Privacy

Siri, Apple chiede scusa agli utenti e licenzia 300 dipendenti

di |

L'azienda di Cupertino ha dichiarato di aver interrotto la pratica di rivedere le registrazioni audio Siri, ma riprenderà entro la fine dell'anno sotto severi controlli sulla privacy. C'è da fidarsi?

‘Mea culpa’ di Apple sul caso Siri e delle violazioni della privacy per gli utenti.

L’azienda di Cupertino si è scusata con gli utenti per aver ascoltato le loro conversazioni sul suo assistente digitale Siri dopo lo scandalo scoperto dal quotidiano inglese Guardian, il primo a denunciare la violazione della privacy da parte di Apple.

La società ha dichiarato di aver interrotto la pratica di rivedere le registrazioni audio Siri, ma riprenderà entro la fine dell’anno sotto severi controlli sulla privacy, in modo da poter continuare a migliorare il servizio ad attivazione vocale.

Licenziamenti

Il colosso americano ha quindi deciso di licenziare in massa i dipendenti in Europa, assunti per verificare la presenza di errori nelle registrazioni di Siri. Circa 300 persone sono state mandate a casa solo nella struttura di Cork. “Come risultato della nostra revisione abbiamo realizzato di non essere stati interamente all’altezza dei nostri alti ideali e per questo ci scusiamo“, dichiara Apple in una nota pubblicata oggi sul blog ufficiale dell’azienda, annunciando nuove pratiche per tutelare la privacy.

Apple dunque prevede di ripristinare la pratica di classificazione dopo aver apportato alcune modifiche agli aggiornamenti del software in autunno.

Le modifiche includono la mancata conservazione delle registrazioni audio delle interazioni di Siri. Invece, Apple utilizzerà trascrizioni generate al computer per aiutare Siri a migliorare. Inoltre aggiunge l’azienda, solo i dipendenti Apple saranno autorizzati ad ascoltare campioni audio delle interazioni Siri e il lavoro non sarà esternalizzato.

I danni alla privacy degli utenti

L’uso di revisori in carne ed ossa da parte di Apple, Google e Amazon ha fatto storcere ai legislatori e alle autorità di regolamentazione negli Stati Uniti e in Europa. I difensori della privacy hanno espresso preoccupazione per il fatto che le pratiche delle aziende potrebbero violare i diritti degli utenti, in particolare nei casi in cui i dispositivi iniziano a registrare involontariamente o all’insaputa dell’utente.

Le scuse di Apple, quindi, al momento non bastano. Servono miglioramenti significativi, a partire innanzitutto, dal consenso degli utenti.