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Smartphone: Nokia pronta a tornare in pista

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Alla fine del 2016 scade il patto di non concorrenza con Microsoft. La società sta cercando sviluppatori software e una serie di altre figure professionali che fanno pensare a un ritorno nell’arena degli smartphone.

Un annuncio su LinkedIn per la ricerca di specialisti software e in product development potrebbe far pensare che Nokia sta per tornare nel mercato della telefonia mobile, abbandonato un paio d’anni or sono dopo la cessione a Microsoft della divisione handset.

Ora, con il patto di non concorrenza con Microsoft prossimo alla scadenza – alla fine del 2016 – la società finlandese potrebbe essere tentata di ributtarsi nell’arena che un tempo, neanche tanto tempo fa, frequentava da protagonista indiscussa.

Un’incursione nel mercato dei dispositivi mobili, in effetti, Nokia l’ha già fatta con il tablet N1 lanciato a gennaio, destinato però solo al mercato cinese e alla fine di luglio ha svelato una ‘virtual-reality camera’, annunciandola come la prima di un ampio portfolio di soluzioni digital media.

La società sta ovviamente mantenendo il massimo riserbo sul progetto, limitandosi a spiegare che la divisione tecnologie – col suo staff di 600 persone – è al lavoro su una serie di prodotti consumer, inclusi telefonini.

Per evitare gli errori del passato (non aver intercettato la virata del settore verso gli smartphone e aver perso tempo e tantissimo denaro continuando a produrre telefonini basic dai margini risicati) Nokia starebbe comunque pensando di mettere a punto soltanto degli accordi di ‘brand-licensing’ nell’ambito dei quali si occuperebbe del design e apporterebbe la forza del marchio, lasciando ad altri eventuali partner la produzione, il marketing e la vendita dei dispositivi.

Simili accordi – come quello usato anche per il lancio dell’N1 in Cina – sono meno redditizi, ma anche meno rischiosi a fronte di investimenti abbastanza contenuti: è questa la strada scelta anche da altri grandi nomi dell’elettronica europea – come Philips e Alcatel – da più di un decennio.

Un deciso cambio di rotta, insomma, rispetto al passato quando Nokia produceva più cellulari di qualsiasi altro produttore e impiegava talmente tanta gente che la Finlandia era nota come ‘Nokialand’.

Recuperare il terreno perduto non sarà facile, ma Nokia ha parecchi assi nella manica a partire dalla miriade di brevetti in campo mobile, passando dall’iniezione di talenti che arriverà una volta completata l’acquisizione di Alcatel-Lucent, per la quale ha messo sul piatto 17 miliardi di dollari, e che porterà sotto l’ombrello Nokia i Bell Labs, dai quali sono passati ben 8 premi Nobel.

Secondo la società, il suo marchio è ancora riconosciuto da oltre 4 miliardi di persone, ma gli analisti sottolineano anche il brand da solo può fare poco se il prodotto su cui è apposto è troppo simile a quelli già in circolazione.

Resta da vedere, insomma, se Nokia riuscirà a mettere il cappello su qualcosa di davvero nuovo o se il richiamo ‘nostalgico’ del brand – quasi tutti gli europei hanno avuto almeno un cellulare Nokia – da solo riuscirà a far risorgere il gigante dalle sue ceneri.