I dati

Smart home: in Europa ce ne sono 21 milioni, restano i dubbi su privacy e sicurezza

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Procede la trasformazione digitale delle nostre abitazioni: nel primo trimestre 2019 le spedizioni europee sono aumentate del 24% quasi, mentre il mercato mondiale è stimato crescere a 151 miliardi di dollari entro il 2024.

Il mercato europeo della domotica sta crescendo rapidamente, trainato soprattutto dai nuovi smart objects, dalla sensoristica e la videosorveglianza per la sicurezza indoor/outdoor. In una parola, è l’internet delle cose a guidare la trasformazione digitale delle nostre abitazioni.

Secondo un nuovo studio IDC, le spedizioni sul mercato europeo sono arrivate a 21,3 milioni nel primo trimestre 2019, con un aumento del 23,9% sull’anno passato.
Il podio del mercato degli oggetti intelligenti, interconnessi tra loro e con la rete, vede Google al primo posto, con il 16,8% delle quote, Samsung sul secondo gradino, attestata al 13,4%, e Amazon sul terzo, con il 13,7%.
Seguono LG (10%) e Sony (5,8%) che chiudono la Top 5 del settore.

Al momento, le smart home europee si definiscono per alcune tipologie di tecnologie, tra cui le smart tv e i digital media adapters per il video entertainment (+11,2%), gli smart speakers, che sono cresciuti notevolmente (+58%), ma anche i sistemi di illuminazione, di sicurezza e i contatori intelligenti hanno visto crescere le proprie quote (+10%), raggiungendo il 21% del mercato complessivo.

La smart home è dunque una realtà sempre più diffusa e desiderata. Secondo stime Markets and Markets, il mercato mondiale dei prodotti smart home dovrebbe crescere di valore dai 76,6 miliardi del 2018 ai 151,4 miliardi attesi per il 2024.

Secondo un’indagine condotta da Houzz Italia, però, anche se molti hanno dichiarato di documentarsi di fatto sui sistemi IoT (Internet of Things) di nuova generazione che entrano in casa, il 47% ancora non ha acquistato una soluzione di questo tipo.
Un altro 9% crede proprio che la casa connessa sia ancora un “esperimento” e non si fida dell’internet delle cose.
Un 33% si ritiene “proattivo”, tiene sotto controllo le novità e ha già iniziato ad acquistare 1-2 prodotti smart per la casa. Solo l’11% ha deciso di avere una vera smart home e ha già installato tra 5 e 6 prodotti tecnologici.
Anche qui, le applicazioni più desiderate sono quelle legate alla videosorveglianza e alla predisposizione di sistemi di antifurto. Il 41% vorrebbe installare allarmi e domotica di controllo per aumentare la sicurezza della propria abitazione, il 31% desidera invece un sistema per controllare da remoto gli apparecchi della casa e gestire facilmente i diversi elettrodomestici. C’è anche un 28% che ama il comfort, e non sarebbe affatto dispiaciuto di poter comodamente comandare dal divano impianti luce, oscuranti o sistemi termici.

A frenare la diffusione delle smart home, però ci sono ancora degli ostacoli abbastanza rilevanti: il 32% teme per la propria privacy e ha paura che i propri dati sensibili vengano diffusi in maniera involontaria; il 27% crede che queste nuove tecnologie siano ancora troppo costose; il 18% teme di non saperne sfruttare appieno le potenzialità e, infine, il 10% crede che questi sistemi diventino obsoleti in tempi troppo rapidi.  C’è anche un 11%, infine, che non sente il bisogno di aggiungere elementi domotici alla propria abitazione e per ora se la cava benissimo con le proprie vecchie abitudini.