Sostenibilità

Smart mobility, 35 milioni di incentivi dal Governo per la mobilità alternativa

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A lavoro e a scuola a piedi e in bicicletta, il Governo alla prova della green economy e della ‘mobilità dolce’: si attende il sì definitivo di Camera e Senato, se tutto va bene i primi bandi a gennaio 2015.

Andare a lavoro a piedi o in bicicletta, usare i servizi di car sharing, car pooling e bike sharing, seguire i ‘percorsi protetti’ per accompagnare il proprio figlio a scuola senza usare l’auto, sono solo alcuni dei ‘buoni mobilità’ presenti nell’articolo 2 bis del Collegato Ambientale alla Legge di Stabilità (n. 147/2013), approvato il 4 settembre scorso dalla Commissione Ambiente della Camera.

Come spiega nel suo blog e in un’intervista al Fatto Quotidiano il co-relatore del provvedimento, onorevole Alessandro Bratti del Partito democratico, gli inventivi in salsa green economy e smart mobility dovrebbero arrivare con l’anno nuovo: “Il ‘buono’ potrebbe concretizzarsi con la possibilità di entrare alcuni minuti più tardi al lavoro per chi dimostra di andarci in bicicletta, per esempio, oppure con la possibilità di avere in comodato gratuito delle bici elettriche”.

Un programma sperimentale che il Governo vuole finanziare con 35 milioni di euro. Un percorso virtuoso in ottica smart mobility/smart city che se attuato ci porterebbe molto vicino a quanto realizzato in Francia, dove chi va a lavoro in bicicletta o a piedi viene premiato con 0,25 centesimi di euro al chilometro.

I fondi necessari per sostenere gli obiettivi del testo approvato dalla Commissione Ambiente saranno reperiti con il trading dei crediti derivanti dalla cattura della Co2 e andranno a finanziare i progetti degli enti pubblici sulla mobilità sostenibile/alternativa per andare a casa/lavoro.

Le iniziative dei Comuni, in tal senso, dovranno servire a promuovere i servizi di car-pooling, car sharing, bike sharing, la realizzazione di piste ciclabili, di percorsi pedonali protetti per gli spostamenti a piedi, l’uso di mezzi di trasporto pubblici e soprattutto elettrici, i corsi di formazione su sicurezza ed educazione stradale, le soluzioni per la riduzione del traffico urbano e dell’inquinamento.

Abbiamo voluto con tutte le forze l’introduzione di questo articolo 2 bis sul ‘Programma di mobilità sostenibile’ – ha dichiarato al Fatto l’onorevole bratti – e lo stiamo difendendo con i denti perché arrivi all’approvazione di Camera e Senato: il finanziamento è piccolo, ma serve a dare un segnale a favore della ‘mobilità dolce’, ultimamente trascurata a causa di problemi di bilancio, e a rilanciarla anche culturalmente”.

Obiettivo del testo, quindi, è la riduzione del traffico che congestione e avvelena le nostre città, che le rende peraltro poco sicure per chi si posta a piedi e in bicicletta. Un esempio è l’attenzione posta al traffico automobilistico legato alle scuole, con gli enti locali che possono intervenire promuovendo iniziative di ‘Bike to school’ e ‘Walk to school’ con i ‘percorsi protetti’ sopra menzionati.

Ora il ministero dell’Ambiente avrà 60 giorni di tempo per procedere con la ‘ripartizione delle risorse e l’individuazione degli enti beneficiari’. Entro la metà di ottobre, se tutto va bene, il provvedimento potrebbe essere definitivamente licenziato dalla Camera e quindi inviato al Senato per il sì definitivo. I primi bandi sono attesi a gennaio 2015.