L'iniziativa

Società multiculturale e contrasto ai discorsi d’odio alla tre giorni della kermesse “Parole, non pietre”

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Iniziativa di Articolo21 e della FNSI per la convergenza inter-religiosa e la lotta contro il fenomeno dell’hate speech. Bilancio sociale Rai deve essere più trasparente. Il grande silenzio attorno alle elezioni Agcom.

L’associazione Articolo21 e la Federazione Nazionale della Stampa Italiana (Fnsi) hanno promosso una bella iniziativa, sviluppatasi tra venerdì 28 febbraio e domenica 1° marzo 2020, che ha proposto una lettura alta e nobile, ampia e plurale, del possibile rapporto tra sistema dei media e convivenza inter-religiosa, e, più in generale, un confronto tra gli operatori dell’informazione che lavorano per una società multiculturale pacifica e coesa, nel rispetto di ogni diversità: la kermesse “Parole, non pietre” ha visto coinvolti, nella maratona (tre giorni di iniziative), centinaia di giornalisti, studenti, rappresentanti di istituzioni… tutti schierati contro i discorsi d’odio. L’iniziativa è stata co-promossa insieme all’Usigrai ed all’Ordine dei Giornalisti del Lazio.

Si è trattato di una serie di incontri, molto stimolanti, sul tema della “informazione inclusiva” e delle iniziative da intraprendere per promuovere una narrazione capace di costruire “ponti” e non “muri”.

L’iniziativa è stata aperta da un seminario organizzato venerdì mattina presso la elegante sede della storica rivista dei gesuiti “La Civiltà Cattolica”: religiosi di diverse fedi, politici e giornalisti a confronto sui temi dell’informazione e su come veicolare messaggi in grado di rispettare le diversità, religiose così come etniche, di genere e di qualsiasi altra tipologia.

All’apertura dei lavori, nella sede della “Civiltà Cattolica”, insieme con il Direttore della rivista, padre Antonio Spadaro (appassionato mediologo), sono intervenuti, fra gli altri, il Segretario generale e il Presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti; la Portavoce e il Coordinatore del Comitato scientifico di “Articolo21”, Elisa Marincola e Roberto Natale (che è anche titolare della struttura “Responsabilità Sociale” in Rai); il segretario del Cnog (Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti), Guido D’Ubaldo; il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Editoria, Andrea Martella; padre Mauro Gambetti, custode del Sacro Convento di San Francesco; Paolo Ruffini, Prefetto del Dicastero delle Comunicazioni della Santa Sede (di fatto, il Ministro delle Comunicazioni del Vaticano); Ruth Dureghello, Presidente della Comunità Ebraica di Roma; Alessandra Trotta, Moderatora della Tavola Valdese; Abdellah Redouane, Segretario generale del Centro Islamico Culturale d’Italia; l’illustratore Mauro Biani, che ha donato all’iniziativa la vignetta “Parole non pietre” (che evidenzia una penna che unisce due sponde…). La senatrice a vita Liliana Segre e Muhammad Abd al-Salam, Segretario dell’Alto Comitato per l’Attuazione del “Documento sulla Fratellanza Umana”, (firmato un anno fa da Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar) hanno inviato un video messaggio di saluto.

Dalla fratellanza universale alla stagnazione del sistema mediale nazionale

L’incontro ha fornito stimoli molto impegnativi, anche se naturale è sorto il quesito: a fronte di queste belle dichiarazioni di intenti inter-religiose e di queste commendevoli assunzioni di impegni “sovranazionali”, qual è la situazione reale e concreta del sistema dell’informazione in Italia, rispetto alle tematiche delle “diversità”?! Non eccellente.

Roberto Natale si è soffermato sui concetti della “Carta di Assisi” ed ha rimarcato come l’articolo 21 della Costituzione non possa essere preso a pretesto per sdoganare insulti e incitamento all’odio.

Si rovesci la tendenza in atto sul dilagare delle fake news come in questi giorni” e si puntiad un “valore dell’informazione che parta dalla attendibilità delle fonti”, ha chiesto il Sottosegretario Andrea Martella. “La stampa – ha aggiunto – ha un ruolo decisivo e il Governo ha il dovere di mettere i giornalisti nelle condizioni di svolgere al meglio le loro funzioni. Momenti come questo hanno a che fare con la qualità della nostra convivenza. Imprescindibile il ruolo dell’informazione: le parole possono essere mezzo per ferire, attaccare, mortificare le diversità, alzare muri, separare, creare nemici”. E dunque è necessario, “un atto che sviluppi un codice di linguaggio allontanando le parole d’odio”, ha concluso il Sottosegretario.

