr) è sempre una cosa positiva e che “per il mercato è sempre meglio avere più attori che investono, con una visione di lungo corso”.

Golden power

Per quanto riguarda il golden power, il presidente di Tim ha detto di condividere la posizione del governo “sulle problematiche legate alla sicurezza nazionale” e di “accettare il golden power” precisando che l’intenzione è quella di non fare ricorso a patto che sia avviato “un dialogo per arrivare ad una soluzione condivisa, che chiarisca anche l’applicazione di alcuni degli interventi che ci sono stati richiesti”.

 

Attacco a Netflix, Amazon & Co

De Puyofontaine rilancia poi il progetto che gli sta più a cuore, vale a dire la creazione di un player euorpeo forte nel mercato dei contenuti di cinema, musica e cultura a maggior ragione dopo la costituzione della joint venture fra Canal+ e Tim. Con Mediaset “è in corso una mediazione” dice il Ceo di Vivendi, che ribadisce poi il succo del progetto mettendo nel mirino Netflix e Amazon e l’invasione di contenuti media che arriva dall’America e contro cui un’alleanza Francia – Italia potrebbe funzionare da baluardo. “Netflix naviga sulle nostre reti europee gratis e diffonde prodotti senza che a noi venga alcun beneficio”, ha detto De Puyofontaine, aggiungendo che “Italia e Francia hanno la capacità di fronteggiare la concorrenza perché sono Paesi culturalmente forti”.

 

Una mano tesa a Mediaset

Da notare che non più tardi di ieri Mediobanca, dopo Sole 24 Ore e Bloomberg, ha calcolato in 700 milioni di euro il valore della transazione stragiudiziale con cui Vivendi potrebbe chiudere la lite su Premium con Mediaset, Fininvest e RTI per la mancata acquisizione della pay tv. Una somma di gran lunga inferiore ai 3 miliardi complessivi di danni richiesti in sede legale a Vivendi, ma sempre denaro fresco in temi stretti per Cologno Monzese. Vedremo se le trattative andranno a buon fine in tempi utili per inserire Mediaset nella joint venture Tim-Canal+ e partecipare all’asta dei diritti per la Serie A, prevista entro l’autunno.