Intervista

Scenari. De Leo: ‘Nell’era digitale e del tempo reale ritornano le folle e la piazza, ma all’Italia serve coraggio e determinatezza

a cura di Raffaele Barberio |

Investire nella ricerca, nelle università e nelle PMI, invece di buttare soldi nella voragine dei crediti deteriorati, come per il salvataggio di MPS. Saremo sempre più sotto la lente della Unione Europea e dei mercati. Ecco perché occorre molto coraggio e la necessaria determinatezza.

Consueto appuntamento con Francesco De Leo, Executive Partenr di Kauffman & Partners, questa volta sui temi delle vicende italiane di questi giorni, dalla crisi di governo che rimane nell’aria alla disarmante improvvisazione sul Recovery Fund. Il tutto alla luce delle incredibili circostanze che hanno scosso il mondo con l’assalto a Capital Hill. Il timore delle piazze in un mondo che ovunque e in ogni ambito appare spaccato in due come una mela sono oggi le chiavi di lettura internazionali da cui non si può prescindere.

Key4biz.   I primi giorni dell’anno sono stati marcati da eventi drammatici, come l’assalto a Capitol Hill a Washington. È il preludio di un anno che può rivelarsi ancora difficile come quello appena passato?

Francesco De Leo.   Gli eventi che hanno segnato i primi giorni dell’anno sono un segnale: “think the unthinkable”, ovvero “dobbiamo sforzarci di pensare ciò che non possiamo (o non vorremmo) nemmeno immaginare”. L’esperienza vissuta nell’emergenza COVID-19 avrebbe dovuto insegnarci questo, ma non è stato così. Nessuno si sarebbe atteso di vedere le immagini dell’insurrezione che ha avuto luogo a Washington. C’erano stati dei segnali deboli, ma non sono stati colti. Non siamo preparati.Non lo sono i governi e nemmeno gli analisti. Ma i mercati sono “event-driven”, in particolare quando si trovano di fronte a livelli di volatilità senza precedenti. E quindi ogni notizia data alla stampa, ogni sottolineatura, ha il suo peso e viene monitorata costantemente dagli osservatori. Pensare che sia diversamente èun rischio che nessun governo può permettersi di correre.

Key4biz.   E poi c’è il virus che continua a battere…

Francesco De Leo.   Si occorre aggiungere che c’è una preoccupazione diffusa e crescente per l’impatto sull’economia della terza ondata pandemica, ormai un dato di fatto, considerati il livello dei contagi in Europa e negli USA. Ci si attende un primo trimestre (Q1 2021) particolarmente difficile, perché arriva dopo un anno in cui i problemi strutturali legati al COVID-19 non sono stati affrontati con strumenti adeguati alla magnitudo del cambiamento in corso. 

Key4biz.   Dipinge un quadro a tinte fosche. Ma ci sarà una via d’uscita

Francesco De Leo.   Come disse il Presidente Franklin D. Roosvelt (FDR) nel marzo del 1933 in piena “Grande Depressione”: “the only thing that we need to fear is fear itself” (“l’unica cosa di cui dobbiamo avere paura è la paura stessa”).Occorre scrollarsi di dosso questo senso di apatia e di immobilismo collettivo. Il futuro non aspetta e rimanere fermi non è una soluzione. Non mi stanco di ripetere che non siamo poi cosìlontani dal contesto in cui agli inizi del ‘900 l’automobile, l’elettrificazione delle città e il telefono cambiarono il mondo. Fa venire i brividi pensare che siamo, come allora, alle fasi finali di un ciclo economico e stiamo vedendo in questi mesi gli albori di un nuovo ordine globale dell’economia, dove la tecnologia e la digitalizzazione cambieranno i rapporti di forza fra Paesi su scala globale, come mai si è verificato in passato. La pandemia ha solo accelerato il cambiamento.

Key4biz.   E qual è la differenza rispetto a quegli anni?

