stop violenza contro le donne

Spot & Social. ‘Violenza di genere’, stop ai maltrattamenti all’interno delle mura domestiche

di Alberto Contri, presidente della Fondazione Pubblicità Progresso |

Ecco alcuni campagne di sensibilizzazione sui maltrattamenti contro le donne all’interno delle mura domestiche in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne di domani 25 novembre.

La rubrica Spot&Social ha lo scopo di illustrare ogni settimana una o più campagne pubblicitarie di particolare interesse sociale. Rubrica a cura di Alberto Contri, presidente della Fondazione Pubblicità ProgressoPer consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

In media, nel nostro Paese, ogni due giorni una donna viene uccisa: solo nel 2016 sono state 120 le donne che hanno perso la vita per mano del proprio marito, fidanzato o convivente. Si tratta di numeri agghiaccianti e proprio in nome di ciò è importante che della “violenza di genere” si parli ogni giorno. A tal fine risulta di estrema importanza sensibilizzare le persone nei confronti di questa tematica, considerata a tutti gli effetti una violazione dei diritti umani.

In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne del prossimo 25 novembre, Ikea e l’Associazione Telefono Donna hanno lanciato una campagna di sensibilizzazione su un problema sempre più avvertito dall’opinione pubblica, ovvero quello dei maltrattamenti femminili all’interno delle mura domestiche.

Per promuovere l’iniziativa, Ikea ha diffuso sui suoi canali social uno spot intitolato “La casa non è fatta per difendersi”. Nel video gli ambienti di un negozio della catena svedese diventano uno spazio quasi inospitale per la protagonista, che sembra cercare un luogo sicuro dove nascondersi. Proprio come farebbe una vittima di violenze domestiche.

Come detto, negli anni sono state parecchie le iniziative di sensibilizzazione attraverso spot che sono diventati simbolo di questo tema. Si ricorda ad esempio lo spot del 2015 di “No More”, un’organizzazione che mirava ad educare gli americani a porre fine alla violenza domestica e alle aggressioni sessuali. Lo spot, si svolge all’interno di una casa, all’interno della quale si notano oggetti frantumati, un letto disfatto, segni di colluttazione sui muri e in sottofondo la registrazione di una telefonata tra un agente del 911 e una donna, apparentemente tranquilla che richiede il domicilio di una pizza. I toni inizialmente confusi, si trasformano poi in toni agghiaccianti che nascondono l’imminente verificarsi di una violenza domestica.

Allo stesso modo, molte associazioni si sono mosse nei confronti del silenzio e dell’indifferenza che le terze parti, nonostante siano a conoscenza di tentata violenza domestica, dimostrano nei confronti di questo genere di violenza. The Bingham Group in collaborazione con il Tennessee Department of Homeland Security, associazione a favore delle donne che subiscono violenza domestica, hanno creato una campagna di sensibilizzazione proprio sul tema. Nello spot si sente in sottofondo una discussione accesa tra un uomo e una donna, nell’appartamento adiacente ad una coppia seduta attorno ad un tavolo durante il pranzo. Quando i toni diventano eccessivi, improvvisamente, la coppia protagonista della scena decide di indossare delle cuffie e continuare il proprio pranzo evitando di prestare il proprio soccorso alla donna in difficoltà.

Nel panorama italiano, Pubblicità Progresso riguardo al tema ha dato il suo contributo: la prima fase della campagna “Punto su di Te” del 2015 ha affrontato in modo originale i vari volti della discriminazione (sul lavoro, in famiglia, nelle relazioni di coppia etc.) partendo dal concetto che la prima forma di discriminazione consiste nel negarne l’esistenza. L’ identificazione ed il riconoscimento della stessa è, infatti, la prima condizione per poterla definitivamente combattere.

Pubblicità Progresso ha voluto valorizzare la diversità di genere, raggiungendo due obiettivi.

Da un lato, una maggiore consapevolezza delle donne circa i propri diritti, le proprie aspettative e potenzialità: primo passo verso la difesa di un’identità e di un ruolo più equilibrato e complementare nella società. Dall’altro, la presa di coscienza da parte degli uomini sugli effetti di certi loro atteggiamenti e comportamenti, e di come questi debbano essere superati: è solo a questa condizione che le donne possono rappresentare un vero contraltare con cui misurarsi in modo equo e costruttivo per il benessere di tutta la società.

Dall’intolleranza nasce dunque la violenza e se niente altro resta da dire, molto urge invece da fare. Sono ormai tantissime, le attività di vario genere che trattano questo argomento in tutto il mondo: manifestazioni, convegni, azioni dimostrative o raccolte fondi. Tantissime, ma mai abbastanza.