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Telecom Italia: oggi incontro col ministro tlc brasiliano. Il 5 febbraio Cda sul dossier Oi

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Il Sottosegretario Giacomelli:  su Metroweb il  Governo si esprimerà quando ci saranno delle proposte sul tavolo. Quanto alle riunioni del gruppo di lavoro che si sta occupando del dossier della rete, si terranno "una volta eletto il nuovo capo dello Stato".

Si  terrà il prossimo 5 febbraio, secondo informazioni del Sole 24 Ore, il consiglio di amministrazione straordinario di Telecom Italia, riunito per conoscere gli esiti della missione in corso in Brasile, dove si sono recati il  presidente Giuseppe Recchi, l’AD Marco Patuano e il CFO Pierluigi Peluso.

Un viaggio di routine, hanno minimizzato i manager, ma che sicuramente servirà a sondare il terreno sul dossier Oi: per oggi è previsto l’incontro con il Ministro delle Comunicazioni, Ricardo Berzoini. Due le vie percorribili: un’integrazione tra i due gruppi, che andrebbe a creare il primo operatore del paese e potrebbe generare – secondo stime conservative – sinergie per 7 miliardi di euro; oppure la valutazione di un’offerta del trio Vivo-Claro-Oi, ritornata in auge nelle scorse settimane, dopo che Oi ha ceduto ad Altice gli asset di Portugal Telecom per 7,4 miliardi e Telefonica ha intavolato trattative esclusive per la cessione a Hutchison della controllata britannica O2 per 10 miliardi di sterline.

Patuano è stato incaricato lo scorso anno dal consiglio di amministrazione di “approfondire le opzioni riguardanti una possibile integrazione” tra Tim Participacoes – che controlla Tim Brasil – e Oi. Secondo il quotidiano Folha de São Paulo, Telecom Italia sarebbe disponibile a valutare la fusione soltanto a condizione di mantenere il controllo della futura società.

Il Ceo di Oi, Bayard Gontijo, dal canto suo, ha affermato di non aver alcun pregiudizio riguardo la partecipazione al consolidamento del mercato brasiliano: attraverso una fusione o l’acquisto di una quota di Tim Brasil, insieme a Vivo e Claro.

Il cda del 5 febbraio dovrebbe servire a fare il punto sulle opzioni sul tavolo, anche in vista della riunione successiva, calendarizzata per il 19 febbraio, con all’ordine del giorno l’approvazione dei dati preconsuntivi 2014 e nella quale si dovrebbe fare il punto anche sugli investimenti. Un punto, quest’ultimo, estremamente delicato, perché in ballo c’è anche il dossier Metroweb: Telecom – è cosa nota – è interessato alla società della fibra milanese ma vorrebbe salire direttamente al 51%. In molti, però, sono scettici sulla volontà dell’incumbent di portare avanti un piano d’investimenti soddisfacente e tale da contribuire concretamente all’infrastrutturazione del Paese (lo chiede il Governo, ma anche F2i e la Cassa Depositi e Prestiti, gli azionisti Metroweb) e non vedono di buon occhio tale ipotesi, propendendo piuttosto per una ‘società della rete’ che coinvolga più operatori. Per fugare idubbi, Telecom sembrerebbe disposta a proporre un piano di investimenti vincolante, in sostanza, un cronoprogramma città per città che possa essere cambiato solo con maggioranze superqualificate o accordi tra le parti.

Il Governo, dal canto suo, si esprimerà quando ci saranno delle proposte sul tavolo. Lo ha riferito il sottosegretario allo Sviluppo economico Antonello Giacomelli, precisando che le riunioni del gruppo di lavoro che si sta occupando del dossier della rete – composto dal il vicesegretario generale alla Presidenza del consiglio Raffaele Tiscar, dal presidente della Cassa Depositi e Prestiti e di Metroweb, Franco Bassanini, e dai consulenti del Governo Andrea Guerra e Yoram Gutgeld oltre che dallo stesso Giacomelli –  si terranno “una volta eletto il nuovo capo dello Stato”.

Ieri, intanto, due ipotesi hanno tenuto banco sulla stampa: il possibile dietrofront di F2i che avrebbe deciso di cambiare strategia, optando per una valorizzazione della quota del 53,8% invece che sulla vendita e ‘l’apertura’ di Telecom Italia a un ‘controllo a tre’ su Metroweb insieme agli altri due attuali azionisti: il Fondo Strategico per gli Investimenti (controllato da CDP) e F2i.

Situazione, quindi, del tutto fluida su entrambi i fronti ‘caldi’ – Brasile e Italia – per Telecom Italia, su cui di certo si saprà qualcosa di più concreto al ritorno della delegazione dal Sudamerica.