Francesco De Leo.   Le immagini di Capitol Hill preso d’assalto dai supporter di Trump hanno fatto venire in mente a molti l’incendio del Reichstag, il 27 febbraio 1933. Ma ricordano anche le immagini del 19 agosto del 1991, trasmesse da Peter Arnettdella CNN, con una piccola parabola satellitare piazzata davanti all’edificio della Federazione Russa, che riprendeva Boris Yeltsinin piedi su un veicolo blindato che con un megafono arringava lafolla. Si narra che Peter Arnett, unico giornalista occidentale rimasto a Mosca, riuscì a trasmettere indisturbato con una parabola di fortuna per sette giorni, nonostante fosse stato impartito l’ordine bloccare i collegamenti, perché la catena di comando e controllo impiegò diversi giorni per fermare le trasmissioni della CNN. Oggi, a differenza del passato, viviamo un “piccolo” villaggio globale e la Storia si “vive” in diretta. La velocità di “trasmissione” del contagio di eventi come quelli che abbiamo vissuto pochi giorni fa è straordinariamente più veloce e pervasiva. E questo è fonte di qualche preoccupazione in più.

Key4biz.   Che genere di preoccupazione in più?

Francesco De Leo.   Vedendo le immagini trasmesse da Capitol Hill a Washington, mi sono venute in mente le parole di Giulio Sapelli, che in un suo recente articolo ha scritto: “…dobbiamo temere il giorno in cui il popolo degli abissi si solleverà”. Aveva ragione lui: è successo e potrebbe non rimanere un episodio isolato. La magnitudo della crisi che attraversando l’Europa puòportare, per imitazione, ad eventi di mobilitazione collettiva,violenta come quelli a cui abbiamo registrato in questi giorni. La crisi alimenta i populismi e se non si affronteranno con decisione e lucidità le sfide che porta con sé il 2021, si deve temere una nuova ondata di antisemitismo. L’Europa non può voltarsi dall’altra parte. Non rimane molto tempo per evitare che gli eventi di un tragico passato si ripropongano “out of the blue”, senza che vi sia una presa di coscienza collettiva. “Think the unthinkable”.Non c’è più tempo per ritardare scelte che già si sarebbero dovute anticipare. Per questo, oggi i governi sono investiti da responsabilità maggiori che in passato. 

Key4biz.   Ma se queste sono le premesse per il 2021, come ci si deve preparare? E l’Italia che chance di uscire dalla crisi?

Francesco De Leo.   Vorrei citare ancora il Presidente americanoFranklin D. Roosvelt, che era solito ripetere che “il rischio peggiore che si può correre in una crisi non è fare troppo: è non fare abbastanza”. E anche oggi non è diverso. È vero che stiamo affrontando una trasformazione senza precedenti dell’economia globale, non distante da quella che ha portato alla crisi del 1929, ma gli sviluppi nell’automotive, nell’energia, nel 5G, nel blockchain e nell’intelligenza artificiale sono il catalyst di una nuova stagione di innovazione. L’importante è non appiattirsi sul passato, rinchiudersi in una visione insulare del mondo e pensare che i problemi si possano risolvere da soli in modalità stand-alone, senza una continua ricerca di coordinamento a livello europeo e a livello internazionale. Stiamo rapidamente passando da un’era in cui l’innovazione era “technology-based”, ad un’era di innovazione “science-based”. Il vaccino per il COVID-19 èarrivato in tempi così brevi per via dell’utilizzo massivo di “computational power” e di “big data analytics” in reti di ricerca globali, partendo dalle aule di università. È un cambio di paradigma senza precedenti: e i ricercatori e le università italiane hanno fatto la loro parte. Mi permetto di sottolineare che sarebbe ora di smetterla con il “refrain” dell’arretratezza dei nostri centri di ricerca universitari. Un modo di pensare da “snob”, utile solo per raccogliere qualche consenso a livello di conversazioni da salotto, ma scollato dalla realtà. Sarebbe auspicabile che il Governo nell’impiego delle risorse del Recovery Fund destinasse maggiori risorse alla ricerca universitaria. Ne va della competitività del sistema paese.

Key4biz.   Ma i mercati come vedono l’Italia?

Francesco De Leo.   Forse questa è una domanda che dovrebbe porre al Governo e non so fino a che punto desterà interesse all’interno delle stanze di Palazzo Chigi. Senza dubbio, come anticipato nei mesi passati, si è prodotto un progressivo isolamento dell’Italia rispetto ai partner europei e alla BCE e in queste ultime settimane si è molto raffreddato il rapporto con gli Stati Uniti. C’è un diffuso disagio a Washington per l’appiattimento che il Governo ha avuto sulle posizioni del Presidente Trump, non da ultimo anche in queste ore, dopo l’assalto a Capitol Hill. A Washington non faranno finta di niente, e dopo l’insediamento del Presidente Joe Biden alla Casa Bianca se ne percepiranno più direttamente le conseguenze. È solo questione di tempo. Sono stati commessi in sequenza troppi passi falsi e si è venuto a creare un clima di incertezza che ha allertato la Commissione Europea ed i mercati. Non ce n’era bisogno e si poteva evitare. Ma tant’è ed oggi ci troviamo davanti ad un’instabilità crescente negli assetti della politica ed un progressivo isolamento dell’Italia dai tavoli dove si prendono le decisioni. Ma anche questo, credo, passerà e ci sarà un’inversione di tendenza.