Vogliamo comunicare un messaggio di coesione sociale, cioè vogliamo essere uniti per costruire la nostra società. Questo incontro, in particolare, questa prima sessione, mette insieme giornalisti, politici, religiosi perché tutti noi insieme abbiamo parole per costruire insieme la nostra democrazia”, ha evidenziato Padre Antonio Spadaro.

Il dibattito si è poi trasferito presso la sede della Fnsi, in Corso Vittorio, ove sono stati proposti due “focus”: uno dedicato alle famiglie dei giornalisti che hanno saputo trasformare il dolore della perdita in azioni di solidarietà, l’altro sul ruolo del servizio pubblico nella lotta ai linguaggi di odio.

Questo secondo tema è stato affrontato in modo equilibrato, con interventi – tra gli altri – di Giuseppe Carboni (Direttore del Tg1), Antonio Di Bella (Direttore di RaiNews), Ilaria Sotis (anche in rappresentanza del Direttore di Radio 1 Luca Mazzà), manager e giornalisti Rai che hanno approfittato dell’occasione per manifestare proposte direttamente al loro Amministratore Delegato, tutti accomunati dall’esigenza di assegnare maggiore spazio al “sociale” nella televisione pubblica italiana.

Salini (Ad Rai): “mi impegno a rilanciare il ‘bilancio sociale’ della tv pubblica”

È parso particolarmente interessante proprio l’intervento dell’Amministratore Delegato della Rai, Fabrizio Salini, che ha mostrato una verve retorica diversa rispetto al passato: più assertivo, più spontaneo, quasi… decisionista (a fronte della sua prassi di leggere appunti scritti e di mostrare sempre un tono pacatissimo ed ecumenico).

Salini ha riconosciuto che la Rai deve spingere l’acceleratore sul tema “coesione sociale”, e comunque deve rendere conto meglio ai suoi stakeholder del proprio operato, positivo, su tematiche come la lotta ai discorsi d’odio: l’Ad della tv pubblica italiana ha dichiarato che il “bilancio sociale” deve essere oggetto di una occasione pubblica di presentazione e di discussione, come avviene ogni anno per la presentazione dei palinsesti agli utenti pubblicitari.

Dobbiamo iniziare a comunicare la Rai in maniera diversa. Ed è vero – ha dichiarato Salini – presentiamo i palinsesti ma non abbiamo mai raccolto o presentato quello che la Rai fa per il sociale. Oggi mi prendo l’impegno di presentare con la stessa rilevanza tutto l’impegno con cui l’azienda assolve quotidianamente”.

Musica per le orecchie di chi redige queste noterelle e – più in generale – per chi crede nel servizio pubblico radio-televisivo, dato che, incredibilmente, è stata soltanto questa testata a dedicare attenzione all’edizione 2019 del “bilancio sociale” di Viale Mazzini (vedi “Key4biz” del 5 luglio 2019, “La Rai pubblica il ‘Bilancio Sociale’ 2018 senza avvisare nessuno”), che la Rai ha messo online sul proprio sito web in assoluta sordina, senza alcuna segnalazione mediatica, registrando ovviamente una rassegna stampa inesistente (a parte, giustappunto, “Key4biz”).

In questo giorni di emergenza” – ha proseguito Salini – “si sono moltiplicati spettatori e lettori dei servizi Rai, per l’autorevolezza e completezza offerti e perché non si riconoscevano come consumatori, ma cercavano servizio pubblico. È vero – rispetto al tema degli “hate speechs” – sui social, dobbiamo lavorare e fare di più. L’unico algoritmo che deve guidare la Rai è il patto con i cittadini, che non possiamo mai tradire o smentire. Prendo l’impegno per trovare un modo perché la Carta di Assisi rappresenti un ulteriore contratto con i cittadini“. Quanto al futuro e alle nuove generazioni, “abbiamo ancora difficoltà a raggiungere il pubblico giovane. Su questo, la Rai deve lavorare. Solo noi possiamo portare a comunicare messaggi non di odio“.

