Smart city: gestione dei rifiuti, business da 42 miliardi nel 2023

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Si chiama smart waste system (SWS) e consente ad enti pubblici e privati di gestire, trattare e valorizzare i rifiuti a costi sostenibili e con il minor impatto ambientale. La domanda di tali soluzioni sta aumentando soprattutto in relazione al lancio di sempre nuovi progetti di smart city in tutto il mondo ed in particolare per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (RSU, in inglese municipal solid waste).

Secondo un rapporto di quest’anno di Navigant Research, dal titolo emblematico “Smart Waste”, il mercato delle tecnologie e dei servizi per il trattamento intelligente dei rifiuti a livello globale varrà oltre 42 miliardi di dollari entro il 2023.

I ricavi del settore SWS, invece, si aggireranno attorno ai 6,5 miliardi di dollari annui. Ad oggi, secondo i dati ISWA, più di 3,5 miliardi di persone nel mondo non raccoglie ne differenzia i rifiuti (ne ha a disposizione servizi di raccolta e trattamento pubblici e/o privati). Al 2012, in tutto il mondo, il volume dei rifiuti ammontava a oltre 4 miliardi di tonnellate. A 2 miliardi di tonnellate ammontavano gli RSU.

Sempre secondo lo studio dell’ISWA, per avere un’idea degli impatti attesi a livello globale, si prevede che “i rifiuti alimentari smaltiti in discarica aumenteranno la quota delle emissioni di gas a effetto serra di origine antropica dall’8% al 10%. Il giro d’affari complessivo del settore della gestione dei rifiuti sarà pari a oltre 400 miliardi di dollari l’anno. Circa il 70% dei rifiuti urbani prodotti in tutto il mondo e’ ancora conferito in discarica, l’11% prende la strada del recupero energetico e il restante 19% viene riciclato o gestito con trattamento meccanico e biologico, incluso il compostaggio”.

Al centro della tecnologia SWS c’è la possibilità reale di recuperare, differenziare, riutilizzare e valorizzare quello che oggi consideriamo un semplice scarto. Secondo analisti ed esperti di tutto il mondo, entro una decina di anni, il volume di monnezza generata dovrebbe crescere del 50% rispetto ad oggi, conseguenza diretta dell’aumento della popolazione urbana e delle attività industriali nei Paesi emergenti.

Ecco allora che l’innovazione tecnologica, accompagnata da quella culturale per un cambiamento degli stili di vita e dei comportamenti individuali e di gruppo, può venirci in contro e offrirci soluzioni efficaci e a basso impatto ambientale per risolvere l’emergenza monnezza, anche in termini di salute e sicurezza dei cittadini.

Solo una minima parte dei rifiuti è inutilizzabile, mentre con le dovute accortezze (valutando sempre i possibili effetti dannosi sull’ambiente e sull’uomo, scegliendo la soluzioni scientificamente più giusta e misurandone il livello di sostenibilità) è possibile ricavarne energia e sfruttarne il riuso a livello industriale a partire da un’efficace sistema di raccolta differenziata.