Infrastrutture

Smart grid, cosa sono e perché è importante il nuovo bando per il Sud

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Stanziati dal Governo 24 milioni di euro per sostenere la costruzione ed il potenziamento delle reti intelligenti nei Comuni di Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, per l’integrazione dell’energia da fonti rinnovabili. Luciano Martini è il nuovo presidente dell’International Smart grid action network (Isgan).

Il Ministro dello Sviluppo economico ha annunciato un nuovo bando per le smart grid da 24 milioni di euro e destinato alle Regioni del Sud Italia per sostenere interventi di costruzione, adeguamento, potenziamento ed efficientamento di reti intelligenti (smart grid) per la distribuzione di energia elettrica generata da fonti rinnovabili.

Il bando

Il bando è rivolto ai concessionari del servizio pubblico di distribuzione dell’energia elettrica, operanti in Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, e ha l’obiettivo di favorire la piena integrazione dell’energia prodotta da fonti rinnovabili nel sistema elettrico nazionale e promuoverne il completo utilizzo.

Le agevolazioni, si legge nel bando, sono concesse nella forma della “sovvenzione diretta”, mentre l’ammontare dell’agevolazione, concedibile a ciascuna impresa e per ciascun progetto, “non può essere inferiore a 250 mila euro (soglia minima) e superiore a 50 milioni di euro (soglia massima)”.

Sui tempi ancora non si sa niente, ma il ministero ha precisato che la presentazione della domanda di agevolazione dovrà avvenire esclusivamente tramite piattaforma informatica, “dalle ore 10:00 del novantesimo giorno successivo alla data di pubblicazione dell’Avviso pubblico in Gazzetta Ufficiale e fino alle ore 10:00 del centoventesimo giorno successivo a tale data”.

Lo scenario europeo

A ottobre 2019, inoltre, l’Italia è stata tornata alla guida dell’International Smart grid action network o Isgan, con l’elezione a presidente di Luciano Martini di Rse (Ricerca di Sistema energetico). Ad Isgan aderiscono ad oggi 26 Paesi di tutto il mondo e a breve verrà ratificata l’adesione del Brasile, consentendo al network di coprire anche il Sud America.

L’Unione europea (Ue) si è data l’obiettivo di sostituire entro la fine del 2020 l’80% dei vecchi contatori della luce elettrica con smart meter. Agendo direttamente sui consumi finali, questi nuovi device, unitamente alle smart grid, dovrebbero favorire una riduzione delle emissioni di gas serra di almeno il 10%.

Obiettivo dell’Ue è attivare 200 milioni di smart meter per l’elettrificazione (e 45 milioni per il gas) entro la fine dell’anno (per un investimento complessivo stabilito nel 2014 di 45 miliardi di euro). Dal 2002 ad oggi, in Europa, si legge in un Report del Joint research centre (Jcr) sono stati lanciati 950 progetti smart grid, di cui 324 frutto di consorzi a cui hanno partecipato più Paesi, per un totale di 5 miliardi di euro di investimenti. 

A livello mondiale, infine, crescono rapidamente gli investimenti e i guadagni in questo settore, tanto che il mercato globale delle smart grid potrebbe arrivare a valere complessivamente circa 93 miliardi di dollari nel 2026 (da poco più di 22 miliardi stimati per il 2018), secondo stime Reports and Data.

Che cosa è una smart grid

Smart grid è un sistema che si compone di una rete di informazione e di una rete di distribuzione elettrica. Questo consente di gestire la rete elettrica in maniera “intelligente“, cioè in maniera efficiente per la distribuzione di energia elettrica, anche generata da fonti energetiche rinnovabili, e per un uso più razionale delle risorse energetiche in generale, minimizzando, al contempo, eventuali sovraccarichi e variazioni della tensione elettrica.

Un diverso sistema di generazione, perfettamente integrabile nei progetti smart city, di low carbon econoy e di efficientamento energetico, che prevede una forte presenza di generazione distribuita, anche di piccola taglia (microgeneratori, impianti solari ed eolici), ubicata nei nodi periferici delle reti di distribuzione, tradizionalmente progettate per flussi energetici unidirezionali (dal centro verso i nodi periferici).

Inoltre, poiché le fonti rinnovabili non sono programmabili, la generazione distribuita richiede anche una maggiore capacità di razionalizzare ed ottimizzare le risorse nella gestione del sistema elettrico complessivo, in modo tale da gestire “in tempo reale” eventuali surplus di energia redistribuendoli in aree contigue (dove spesso si possono presentare dei deficit) e sfruttando progressivamente i sistemi di accumulo di nuova generazione (utili anche per favorire la diffusione della mobilità elettrica o emobility).