Ha rilanciato Giuseppe Giulietti, rivolto a Salini: “troviamo una sede per parlare una volta l’anno del bilancio sociale dell’azienda: non solo con le rappresentanze sindacali, ma anche con l’associazionismo, le università, il mondo del volontariato”.

Vogliamo immaginare che l’impegno di Salini sia immediatamente pervenuto al Direttore della struttura “Bilancio Sociale” della Rai, Maurizio Rastrello.

Salini ha toccato anche l’argomento “canone”, sostenendo che “in questo anno e mezzo di lavoro, ho sentito sin troppo spesso parlare di riduzione o abolizione del canone. Immaginate cosa sarebbe stato in questi ultimi giorni se non avessimo l’approvvigionamento del canone. Sarebbe stato lo stravolgimento o l’annientamento del servizio pubblico”.

 “I giornalisti – ha sostenuto il Presidente Giuseppe Giuliettidevono rispettare la Costituzione che vieta squadrismo, antisemitismo, le aggressioni alle diversità e istituisce il principio di uguaglianza tra le religioni, non discrimina tra opinioni politiche e tra i sessi. Il dovere dei giornalisti è ricordare la Costituzione contrastando chi usa le parole come pietre per uccidere la diversità”.

Purtroppo l’iniziativa di Articolo21 e della Fnsi non sembra aver registrato la ricaduta mediatica che meritava.

L’eco della sentenza del Tribunale di Roma su Forza Nuova

È giunto l’eco della recente sentenza del Tribunale di Roma, che ha deciso che la decisione di Facebook di oscurare (il 9 settembre 2019) il sito web di Forza Nuova è legittima, un caso che farà storia nella giurisprudenza italiana, nel braccio di ferro tra libertà d’espressione e gestione dei “social media”. Lo ha stabilito la Sezione per i Diritti della Persona e Immigrazione, respingendo il ricorso del movimento di estrema destra che aveva denunciato la scelta del “social” come atto di censura. Gli avvocati si erano battuti citando giustappunto l’articolo 21 della Costituzione, secondo cui tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione (la “stampa” – in senso lato – non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure). Forza Nuova è stata condannata anche al pagamento delle spese processuali. Il giudice, Silvia Albano, ha ritenuto legittima anche la cancellazione delle pagine di molti militanti della stessa organizzazione. Nell’ordinanza, si legge: “La maggior parte del contenuto e il tono generale dell’opera del ricorrente, e dunque il suo scopo, hanno una marcata natura negazionista e contrastano quindi con i valori fondamentali della convenzione, quali espressi nel suo preambolo, ossia la giustizia e la pace”. Secondo il giudice, poi, Forza Nuova utilizza il suo diritto alla libertà di espressione per fini contrari alla lettera e allo spirito della convenzione: “i predetti fini, se fossero tollerati, contribuirebbero alla distruzione dei diritti e delle libertà garantiti dalla convenzione”.

Le elezioni Agcom in un avvilente silenzio della politica e dei media

Nell’economia dell’iniziativa “Parole, non pietre”, va segnalato una presa di posizione molto forte da parte del Presidente della Fnsi, rispetto alla incredibile vicenda della (non) elezione dei componenti dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni: Beppe Giulietti ha denunciato la gravità estrema della situazione ed il silenzio assordante, sia della politica sia dei media.

Si ha peraltro notizia che l’elezione sarebbe calendarizzata da Camera e Senato per giovedì 5 marzo, ma l’appuntamento non sarebbe stato ancora definitivamente confermata, dato che la Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati non avrebbe ancora accolto, ad oggi, l’invito del Presidente della Camera Roberto Fico, manifestato giovedì scorso (come si è appreso al termine della conferenza dei Capigruppo di Montecitorio).

La scadenza del regime di “prorogatio” di Agcom è il 31 marzo: come dire?! C’è “ancora tempo”… ma appare concreto il rischio di una ulteriore dilazione. La votazione era prevista per il 18 febbraio, ed è stata poi rimandata al 27 febbraio, e poi, ancora, al 5 marzo…

Quel che appare veramente surreale – anzi, ai limiti dell’incredibile – che nessuno più abbia nemmeno fatto vago cenno, negli ultimi mesi, alla questione della trasparenza del processo selettivo-elettorale per l’Agcom, nessuno più abbia invocato che venga attivata una pubblica “call”, che possa almeno consentire di valutare i curricula professionali dei potenziali candidati.

