Didattica digitale

Speranza: “Preparate le lezioni online”. Ma le scuole sono pronte?

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Per evitare di nuovo che a 1,6 milioni di studenti sia negato il diritto allo studio in caso di interruzione della didattica in classe, il ministro della Salute lancia un messaggio chiaro a tutte le scuole.

Oggi è iniziato formalmente il nuovo anno scolastico. Porte aperte per gli studenti alle prese con i recuperi delle materie in cui hanno le insufficienze e nei giorni a seguire ritorneranno tra i banchi monoposto il resto degli alunni: il 7 settembre il via a Bolzano, la maggioranza il 14 e per ultime Abruzzo, Basilicata, Calabria, Puglia e Sardegna il 24 del mese, mentre in Sicilia apertura il 14 settembre ma i presidi hanno facoltà di spostarla al 24.

Ma in caso di classi o scuole in quarantena, la didattica digitale potrà essere garantita a tutti gli studenti interessati? Durante il lockdown 1,6 milioni non hanno potuto seguire le lezioni online, secondo i dati comunicati dalla ministra Azzolina in Parlamento. 

Speranza: “È realistico preparare e pianificare la disponibilità dell’apprendimento online

Per evitare di nuovo che a questi studenti non venga garantito il diritto allo studio il ministro della Salute Roberta Speranza ha lanciato un messaggio chiaro a tutte le scuole. 

“È realistico preparare e pianificare la disponibilità dell’apprendimento online per completare l’istruzione nel prossimo anno. Saraà necessario durante le chiusure temporanee, può essere un’alternativa per bambini ed educatori fragili, può essere necessario durante la quarantena episodica e può integrare l’apprendimento scolastico in circostanze in cui i bambini alternano la presenza scolastica per rispettare le esigenze di allontanamento fisico nelle aule più piccole”, si legge nel documento conclusivo al termine dell’incontro tra il ministro Speranza e il direttore dell’Oms Europa Hans Kluge.

Le scuole sono pronte alla didattica digitale?

Come detto durante il lockdown la didattica a distanza non è stata garantita da tutti gli insegnanti a tutti gli studenti e la problematicità è sottolineata dalla ministra dell’Istruzione nella lettera inviata alle scuole in occasione dell’anno scolastico 2020/2021: “La didattica a distanza, nonostante le difficoltà, ha tenuto vivo il legame con le nostre ragazze e con i nostri ragazzi”, ha scritto Lucia Azzolina.

Oltre a questa lettera cosa ha previsto il ministero dell’Istruzione per l’attivazione della didattica digitale in caso di necessità?

Didattica digitale, come sarà in caso di scuole in quarantena

Il 7 agosto il ministero ha pubblicato le Linee Guida per la Didattica Digitale Integrata (DDI) inviate a tutte le scuole.

In sintesi, prevedono:

  • La didattica digitale è possibile solo nelle secondarie di secondo grado (le superiori) da utilizzare in modo integrato con quella in presenza.
  • Per il resto degli alunni solo lezioni in presenza. Ma in caso, si legge nelle linee guida, “si rendesse necessario sospendere nuovamente le attività didattiche in presenza a causa delle condizioni epidemiologiche contingenti”, allora tutte le scuole dovranno essere in grado di garantire la didattica digitale. Per questo motivo il ministero impone a tutte le scuole di dotarsi, capitalizzando l’esperienza maturata durante i mesi di chiusura, di un Piano scolastico per la didattica digitale integrata.

Ma è sufficiente?

L’età media degli insegnanti è di 57-58 anni, la formazione non è obbligatoria, la didattica a distanza non è prevista nei contratti di lavoro, è solo un “obbligo morale”, e il digital divide è ampio. Ecco i 4 motivi principali per cui in Italia non è online, in modo sistematico e in tutte le scuole, la didattica digitale come ci ha spiegato Mario Rusconi, Presidente Associazione Nazionale Presidi (Anp) di Roma e Lazio.

Occorre risolvere questi 4 punti per far sì che tutte le scuole siano pronte alla didattica digitale.

Sul digital divide qualcosa è migliorato rispetto al lockdown. Secondo l’ISTAT, il 45,4% degli studenti di 6-17 anni (pari a 3 milioni 100mila) ha difficoltà nella didattica a distanza per la carenza di strumenti informatici in famiglia, che risultano assenti o da condividere con altri fratelli o comunque in numero inferiore al necessario. Ora, con i fondi messi a disposizione del Governo (l’ultimo 3 milioni a oltre 3mila scuole – 800 euro ciascuna) le scuole hanno potuto acquistare e poi dare alle famiglie più bisognose tablet e device per connettersi a Internet.