Pubblicità

Spot&Social, per le campagne sociali meglio l’ironia o lo shock visivo?

di Alberto Contri |

Interessante caso di uno dei primi spot sociali della storia per promuovere la profilassi antitubercolosi. Era il 1920 e i francesi puntarono sui cosiddetti ‘valori-zattera’.

Abbiamo ribadito più volte che l’ironia è uno dei metodi migliori, anche se assai difficili da maneggiare, per far riflettere su un tema sociale.

Ci sono ancora alcune scuole di pensiero, per fortuna residuali, che pensano che l’unico modo per farsi ricordare è spaventare o minacciare gli spettatori con uno shock visivo.

La Rubrica Spot&Social è curata da Alberto Contri, presidente della Fondazione Pubblicità Progresso. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

Nulla di più errato, perché di fronte a scene che possono provocare turbamento, scatta quasi sempre un meccanismo mentale di rimozione che chiude la porta ad ogni riflessione.

Interessante osservare uno dei primi spot sociali della storia, in cui si fa leva sul sentimento antitedesco del popolo francese per promuovere la profilassi antitubercolosi: già nel 1920, comunicatori avveduti avevano compreso che i messaggi sociali arrivano più facilmente se veicolati tramite “valori-zattera” graditi alla popolazione.