Silenzio totale, se non l’intervista dell’esponente del Movimento 5 Stelle, il senatore Alberto Airola a questa testata, martedì della scorsa settimana (vedi “Key4biz” del 25 febbraio 2020, “Nomine Agcom? Il nostro candidato sia una donna”).

Ed appare impressionante, ed anche deprimente, il disinteresse (totale) di ogni altra testata giornalistica.

Nessuno ne parla (pubblicamente), nessuno ne scrive, come se non fosse una questione nodale per la democrazia del nostro Paese.

Nominato il nuovo Cda di Istituto Luce Cinecittà, ancora una volta senza pubblica “call”

A proposito di nomine (erratiche) e di (non) trasparenza, da segnalare che venerdì scorso 28 febbraio il Ministro Dario Franceschini ha nominato il nuovo Consiglio di Amministrazione dell’Istituto Luce Cinecittà, ancora una volta per cooptazione discrezional-politica, anche in questo caso senza alcuna procedura di pubblica “call” (d’altronde Cinecittà è una sorta di “braccio operativo” del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo…): il Presidente uscente Roberto Cicutto (elevato a fine gennaio a Presidente della Biennale di Venezia) è stato sostituito da Maria Pia Ammirati, apprezzata dirigente Rai (è attualmente Direttore Rai Teche e Responsabile “Content” della Direzione “Digital”), e dall’esponente politico del Pd Goffredo Bettini (definito da Barbara Palombelli “imperatore di Roma potentona”), nonché dalla giovane scrittrice ed organizzatrice culturale Annalisa De Simone (già Presidente del Teatro Stabile d’Abruzzo, e rimossa a fine ottobre scorso per tensioni con il Sindaco de L’Aquila Pierluigi Biondi – di Fratelli d’Italia – che ha accusato di censura). Non staremo qui a cercare di comprendere la logica della ennesima spartizione partitocratica, ovvero delle segrete alchimie, anche se si osserva che congratulazioni ad Ammirati sono state pubblicamente espresse, oltre che dall’ex Presidente del Luce Roberto Cicutto, da Giacomo Portas, deputato del Pd e leader degli affiliati “Moderati” (movimento di cui è Presidente), da Enzo Maraio, Segretario del Partito Socialista Italiano (Psi), da Fabrizio Cicchitto, ex deputato di Fi-Pdl ed attualmente Presidente dell’associazione “Riformismo e Libertà”. Silenzio da parte di altri, ed in particolare da parte del Movimento 5 Stelle, che sembra essere stato escluso o verosimilmente si è auto-escluso da questa simpatica “ripartizione” tra Partito Democratico ed Italia Viva. Anche in questo caso, trasparenza zero.

Nella comunità del cinema, si osserva comunque che nessuno dei tre membri del novello Cda può vantare una specifica competenza tecnico-professionale (anche se sicuramente Ammirati è competente in materia di audiovisivi, Bettini è pur sempre il creatore della “Festa del Cinema” nonché già Presidente dell’Auditorium Musica per Roma), e la De Simone è indubbiamente una dinamica organizzatrice culturale), se si pensasse realmente a Cinecittà come possibile fulcro di una rigenerazione del sistema cinematografico-audiovisivo nazionale. Ma, forse – appunto… – nessuno ha elaborato un “piano strategico” per il rilancio di Cinecittà (o anche soltanto un ragionamento di medio-lungo periodo sulla sua funzione nel sistema audiovisivo nazionale), e quindi il rischio concreto è quello di una sopravvivenza inerziale della struttura di Via Tuscolana.

Verosimilmente, però, la neo Presidente di Cinecittà opterà per un regime di “aspettativa” rispetto al proprio incarico di dirigente apicale Rai (passando peraltro da un compenso di 200mila euro a 120mila euro l’anno, da Viale Mazzini a Via Tuscolana? questi dati sono pubblici), ma la sua esperienza professionale potrebbe stimolare quella tante volte auspicata convergenza tra la televisione pubblica e la Cinecittà… Se ci fosse un progetto strategico, appunto.

Clicca qui, per la videoregistrazione, a cura di RadioRadicale, del panel “Il ruolo del servizio pubblico nel contrasto all’hate speech”, nell’economia della tre giorni “Parole, non pietre”, promossa da Articolo21 e Fnsi, a Roma, da venerdì 28 febbraio a domenica 1° marzo 2020.