Key4biz.   Quali sono le divergenze più marcate che stanno incrinando i rapporti con i partner europei?

Francesco De Leo.   Le due partite chiave, per fare esempi concreti, sono il risanamento di BMPS (Banca Monte dei Paschi di Siena) e la “Rete Unica”. Che ci si debba attendere un maggiore interventismo dei governi in Europa in materia di economia non è più un tabù. Ma sono le modalità di intervento e l’orientamento del Governo a destare disagio e diffidenza. Solo nell’anno che si è appena concluso il MEF ha stanziato 8,1 Miliardi di euro per l’acquisto lo scorso novembre di una tranche di crediti deteriorati in portafoglio a BMPS. Il 6 gennaio scorso il quotidiano La Repubblica ha riportato che il MEF starebbe valutando l’acquisto di un’ulteriore tranche di 14 miliardi di eurodi NPL, a cui si aggiungono i 2,5 miliardi per l’aumento di capitale previsto per rispettare i requisiti di patrimonializzazione: in totale 24,6 miliardi di euro a cui si dovrebbero aggiungere i 10 miliardi di euro di potenziali contenziosi. 

Key4biz.   E sulla rete Unica?

Francesco De Leo.   Sulla Rete Unica, la Commissione Europeaè stata sollecitata dal Parlamento Europeo a valutare se non ci siano i rischi di un ritorno al monopolio, anche per le implicazioni che il “caso” italiano potrebbe avere se, per “imitazione”, altri governi europei decidessero di andare nella stessa direzione. A Bruxelles, come nelle principali banche di investimento si registra una lamentevole carenza di informazioni, fatto inconsueto per un tema di questa portata. Ma, ad oggi, nessuno ha ancora visto quale sia il piano del Governo per la Rete Unica. E anche per quanto riguarda il Recovery Fund, vuoto per pieno, leggendo le notizie riportate dalla stampa, la posizione del Governo non è chiara. Tutto questo non fa altro che alimentare la diffidenza dell’Europa e degli investitori nei nostri confronti, proprio quando, al contrario, sarebbe fondamentale contare sulla fiducia dei mercati e delle istituzioni internazionali. Questo è un costo che il Paese non può permettersi di sopportare a lungo, anche per le difficoltà che si stanno presentando nel primo trimestre di quest’anno.

Key4biz.   Cosa dovrebbe fare?

Francesco De Leo.   Sostenere con forza e senza perdere tempouna nuova stagione di innovazione: se dei 26 miliardi di eurodestinati al ricorrente salvataggio del BMPS il Governo ne destinasse all’Università e alla ricerca e 12/13 miliardi per sostenere la digitalizzazione delle nostre piccole e medie imprese ne registreremmo un effetto moltiplicatore di 15/20 volte superiore, nell’arco di 3/5 anni. Il Paese ha già dato dimostrazione di saperlo fare in passato. Lo hanno fatto i nostri nonni, a partire dal secondo dopoguerra e poi i nostri genitori. Non vedo cosa ci impedisca di rimetterci in gioco anche questa volta. È solo una questione di scelte e di uomini e anche di un pizzico di fortuna, per agganciare di corsa il treno del cambiamento. Franklin D. Roosvelt, mi fa sempre piacere citarlo, diceva che l’economia si ricostruisce bottom-up, dalle fondamenta. Sarà così anche questa volta, e l’Italia ha già dato prova in passato, di non avere paura ad affrontare la sfida della ricostruzione, perché di ricostruzione oggi si tratta. Meno immobilismo e maggiore concretezza, meno investimenti su un passato che non tornerà più e sguardo rivolto al futuro. Occorre essere determinati e avere coraggio. È quello checi chiedono l’Europa e i mercati. Il Governo deve dare prova di essere all’altezza della situazione. Il tempo stringe, e ogni minuto, ogni giorno perso, è perso per sempre.